Spaventata dall’impatto della manovra «sacrifici» e tasse, Meloni prova con un altro video: «Smentisco voci fantasiose». Ma era la voce del suo ministro, Giorgetti, che ha parlato di aggiornare il catasto e alzare le accise. Il rigore non dà scampo: i tagli ci saranno tutti
Manovra Rivolta nella maggioranza sulle rendite catastali. Frenata della premier con un video
Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti foto LaPresse
I videomessaggi in politica sono comodi, a volte utili. Però possono fare brutti scherzi: una Giorgia Meloni tanto tesa come nei 47 secondi del video diffuso ieri non la si era mai vista dall’ingresso a palazzo Chigi. Voleva rassicurare i tanti elettori del centrodestra che dai loro rappresentanti tutto si aspettano tranne la parola tasse. Ma il viso tirato, l’espressione stanca, il sorriso forzato smentivano in radice le parole dette. L’esordio del messaggio, poi, suona increscioso: «Leggo alcune dichiarazioni fantasiose secondo cui il governo vorrebbe aumentare le tasse». Quelle dichiarazioni però partono dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, non da una stampa maldicente. E se la presidente del consiglio si sente in dovere di smentire così il suo ministro più importante si può capire la tensione manifesta.
«È FALSO», CERCA di chiudere la questione Meloni: «Noi le tasse le abbassiamo. Voglio essere chiara: la cultura politica di questo governo è quella di ridurre le tasse, senza chiedere ai cittadini nuovi sacrifici». Come aveva appunto fatto, appena una settimana fa e senza perifrasi, Giorgetti. Martedì, di fronte alle commissioni Bilancio congiunte, il ministro aveva glissato su quanto affermato. Aveva comunque chiarito di non avere in mente nulla di straordinario rispetto a chi ha usufruito del Superbonus: l’aggiornamento dei dati catastali per chi fa le strutturazioni edilizie è già obbligatorio. Tutto si riduce a far emergere gli immobili fantasma e accertare l’adeguamento a norma di legge delle rendite catastali. La premier a quel punto non si era ancora esposta ma le raffiche di Forza Italia e della stessa Lega, anzi addirittura del sottosegretario di Giorgetti in persona, Federico Freni, erano già assordanti: «La casa è sacra e non si tocca».
La redazione consiglia:
Psb, una manovra rischiosa. Bankitalia: dettagli insufficientiNESSUNO PERÒ ATTACCA il ministro. Nel partito azzurro Antonio Tajani ordina sì di smentire ogni possibile ipotesi di aumento delle tasse, ma senza entrare in rotta di
collisione con il titolare dell’Economia. Se ne incarica l’ex capogruppo Alessandro Cattaneo: «Con noi al governo non ci saranno mai nuove tasse sulla casa ma sull’emersione degli immobili siamo sempre stati a favore e un adeguamento catastale per chi ha usufruito del Superbonus è ragionevole. Certo bisogna capire come avviene…». Il punto dolente è proprio quello. L’adeguamento sarebbe stato d’obbligo anche senza la dichiarazione del ministro. Solo che bisognerebbe passare dalle parole, anzi dalle leggi ai fatti e in materia di catasto non succede facilmente. A maggior ragione in una temperie segnata dal ribadito e fermissimo no di Fi a ogni revisione del catasto. Insomma, da quella voce è lecito sospettare che usciranno ben pochi fondi.
NEPPURE A PALAZZO CHIGI se la prendono con Giorgetti che «è bravissimo ma certo dovrebbe essere un po’ più diplomatico». Traduzione: qualcosa si dovrà fare però si fa ma non si dice. O si dice in modo che lo capiscano in pochi e si possa sempre negare. Ma nessuno, dopo aver recitato la preghiera anti tasse, si azzarda a negare che servano come l’ossigeno nuove entrate. Lo dicono i dati. Giorgetti ha confermato che la crescita del Pil all’1% sarà raggiunta molto difficilmente. Colpa della guerra. Colpa del crollo demografico. Colpa della crisi della Germania, che ieri ha rivisto le stime di crescita del Pil portandolo a meno 0,2% e per l’Italia è una iattura.
PERÒ LE COSE STANNO COSÌ e dunque un modo per garantire nuove entrate va trovato, essendo i tagli alla spesa pubblica non praticabili fatta salva l’eterna ed eternamente inutile Spending review per i ministeri: «Tutti tranne la Sanità», promette il ministro dell’Economia. Però una strada che non confligga con i dogmi e con le promesse che la destra fa da sempre non esiste: se non tasse almeno contributo eccezionale per categorie che non hanno alcuna intenzione di contribuire più che tanto neppure in via eccezionale. Dal Palazzo filtra la voce di una Giorgia Meloni preoccupatissima per la situazione economica e per i dati sul Pil. Per una volta sono voci certe. Basta guardare il video di ieri della premier per poterci giurare