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Alla Camera il Rapporto ecomafie di Legambiente: maglia nera al centrosud. Giro d’affari complessivo che sfiora i 9 miliardi. Un reato su quattro nell’abusivismo edilizio. Il ministro: “Per cambiare non basta un decreto”

Tre reati ambientali all’ora, 84 al giorno: così l’Italia sfregia il territorio. Pichetto Fratin: “Metteremo mano al codice dell’ambiente”

Più di tre reati all’ora, 84 al giorno, 30.686 all’anno. Sta in questi numeri  ( +0,3%) lo sfregio all’ambiente che gli italiani continuano a portare avanti come racconta il nuovo rapporto sulle ecomafie presentato questa mattina alla Camera da Legambiente dopo quello del 2022.  

Gli illeciti amministrativi

Crescono anche gli illeciti amministrativi che toccano quota 67.030: sommando queste due voci - reati e illeciti amministrativi - le violazioni delle norme poste a tutela dell'ambiente sfiorano quota 100.000. E il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, annuncia: “E’ una sfida da parte del governo e un dovere da parte del Parlamento mettere mano al Codice dell'ambiente. Il ministero farà una prima stesura, poi ci penserà il Parlamento con il coinvolgimento di tutti. Per cambiare il sistema non bastano i decreti". 

La maglia nera del Paese

Ed è ancora il centrosud la zona del Paese dove c’è meno cura dell’ambiente o dove le organizzazioni criminali lucrano su quella che è ormai da anni una nuova emergenza. C’è la Campania in cima alla lista delle Regioni con più di 4.000 reati nel 20220, pari al 13, 1% del totale, seguita da Puglia, Sicilia e Lazio, che nel 2022 supera la Calabria.

 

Roma guida invece la classifica provinciale con 1.315 reati  seguita da Napoli, dove è stato contestato il maggior numero di illeciti amministrativi (4.762). Sale al terzo posto Bari (1.128 reati) e balza al 14esimo posto la provincia di Genova, seguita da Cosenza, Palermo e Avellino.

I reati più diffusi: dall’abusivismo ai rifiuti 

Ciclo illegale del cemento, reati contro la fauna e ciclo dei rifiuti sono le tre principali filiere su cui si è registrato il maggior numero di illeciti con un giro d’affari complessivo di 8,8 miliardi. A farla da padrone l’abusivismo edilizio: è in questo settore, con una crescita del 28,7 %, che si registra un reato ambientale su quattro. Più di 12.000 le persone denunciate e 211 milioni di euro il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative mentre il business dell’abusivismo edilizio in crescita sfiora i due miliardi di euro.

Seguono i reati contro la fauna con 6.481 illeciti penali (+4,3% rispetto al 2021) e 5.486 persone denunciate (+7,6%). Scende invece al terzo posto il ciclo illegale dei rifiuti con una riduzione sia del numero di illeciti penali, 5.606, sia delle persone denunciate (6.087). Ma aumentano le inchieste in cui viene contestata l'attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (268 contro le 151 del 2021). 

L’opera di repressione

Un capitolo a parte viene dedicato all'analisi delle attività di forze dell'ordine e Capitanerie di porto nel settore agroalimentare, che hanno portato all'accertamento di 41.305 reati e illeciti amministrativi. Sul fronte archeomafia, nell'ultimo anno i furti d'arte sono stati 404.

Dilaga la corruzione ambientale

A destare allarme anche la corruzione ambientale - Legambiente dal 1 agosto 2022 al 30 aprile 2023 ha censito ben 58 inchieste su fenomeni di corruzione connessi ad attività con impatto ambientale -, il numero e il peso dei Comuni sciolti per mafia (22 quelli analizzati nel rapporto, a cui si è aggiunto il recentissimo scioglimento di quello di Rende, in provincia di Cosenza). E la crescita dei clan mafiosi: dal 1994 ad oggi sono 375 quelli censiti dall'associazione. 

Le proposte di Cianfani

"Mai come in questo momento storico – osserva Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente- si devono alzare le antenne per scovare inquinatori ed ecomafiosi. E bisogna farlo presto, dentro e fuori i confini nazionali, perché stiamo entrando nella fase operativa del Pnrr”.

Dieci le proposte di modifica normativa presentate oggi dall'associazione ambientalista a partire dall'approvazione delle riforme che mancano all'appello, anche in vista della prossima direttiva Ue sui crimini ambientali, di cui l'Italia deve sostenere con forza l'approvazione entro l'attuale legislatura europea. Si chiede di rivedere, in particolare per quanto riguarda il meccanismo del cosiddetto subappalto "a cascata", quanto previsto dal nuovo codice degli appalti e garantire il costante monitoraggio degli investimenti previsti per il Pnrr.

Un ddl contro le agromafie

Dal punto di vista legislativo, occorre approvare il disegno di legge contro le agromafie; introdurre nel codice penale i delitti contro la fauna; emanare i decreti attuativi della legge che ha istituito il sistema nazionale per la protezione per l'ambiente; garantire l'accesso gratuito alla giustizia per le associazioni iscritte nel registro unico nazionale del terzo settore