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Sicuramente no Dopo il corteo di metà dicembre, la Rete nazionale contro il ddl sicurezza si prepara a proseguire la mobilitazione. A fine gennaio

Manifestazione a Roma contro il Ddl Sicurezza foto di Andrea Sabbadini Manifestazione a Roma contro il ddl sicurezza – Andrea Sabbadini

Dopo il grande corteo a Roma dello scorso 14 dicembre, il fronte dell’opposizione al ddl sicurezza si prepara a proseguire la mobilitazione. Il testo è al momento fermo in commissione al Senato, e i lavori parlamentari riprenderanno a partire dal 7 gennaio. Dopo che in autunno l’esecutivo di Meloni aveva sperato di riuscire a incassare l’approvazione definitiva entro l’anno, il meccanismo si è inceppato e la discussione impantanata. In poche settimane è arrivato prima l’avvertimento del Quirinale sulla possibile incostituzionalità di alcune norme contenute nella legge (che ne impedirebbero la promulgazione), poi la lettera del Consiglio d’Europa al presidente del Senato La Russa, che ammonisce le istituzioni italiane rispetto a possibili violazioni degli standard europei in termini di diritti umani.

Lo spauracchio è la terza lettura alla Camera, che soprattutto la Lega vorrebbe evitare. L’unico strumento nelle mani della maggioranza per evitare questo scenario è al momento discutere le modifiche al Senato in sede deliberante, dando loro quindi forza di legge, ma non sembra essere una prospettiva realistica.

I tempi lunghi però non mettono solo in difficoltà la maggioranza, ma offrono lo spazio per allargare l’opposizione. I prossimi appuntamenti sono previsti a gennaio: prima un convegno, che coinvolga giuristi, magistrati e docenti sul merito del disegno di legge, poi una nuova assemblea nazionale ancora a Roma. Dall’assemblea romana è venuta l’idea di portare subito dopo fiaccolate davanti alle prefetture di tutte le città italiane, e di fronte al Senato nella Capitale, con l’obiettivo di accendere centomila candele contro il buio del regime. In preparazione del giorno del voto in aula, che potrebbe arrivare verso fine gennaio: per quella data l’obiettivo è accerchiare il Senato con una nuova grande manifestazione, tenendo ferme le modalità democratiche che hanno permesso l’articolata composizione del corteo di metà dicembre, che ha visto insieme realtà anche molto diverse tra di loro, dai partiti d’opposizione, ai movimenti fino alle ong e gli imprenditori della canapa. Il 30 dicembre si riunirà una nuova assemblea nazionale: in questa sede si definiranno tempi e modi della mobilitazione.

La manifestazione di metà dicembre è stata la più grande di opposizione al governo Meloni negli ultimi due anni, assieme allo sciopero del 29 novembre. Ora i tempi permettono di allargarla, e costruire un fronte sociale di opposizione all’esecutivo. Sulla sfida al ddl l’obiettivo rimane lo stesso: arrivare al ritiro definitivo. Ma all’orizzonte, con la pronuncia della Consulta a gennaio, c’è anche una stagione referendaria, con potenziali sei quesiti: i quattro proposti dalla Cgil, la cittadinanza e l’autonomia differenziata.