FRANCIA, IL PRIMO TURNO. Testa a testa tra l’alleanza di sinistra e la coalizione di Macron, la République en Marche non conserverà la maggioranza assoluta. Il Rassemblement national è il partito che aumenta gli elettori
Un comizio a Marsiglia di Jean-Luc Mélenchon - Ap
Il verdetto finale arriverà domenica prossima, con il secondo turno delle legislative. «Abbiamo smentito i pronostici, adesso smentiamo le proiezioni», afferma Julien Bayou, segretario di Europa Ecologia. La Nupes, l’alleanza di sinistra guidata dalla France Insoumise, con Ps, Verdi e Pcf, al primo turno è arrivata testa a testa con la coalizione di Macron, Ensemble! (République en Marche, MoDem, Agir e Horizons).
AL DI LÀ DELLA POLEMICA sul conteggio dei voti e le accuse al ministero degli Interni di non aver conteggiato dei candidati classificati «indipendenti di sinistra» perché senza il logo Nupes, la sinistra unita avrà difficoltà il 19 giugno a tradurre in seggi il successo di domenica: Nupes e Ensemble hanno ottenuto entrambi intorno al 26%, ma le proiezioni danno l’area Macron tra 255 e 295 seggi, e 150-190 per la sinistra unita, cioè ben lontana dalla maggioranza assoluta (289 parlamentari).
È l’effetto del contestato sistema elettorale, uninominale a due turni, diviso in 577 circoscrizioni. Per vincere al secondo turno sono necessarie delle alleanze e la Nupes non ne ha, perché l’unità, che è stata la forza del primo turno, paradossalmente rischia di diventare una debolezza al secondo. L’area Macron, infatti, già gioca la carta di un «fronte anti Mélenchon», fautore di «disordine», che addizionerebbe «crisi alle crisi». Il leader della France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, fa finta di non crederci: «Matignon non si allontana, anzi si avvicina», ha detto ieri rilanciando lo slogan della campagna, «eleggetemi primo ministro» e chiedendo agli elettori potenziali di «invadere» i seggi.
LA SOLA MINIERA a cui può attingere la Nupes per smentire le proiezioni in seggi è l’astensione: un record, 52,4%, con una punta al 70% tra gli elettori dai 18 ai 34 anni, al 61% nella banlieue. E i giovani sono l’elettorato principale della Nupes. Ma è l’unità che ha funzionato a sinistra al primo turno, non il numero dei voti, che restano gli stessi nel 2022 dell’addizione di quelli raccolti separatamente nel 2017 da France Insoumise, Ps, Pcf, Europe-Ecologia. Oltre alla France Insoumise, che fa la parte del leone, anche Europa Ecologia ha vantaggi dall’unione (non avevano seggi, adesso avranno un gruppo all’Assemblée nationale), mentre il Ps, che aveva una trentina di seggi, resta in stallo.
INVECE, C’È UN PARTITO che ha aumentato enormemente l’elettorato: 1,2 milioni di voti in più per il Rassemblement national, che al primo turno ha ottenuto il 18,6%, sei punti in più del 2017. Le proiezioni danno all’estrema destra di Marine Le Pen tra 20 e 45 seggi, un risultato storico. Nel 2017 avevano ottenuto 5 seggi, malgrado la presenza di Marine Le Pen al ballottaggio della presidenziale, a causa della mancanza di alleanze. Ma quest’anno, il Rassemblement national si è rafforzato nei suoi feudi tradizionali e ha eliminato il rivale all’estrema destra, Reconquête, sbaragliato dappertutto al primo turno. Persino il leader Eric Zemmour, non è riuscito a passare il turno nella circoscrizione molto promettente sulla Costa Azzurra, tra Cogolin e Saint-Tropez. Marine Le Pen ha superato il 50% a Hénin-Beaumont, ma dovrà andare lo stesso al ballottaggio perché a causa della forte astensione non ha raccolto il 25% dei voti rispetto al numero degli inscritti.
LA MAGGIORANZA presidenziale incassa una sconfitta, ha perso sette punti sulle legislative del 2017 e due punti rispetto al voto per Macron alle presidenziali di aprile. È ormai certo che La République en Marche non conserverà la maggioranza assoluta (aveva 313 seggi). Potrebbe non ottenerla neppure con gli alleati riuniti in Ensemble (MoDem, Agir, Horizonts) e Macron essere costretto ad appoggiarsi su alleanze caso per caso, soprattutto con la destra dei Républicains, che sperano in 50-80 seggi (ne avevano 100), salvando il salvabile dopo lo schiaffo delle presidenziali con la candidata Pécresse sotto il 5%.
IN CASO DI ESPLOSIONE della Nupes, anche il Ps potrebbe entrare nel gioco degli appoggi caso per caso. Il governo traballa, con 15 ministri candidati, tutti al ballottaggio: la prima ministra, Elisabeth Borne, è in posizione favorevole in Calvados, ma due simboli – Clément Beaune, agli Affari europei e Amélie de Montchalin responsabile della Transizione ecologica – rischiano. Un altro simbolo, l’ex ministro dell’Educazione nazionale Jean-Michel Blanquer, è già eliminato. Imbarazzo per le indicazioni di voto: Borne, dopo qualche oscillazione, invita gli elettori a «non dare un voto al Rassemblement national» in caso di duello con la Nupes, ma vari ministri insistono sull’«estremismo» delle due forze radicali, a destra e a sinistra.
GROSSA SBERLA a Parigi per Macron: la Nupes arriva in testa in 12 circoscrizioni sulle 18 della capitale e ha già eletto al primo turno 3 deputati a Parigi città e uno in banlieue (nel 2017 la République en Marche era prima in 16, aveva conquistato 13 seggi, oggi potrebbe averne 6).