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Scuola Intervista al professore Giovanni Carosotti

Istruzione sovranista: «Torsione ideologica, è un progetto pericoloso» Giovanni Carosotti, docente e saggista

«Un progetto con un impianto ideologico intollerabile, provocatorio e non formativo nella scuola di oggi».

Giovanni Carosotti, saggista, autore di manuali sull’insegnamento della storia e della filosofia, esperto di riforme della scuola e «docente di storia come prima cosa», qual è stata la prima impressione che ha avuto quando ha letto le nuove indicazioni sui programmi del ministro Valditara?
Ho confermato la valutazione problematica che avevo già dato alle Linee Guida sull’educazione civica quando hanno riscritto il concetto di patria secondo una logica escludente, anziché concentrarsi sull’universalità dei diritti. Il ministro usa sempre lo stesso meccanismo.

Quale?
Sfruttare un problema che esiste realmente per fare subire alla scuola una torsione ideologica. In questo caso si prova a piegare i contenuti disciplinari secondo logiche identitarie e sovraniste.

Ci sono elementi problematici nel progetto della commissione guidata da Ernesto Galli della Loggia?
Le scienze storiche sono pluralistiche: le teorie, anche concorrenti, sono tutte legittime. Piegando il contenuto a procedure rigide viene impedito all’insegnante di scegliere come e cosa insegnare a seconda del contesto. E poi mi preoccupa la visione occidente centrica d’insieme.

Si riferisce all’insegnamento della storia e della geografia basato sulla civiltà occidentale e sull’Italia?
È molto grave se andrà in porto, ancora di più per la primaria dove è più facile il contatto con altre culture attraverso i compagni di classe di origine straniera. La storia ha una impostazione pluralistica dei rapporti, anche problematici, tra nazioni e culture, non la si può usare per far nascere un senso di superiorità. Qui non si tratta di concentrarsi nel territorio in cui viviamo, che è anche giusto, ma di farlo evidenziando una singolarità che si eleva su altre culture. Centralizzare questa visione e non spiegare la diversità è un progetto politico che questo ministero ha in mente da tempo. Peraltro è un falso storico sostenere che ci siano civiltà che si sono create senza i contributi di altre culture. Eppure si invitano tutti gli attori che partecipano alla scuola a riconoscersi in un unico principio culturale giudicato superiore ad altri. In questa fase storica è molto pericoloso e tradisce la metodologia del sapere storico.

Ci sono anche elementi validi?
Prese in sé ci sono anche cose belle, come quelle riferite alla musica o al latino. Anche l’idea della Bibbia non è malvagia: gli studenti non la conoscono, io ad esempio, spiego il Libro di Giobbe perché è rilevante. È sbagliato, però, inserirla non come patrimonio delle culture ma come un oggetto contundente. Prevale un aspetto ideologico intollerabile, provocatorio, e non formativo nella scuola di oggi.

Perché?
Per le sue contraddizioni: Valditara continua a dichiarare di voler superare la riforma Gentile ma è più gentiliano dei gentiliani perché anziché considerare tutte le discipline come espressione di cultura generale, le separa radicalmente con una visione dell’aspetto tecnico scientifico oggettivistica e fuori dal contesto storico culturale. Inoltre da una parte è tenuto a portare avanti una politica neoliberista, in continuità con gli esecutivi precedenti; dall’altra sfrutta la richiesta di centralità del sapere disciplinare per instillare antiche ideologie di destra. E per far sì che la scuola diventi veicolo di mentalità reazionaria già dalla primaria.