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Generico novembre 2024

A tre giorni dalla chiamata alle urne per l’elezione del presidente e dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, Legambiente torna ad appellarsi a coloro che potrebbero sedere, se votati, nei seggi del parlamentino bolognese, allo scopo di far comprendere anzitutto che non si può più perdere tempo per assumere provvedimenti che riportino in carreggiata un territorio che sembra essersi stancato degli esseri umani visti come una sorta di devastatori della natura.

Dopo la presentazione regionale avvenuta a Bologna, il circolo Legambiente Lamone di Faenza ha esposto le proposte per l’agenda della prossima legislatura regionale, invitando gli organi d’informazione, associazioni, cittadini e le persone candidate locali che compongono le varie liste e si presentano alle elezioni regionali di domenica e lunedì prossimi.

Ad illustrare i punti principali delle proposte per la legislatura regionale 2024-2029 raccolte in un documento è stato il direttore regionale Francesco Occhipinti, introdotto da Massimo Sangiorgi, presidente di Legambiente Lamone.

Nella sala delle associazioni “Maria Laura Ziani” nella tarda mattinata di mercoledì 13 novembre si sono presentati diversi candidati all’Assemblea Legislativa della zona di Faenza in rappresentanza degli schieramenti che sostengono i quattro candidati concorrenti alla presidenza: qualcuno non è riuscito ad esserci per motivi di lavoro, mentre i presenti hanno ascoltato in silenzio, perché Legambiente “ai candidati, per una volta, viene chiesto solo di venire ad ascoltare. Peraltro a loro non mancano e non mancheranno le occasioni per esprimersi ed eventualmente tenere conto di queste proposte nella loro attività futura”.

Le lezione delle alluvioni

Il direttore Occhipinti non poteva che partire dalle alluvioni che nel 2023 e nel 2024 hanno martoriato la Romagna in particolare, per la dimensione degli eventi, Faenza e il suo territorio per evidenziare che “il siparietto delle reciproche accuse alimenta solo una rabbia e una disaffezione che non giova a nessuno, mentre quello che deve essere fatto è lavorare di concerto, offrendo ai territori soluzioni credibili e strutturali”.
“Sarà opportuno che chi governerà questa regione – ha sottolineato Occhipinti – si dia come priorità la mitigazione della crisi climatica e l’adattamento agli eventi estremi che purtroppo dovremo affrontare. Per ogni evento si perde tempo per decidere il chi, il come e il quanto, purtroppo dettati più da convenienze politiche contingenti e non già dall’assillo di fare presto e bene”.

Linee guida per il futuro

Il documento che fa da guida alle proposte di Legambiente indirizzate ai prossimi governanti dell’Emilia-Romagna è stato redatto prima delle alluvioni dello scorso autunno, “eventi che purtroppo non hanno fatto altro che elevare le preoccupazioni circa la necessità di fare presto a intervenire, ma soprattutto a smettere di perdere tempo” ha detto il direttore regionale.
Nel documento non mancano le critiche ai vari livelli di governo. “Nessuno è esente da colpe – si legge -. Il Governo nazionale ha accentrato la Struttura Commissariale a Roma, affidandola a chi non conosce la regione né la visita; e ha istituito delle complicatissime procedure per ottenere i risarcimenti, che hanno fatto rinunciare in partenza molte persone. Dall’altra parte, chi ha governato l’Emilia-Romagna negli ultimi decenni ha favorito un’antropizzazione eccessiva: la regione è ogni anno ai primi posti nella classifica ISPRA per il consumo di suolo, che significa maggiore cemento e impossibilità di assorbire acqua, e i fiumi sono stati deviati e costretti in argini artificiali senza spazio per esondare, con interi quartieri al loro fianco, dove non si dovrebbe costruire. Anche gli alberi e la vegetazione spontanea vengono tagliati in nome dell’ordine e della pulizia, privando il terreno delle radici che lo rendono meno franoso”.

Le strade da percorrere

Il direttore regionale ha richiamato le priorità di Legambiente per l’Emilia-Romagna.

Stop agli investimenti sulle fonti fossili, sostegno alle rinnovabili: occorre il coinvolgimento di tutti gli attori del territorio regionale per raggiungere gli obiettivi al 2035; supporto ai processi di formazione dei tecnici della transizione energetica e all’informazione rivolta a cittadini e imprese; assumere l’approccio dell’agroecologia per favorire l’evoluzione dell’attività agricola verso una riduzione degli impatti e dei consumi di acqua; ridurre l’impatto degli allevamenti sul territorio regionale diminuendo il numero di capi allevati e sostenendo forme di allevamento non intensive; promuovere la transizione ecologica nelle diete, attraverso campagne di sensibilizzazione e il coinvolgimento di mense scolastiche; ridurre davvero il consumo di suolo eliminando le deroghe presenti nella legge urbanistica; eliminare gli investimenti sulle grandi opere stradali e investire sulle ferrovie; recuperare l’ambizione nel settore della gestione dei rifiuti sostenendo l’adozione di modelli di conferimento capaci di garantire la qualità delle raccolte differenziate; ampliare la rete delle aree protette e aumentare il riconoscimento del ruolo delle aree naturali; tutelare la costa adriatica dando respiro agli ecosistemi marini e individuando le modalità per garantire la protezione del territorio costiero dall’erosione; promuovere forme di partecipazione reale dei cittadini ai processi decisionali, dando spazio alle persone e alle organizzazioni che desiderano contribuire fattivamente alla transizione ecologica; riduzione dei consumi energetici attraverso investimenti sull’efficienza.

L’attenzione di Legambiente va quindi a una maggiore produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ma anche al calo dei consumi di energia evitando conseguenti spreco e inquinamento dei luoghi di lavoro e delle abitazioni.

“I nostri edifici vanno riqualificati con uno sforzo ulteriore della Regione – ha evidenziato Occhipinti -. Le industrie si vanno attrezzando, ma serve mettere in campo incentivi per le abitazioni.

Oltre il 70 % degli edifici residenziali è stato costruito prima degli Anni ’90: in essi andranno elettrificati i consumi”.

Per saperne di più è possibile scaricare il documento “Per una regione 100% sostenibile – L’Emilia-Romagna verso il 2030” a questo link: https://www.legambiente.emiliaromagna.it/wp-content/uploads/2024/10/Per-una-regione-100sostenibile_def.pdf; oppure collegarsi al sito https://www.legambientefaenza.it/