Lavorare per una cittadinanza sociale europea.
«Uno status di diritti che l’Unione garantisca a donne e uomini. Capace di abbattere ogni discriminazione, uniformare i livelli di servizi sociali tra i paesi e garantirne la piena esigibilità».
È il programma che una rete di associazioni ha presentato in vista delle elezioni europee.
«Noi puntiamo a un riconoscimento dei cittadini e delle cittadine europei/e che non passi attraverso la mediazione degli stati. Pretendiamo che la stessa Ue sia diretta responsabile dei diritti fondamentali (reddito, lavoro, salute, casa).
Non è sufficiente che l’Europa consenta all’Italia di fare più debito. Il bilancio comunitario deve pagare i servizi sociali, garantendo a tutti livelli uniformi», scrivono in un documento l’Associazione per il rinnovamento della sinistra, il Centro per la riforma dello Stato e il Coordinamento per la democrazia costituzionale.
Hanno aderito anche il portavoce della Rete dei numeri pari Giuseppe De Marzo e Filippo Miraglia della presidenza Arci.
«Il documento non dà indicazioni di voto – ha spiegato Vincenzo Vita, presidente dell’Ars – ma i temi che vengono proposti, da quelli femministi a quelli sul digitale all’immigrazione, sono un contributo alla costruzione di una nuova prospettiva di sinistra».