I dati ufficiali del ministero dello Sviluppo economico parlano di 69 aziende per le quali si cerca una soluzione. Da Whirlpool alla ex Ilva, da Carrefour a Gkn, da Saga Coffee a Prysmian. Decine di migliaia le lavoratrici e i lavoratori che avranno poco da festeggiare e molto da perdere.
Natale 2021: un anno di pandemia e vertenze arriva alla fine, lasciando sui tavoli del Mise decine e decine di situazioni complesse e lungi dall’essere risolte. I dati ufficiali del ministero, secondo le ultime dichiarazioni del ministro Giorgetti, parlano di 69 aziende per le quali si cerca una soluzione. Si contano a migliaia i lavoratori e le lavoratrici che, anche quest’anno, avranno poco da festeggiare e molto da perdere. "Un quadro impressionante", lo definisce la Cgil.
Ce lo racconta la mobilitazione della Cgil e delle sue categorie, ce lo raccontano i presìdi nella neve delle operaie di Saga Coffee a Gaggio Montano, ultima tappa di una storia di grandi, medie e piccole imprese che chiudono o delocalizzano inseguendo il profitto.
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La conferenza stampa di fine anno. Se ancora c’era qualche dubbio sulle intenzioni di Draghi di trasferirsi sul Colle più alto, dopo le sue parole di ieri, quel dubbio è stato definitivamente fugato
Il primo ministro Mario Draghi arriva alla tradizionale conferenza stampa di fine anno © Ap
Rubando il mestiere (e probabilmente la poltrona) al più rinomato illusionista della politica nazionale, e senza neppure bisogno della barba bianca e della slitta, per il santo natale il nonno d’Italia ci ha portato in dono se stesso nelle attuali vesti di salvatore della patria e, soprattutto, in quelle future di prossimo Presidente della Repubblica.
Se ancora c’era qualche dubbio sulle intenzioni di Draghi di trasferirsi sul Colle più alto, dopo le sue parole di ieri, quel dubbio è stato definitivamente fugato.
La mossa del cavallo è stata del resto spiegata ai giornalisti molto accuratamente. Il pilota automatico ha lavorato bene, l’economia vola e la pandemia è sotto controllo, chiunque sarà il prossimo presidente del consiglio dovrà solo preoccuparsi di seguire il mio manuale delle istruzioni fino alla fine della legislatura. Il governo ha svolto tutti i compiti per cui era stato chiamato da Mattarella e di conseguenza ha poca importanza chi verrà dopo di me. Mario Draghi dixit, chiaro e tondo.
Dunque probabilmente assisteremo, per la prima volta dalla
Leggi tutto: Babbo Natale al Quirinale - di Norma Rangeri
Commenta (0 Commenti)Boric e non solo. Il Cile insegna come sia possibile costruire un progetto vincente proprio perché radicale, nella strategia politica prima che nella piattaforma programmatica
Il festeggiamento di Gabriel Boric dopo la vittoria alle presidenziali cilene © Matias Delacroix /Ap
Da vent’anni, l’America Latina è il laboratorio politico della sinistra mondiale.
Hugo Chavez ha inventato un modello di ‘populismo di sinistra’ che ha ispirato prima altre nazioni del continente (Bolivia, Ecuador) poi alcune tra le esperienze più innovative ed efficaci della sinistra europea (Podemos, Tsipras, Melenchon).
La prima ‘ondata’ dei governi di sinistra in America Latina ha avuto, con l‘eccezione del Brasile, questa forte impronta populista, che ha mostrato di avere basi sociali solide anche quando alcune di queste esperienze sono state sconfitte (elettoralmente, come in Argentina, o con la forza, come in Bolivia e Brasile) ma sono successivamente tornate al governo.
La vittoria di Gabriel Boric in Cile consolida la possibilità di una ‘seconda ondata’ delle sinistre latinoamericane, e
Leggi tutto: La seconda, eterogenea, ondata delle sinistre latinoamericane
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Gabriel Boric RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA/EPA
Con una vittoria che equivale ad un ko pugilistico, il leader della sinistra cilena Gabrile Boric si è aggiudicato con un amplissimo margine il ballottaggio presidenziale che lo ha opposto in Cile all'ultraconservatore José Antonio Kast.
Quando lo scrutinio aveva raggiunto il 92,12%, Boric aveva ottenuto oltre il 55% contro il 44% di Kast, con un vantaggio schiacciante di oltre undici punti che nessun sondaggio o analista aveva potuto prevedere.
Secondo i dati ufficiali, l'affluenza è stata record per il Cile, superiore al 50%, equivalente ad oltre otto milioni di voti. E' stata quindi grazie alla maggiore affluenza alle urne che si è imposto il progetto di cambiamento proposto dal giovane leader della coalizione Apruebo Dignidad, che a 36 anni sarà il prossimo 11 marzo 2022 il più giovane presidente della storia del Cile. Il sindaco comunista del distretto di Recoleta a Santiago del Cile, e rivale di Boric nelle primarie vinte da quest'ultimo, ha dichiarato che con "questa vittoria consideriamo chiuso il capitolo della dittatura" di Augusto Pinochet.
Commenta (0 Commenti)A Bologna manifestazione di solidarietà con Mimmo Lucano: L’ex sindaco sulla condanna: «Vogliono colpire il modello Riace»
«Non farò il patteggiamento, nemmeno per un giorno, sarebbe come rinunciare ai miei ideali, io rifarei tutto quello che ho fatto» dice Mimmo Lucano a Bologna di fronte a una sala piena di amici, compagni, vecchi militanti e giovani sostenitori. All’evento «Eccesso di solidarietà» organizzato da Good Land e dalle Cucine Popolari, con il sostegno di Famiglie Accoglienti e di molte altre associazioni è intervenuta anche la vicepresidente della regione Emilia-Romagna Elly Schlein mentre il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha mandato un appassionato messaggio all’inventore del modello Riace di accoglienza dei migranti.
LE COINCIDENZE sono coincidenze ma talvolta rivelano più di quanto si pensi: ieri 18 dicembre era la giornata internazionale dei diritti dei migranti, quei diritti conculcati e ignorati al confine tra Polonia e Bielorussia, come lungo la rotta balcanica, come in Libia o nelle acque del Mediterraneo. Ed è per aver preso sul serio i diritti dei migranti, per averli trattati come persone, anziché come «invasori», che Mimmo Lucano è stato condannato a oltre 13 anni di carcere in una sentenza le cui motivazioni,
Leggi tutto: «Rifarei tutto , sono pronto ad andare in carcere»
Commenta (0 Commenti)Intervista al segretario nazionale della Fiom. Nessun effetto sulle crisi in corso che anzi aumentano con Speedline e Caterpillar. Su automotive e Stellantis senza un tavolo il governo si prende la responsabilità di far saltare l’intero settore
Un tavolo di crisi per delocalizzazioni al Mise © Foto LaPresse
Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom e responsabile del settore automotive, il settore metalmeccanico è quello con il tasso di adesione più alto allo sciopero generale di giovedì. Soddisfatti?
I dati confermano la giusta intuizione che il nostro Comitato centrale ebbe a ottobre proclamando lo sciopero in rapporto con delegati e territori anticipando che la manovra non rispondeva ai problemi dei lavoratori. Nel settore metalmeccanico la situazione era già chiara in estate quando lo sblocco dei licenziamenti ha portato a una serie di chiusure e delocalizzazioni sebbene la situazione del settore sia a macchia di leopardo: molte aziende stanno facendo straordinari perché hanno agganciato per prime la ripresa. Ma purtroppo molte lavoratrici e lavoratori sono precari.
Giovedì notte il governo ha finalmente presentato il maxiemendamento che prevede anche un intervento sulle delocalizzazioni: per le imprese che se ne vanno senza ragione raddoppio delle sanzioni per i licenziamenti. Come lo giudicate?
Più che un decreto contro le delocalizzazioni è un provvedimento che proceduralizza le delocalizzazioni. Il testo non è stato minimamente discusso con noi sindacati nonostante sentiamo parlare di un decreto fin da luglio quando ci furono i primi casi di delocalizzazione: Gianetti Ruote, Gkm, Timken. Dalle anticipazioni mi pare che