Lo scontro politico sul Jobs Act sta, con la manifestazione sindacale di oggi, entra nel vivo, ed è dunque opportuno ricordare alcuni punti centrali del conflitto, tenendo conto di ulteriori elementi che emergono dalla legge di stabilità dell’anno 2015:
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Commenta (0 Commenti)Ambiente, l’ennesima occasione sprecata dall’Europa
Il ciclone Renzi si è abbattuto sul clima in Europa strappando un nulla di fatto. L’esito del Consiglio europeo su clima e energia 2030 è arrivato a tarda notte ma non ha portato nessuna buona notizia.
Un’ennesima, grande occasione sprecata, frutto della disattenzione con cui il nostro governo ha gestito la partita, limitandosi a svolgere un ruolo notarile di presidente di turno dell’Ue, cedendo alle minacce di veto britanniche e polacche, unendo una scarsa capacità di leadership a una ancor più debole volontà politica di investire nello sviluppo di un’economia europea a basse emissioni di carbonio e cedendo, ancora una volta, alla lobby del fossile.
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Commenta (0 Commenti)Quando ci si riferisce alla disciplina del licenziamento e alla tutela giuridica della parte più debole nel rapporto di lavoro, ossia il lavoratore subordinato dipendente, si cita l'articolo 18 della legge n. 300 del 1970 ,“lo Statuto dei lavoratori”.
Queste norme hanno una storia e una evoluzione, fatta di dure battaglie politiche e sindacali, ma anche di pesanti attacchi: alcuni respinti, come quello di Berlusconi nel 2002 (con la manifestazione dei 3 milioni al Circo Massimo del 23 marzo); altri meno, come le modifiche peggiorative della Fornero del 2012. Oggi siamo al Jobs Act di Renzi.
Di seguito una scheda di Francesca Fontanarosa*, tratta dal n.10 del menabò di Etica e Economia.
http://www.eticaeconomia.it/la-disciplina-del-licenziamento-e-la-tutela-giuridica-del-lavoratore/
*Francesca Fontanarosa è dottoranda in Diritto Pubblico dell’Economia presso il Dipartimento di Economia e Diritto della Sapienza, Università di Roma.
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“Non ci sono alternative, entro il 2050 dobbiamo cambiare sistema energetico” (di Luca Fazio)
Stefano Caserini è ingegnere ambientale e titolare del corso di mitigazione dei cambiamenti climatici
al Politecnico di Milano. Da anni si occupa delle strategie di riduzione dei gas climalteranti
e della comunicazione del problema dei cambiamenti climatici.
Improvvisamente il mondo si scopre ambientalista e la lotta ai cambiamenti climatici sembra
essere in cima ai pensieri dei potenti.
In realtà quali aspettative genera il vertice Onu di New York tra gli addetti ai lavori?
Purtroppo la lotta ai cambiamenti climatici non è in cima ai pensieri dei potenti, o dell’opinione pubblica.
L’appuntamento di New York si inserisce nei lavori della Convenzione sul Clima dell’Onu, sono
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Commenta (0 Commenti)Leggi tutto: Ai movimenti popolari Terra, casa, lavoro, giustizia e pace...(di Papa Francesco)
Commenta (0 Commenti)Per una occupazione «sociale» delle fabbriche. (di Guido Viale)
Occupazione delle fabbriche, come ha prospettato il segretario della Fiom? La manifestazione del 25
ottobre potrebbe rilanciarla. Sarebbe una risposta forte a una politica senza soluzioni credibili per
l’occupazione, soprattutto quella delle aziende in crisi. Ma gli impianti occupati potrebbero diventare
anche un punto di riferimento per le tante forze disperse nei territori che si oppongono alla
devastazione di occupazione, redditi, ambiente, scuola, beni comuni, servizi pubblici, convivenza
civile; di tutte le cose sottoposte all’attacco dei vincoli europei e del Governi Renzi.
D’altronde, la crisi di molte imprese medio-grandi è il frutto di quegli investimenti esteri che per il
Governo dovrebbero far «ripartire» l’Italia e che sono invece la fossa dell’apparato produttivo
e dell’occupazione del paese: ora la AST di Terni, ma prima di lei Alcoa, Sevestal, Jabil, Nokia,
Alstom, Maflow, e tante altre; tra breve l’Ilva (la compreranno solo per metter piede in Europa,
acquisirne il mercato e abbandonarla al destino già segnato dai Riva spremendo uomini, impianti
e città fino al totale esaurimento). E la Fiat (ora FCA) non è da meno.
Ma poi?
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