Voglio provare a presentare qualche osservazione sul dibattito aperto sul Governo Draghi. Premetto che sono assolutamente convinto che un Paese che per due volte in pochi anni deve ricorrere ad un "salvatore della Patria" perché rischia il disastro, ha un sistema politico prossimo alla rottura con gravi pericoli per la democrazia.
Draghi firmò la famosa lettera della Commissione europea che pose le premesse dell'attacco allo stato sociale ed ai diritti dei lavoratori al tempo del governo Monti. Draghi agì come presidente di una banca centrale: non una banca commerciale quindi. Draghi non è un banchiere, è un politico specializzato nel controllo ed orientamento del sistema monetario e creditizio, quindi non eletto né eleggibile. In Inghilterra sarebbe chiamato "civil servant" per distinguerlo dai ministri.
Ha il merito di aver difeso il sistema finanziario italiano, come hanno fatto altri politici europei per i rispettivi paesi, ma lo ha fatto con maggiore determinazione e, se permettete, fantasia, facendo capire all'Europa che non c'è più differenza fra debito nazionale e debito europeo. Sapeva probabilmente che l'Inghilterra sarebbe uscita, come conseguenza, ma lo aveva messo nel conto: era un Paese fuori dall'euro, lì non aveva poteri. Ora aspetta l'Inghilterra al varco e Johnson lo sa, dopo la sconfitta di Trump. Conte ha il merito di aver capito la fase e di aver colto l'occasione, l'Europa ha promesso fondi cospicui che sono il rimborso di ciò che l'Italia versa. Non per sottovalutare, ma su buona parte dei fondi pagheremo un po' di interessi, quando li restituiremo. Ma Conte aveva rotto l'alleanza con la destra e non poteva certo farsi forte del sostegno del caos chiamato 5 stelle!
Doveva andarsene per lasciare spazio alla destra, questo chiedeva la Confindustria, appoggiandosi anche (purtroppo) su settori ampi dei lavoratori dell'industria. Se tanti operai votano Lega, questo è un fatto politico che prima o poi doveva avere un peso: ci siamo arrivati!
A Draghi siamo stati obbligati a consegnare il governo dell'Italia. Lo so anch'io che Mattarella aveva ragione e che le elezioni erano impossibili: ma proprio questa è una sconfitta della Sinistra! Continuare a ripetere questa giaculatoria (elezionimpossibili, elezionimpossibili...) significa aver introiettato la sconfitta: dovremmo dire quando diventeranno possibili e come si presenterà il centrosinistra (organizzativamente e politicamente) quando si voterà!
Attenti: potrebbe avvenire subito dopo l'elezione del Presidente della Repubblica: e se fosse Draghi il successore di Mattarella? Pensiamo che la Costituzione resterebbe la stessa? Ormai comandano i generali sulla pubblica amministrazione, altro che "civil servant"!
Draghi, avuti i poteri, ha subito spostato gli equilibri politici a destra, reinserito trionfalmente alcune delle persone più disgustose della destra. Chi sarebbe la garanzia di equilibrio, Giorgetti? Uno dei maggiori nemici del servizio sanitario nazionale?
La via di uscita in Parlamento, a mio modesto parere, c'era. Il mio intento non è di dire: av degh me coma ch'us fa, come i tifosi, figuriamoci! Dico solo che Landini, segretario generale CGIL, dopo un doveroso incontro col governo ha dichiarato che il Sindacato giudicherà in base agli atti concreti. Era impossibile attenersi a questo prudenziale giudizio, esprimendo un'astensione ? Le cose sono andate diversamente.
E qui viene un secondo nodo: come si prendono le decisioni nell'ambito della Sinistra? Badate che è un grosso problema. A Faenza stiamo costruendo Faenza Coraggiosa: quali sono le nostre intenzioni? Io lo dico subito, per ciò che mi riguarda: io agirò con lealtà verso l'associazione, considerando la maggioranza come un vincolo.
Dentro " Liberi e Uguali" le cose sono andate diversamente, Fratoianni si è sfilato, presentandosi maggioritario in un partitino che ormai non c'è più. Ce le siamo dimenticate le elezioni europee? Lo so che è spiacevole ricordarlo ora, ma purtroppo è così. E non basta: ci ricordiamo che il numero dei parlamentari è stato enormemente ridotto a furor di 5 stelle? Ci siamo dimenticati anche questo? Il senato sarà composto da soli 200 senatori, p.es., tolti gli eletti all'estero resteranno 196 eletti in Italia. Se anche ci fosse il sistema elettorale proporzionale, nessun senatore di Sinistra sarebbe eletto, presentandosi da soli. Se poi ci sarà il sistema maggioritario, in base al voto delle Regioni, farà fatica anche il PD ad entrare in Senato in modo determinante. Alla Camera (400 deputati, 392 eletti in Italia) qualche deputato potrebbe entrare da Sinistra col sistema proporzionale, nessuno con il maggioritario.
Un accordo elettorale con il PD è inevitabile. Altrimenti ci resta solo Emilia-Romagna Coraggiosa. Quanto potrà durare senza riferimenti nazionali?
È necessaria la completa ristrutturazione della Sinistra: ma sarà un'opera difficile e faticosa. Non è più affare della mia generazione, purtroppo.
Vincenzo Fuschini