L'iniziativa Maurizio Landini (Cgil) e Riccardo Magi (PiùEuropa), chiedono garanzie su election day, voto ai fuorisede e impegno della Rai
Il segretario di + Europa Riccardo Magi e il segretario generale CGIL Maurizio Landini in conferenza stampa – Massimo Percossi /Ansa
La settimana cruciale per la campagna sui referendum è cominciata ieri con una conferenza stampa del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e quello di PiùEuropa, Riccardo Magi. La sfida è quella dell’affluenza alle urne. Ragione per la quale i referendarie chiedono al ministero dell’Interno di fissare un “election day”, in concomitanza con le tornate amministrative, per votare i 5 quesiti che mirano a modificare il Jobs Act renziano e a dimezzare i tempi di residenza necessari per ottenere la cittadinanza. E chiedono garanzie sul coinvolgimento di studenti e lavoratori fuori sede e sull’informazione, con l’impegno del servizio pubblico. «Parliamo – ha detto Landini – di quasi sei milioni di persone, il governo ci deve assicurare che tutto quello che deve essere fatto venga fatto per favorire la massima partecipazione democratica».
«LA STORIA in questo Paese ci dice che quando i referendum non piacciono al governo vengono annullati e neutralizzati, facendo mancare l’informazione e favorendo l’astensionismo. Ma ci sono obblighi e la Vigilanza Rai deve approvare un regolamento su questo», insiste Riccardo Magi che ricorda come la commissione sia ancora «bloccata da un singolare ostruzionismo della maggioranza: si tratta di una responsabilità pesante della maggioranza».
I comitati hanno già scritto alla presidente del Consiglio e oggi, dopo il sit-in delle 14 in piazza Capranica dal titolo «Lasciateci votare per i referendum», incontreranno poi a Palazzo Chigi Mantovano e Piantedosi per porre queste questioni mentre, all’inizio della prossima settimana, vedranno l’amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi, «contestualmente ci siamo rivolti all’Agcom per la disciplina delle reti private», ha aggiunto Magi. Anche le reti studentesche sono coinvolte nella mobilitazione: oggi è previsto il flash mob «Abbiamo fretta di votare», promosso dalle associazioni giovanili aderenti ai comitati referendari.
«Quando le consultazioni non piacciono alla destra vengono neutralizzate»Riccardo Magi
«IL FATTO CHE le persone siano informate per poter decidere se e cosa andare a votare è un punto decisivo, una battaglia democratica fondamentale, tanto più in un Paese che si sta abituando a crisi di partecipazione – ha spiegato il segretario generale della Cgil – perché la democrazia si difende praticandola e mettendo le persone nelle condizioni di poter recarsi alle urne». Landini è convinto che se passasse il sì ai 5 quesiti «avrà immediatamente degli effetti di miglioramento sulla vita di milioni di persone». «Banalmente uno non è libero se è precario, se muore sul lavoro – insiste il leader Cgil – c’è una domanda di votare per cambiare queste condizioni».
DOMANDA che i partiti di governo non vogliono cogliere né sul campo del lavoro né su quello della cittadinanza ai ragazzi con background migratorio. La proposta del segretario di Forza Italia, Tajani, per un moderato Ius Scholae è stata boicottata dalla sua stessa maggioranza. Anche nel centrosinistra, tolta Avs che ha aderito da subito alla campagna referendaria, ci sono timidezze. Il M5S non si è ancora schierato mentre la posizione personale della segretaria Schlein sul Jobs Act ha irritato la parte riformista e ex renziana ancora nel Pd.
«Mi auguro che tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, diano indicazione di andare a votare, sarebbe antidemocratico se qualcuno desse indicazione di andare al mare, un atto grave per chi ha giurato sulla Costituzione», insiste Landini che, riguardo agli altri sindacati, ha commentato: «La Uil ha dichiarato che inviterà le persone al voto e per due referendum, Jobs act e sicurezza sul lavoro, darà indicazione di votare sì. La Cisl non lo so ma mi auguro lo stesso».