«Abbiamo realizzato l’impossibile». Macron inaugura il restauro di Notre-Dame e si incorona davanti al presidente eletto degli Usa e a Zelensky. Mette in scena il quadretto di una leadership mondiale, ma non sa come risolvere la crisi politica interna da lui stesso creata
TRUMP-L’ŒIL Macron punta tutto sulla scena internazionale: incontro all’Eliseo con il presidente eletto americano e quello ucraino
Il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente eletto Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy all'Eliseo a Parigi foto Aurelien Morissard/Ap
Dal palco montato al centro della grande navata di Notre-Dame, Emmanuel Macron ha espresso «la gratitudine della nazione francese». «Abbiamo riscoperto quello che le grandi nazioni possono fare: realizzare l’impossibile» ha detto il presidente della Repubblica francese durante la cerimonia di riapertura della cattedrale riferendosi al restauro in soli cinque anni della cattedrale devastata dall’incendio nel 2019.
Per Macron è stata l’occasione per accantonare la profonda crisi politica, istituzionale e finanziaria nella quale versa la Francia. Dopo la mozione di sfiducia che ha fatto cadere il governo di Michel Barnier, la prima volta che succede in Francia dal 1962, il paese è privo tanto di una legge di bilancio quanto di un governo.
Prima di pronunciare il suo discorso solenne, Macron ha accolto un nutrito parterre di capi di stato e di teste coronate, tra i quali Sergio Mattarella, Donald Trump, Volodymyr Zelensky e il principe William.
Stati Uniti, Ucraina e Francia. Insieme in questo giorno storico. Riuniti per Notre-Dame. Continuiamo i nostri sforzi congiunti per la pace e la sicurezza. Emmanuel Macron
IL NEO-ELETTO presidente americano era stato ricevuto nel pomeriggio all’Eliseo. «È un mondo un po’ matto», aveva detto Trump, arrivando a Parigi. Meno di un’ora dopo il suo arrivo alla residenza del presidente francese, Trump è stato raggiunto dal presidente ucraino Zelensky per un incontro a sorpresa.
I tre capi di Stato hanno posato con aria grave davanti ai fotografi, prima di discutere a porte chiuse per circa 35 minuti. «Vogliamo tutti che questa guerra finisca il prima possibile e in modo giusto», ha poi detto Zelensky, che ha definito l’incontro «positivo e fruttuoso».
«Stati Uniti, Ucraina e Francia. Insieme in questo giorno storico. Riuniti per Notre-Dame. Continuiamo i nostri sforzi comuni per la pace e la sicurezza», ha scritto Macron in un post su X, corredato da una foto che lo raffigura al centro, con Trump e Zelensky da ciascun lato.
AL SUO ARRIVO ALL’ELISEO, Donald Trump ha sottolineato le proprie
«eccellenti relazioni» con Macron. All’ingresso del palazzo presidenziale, in un video diffuso sui social dall’account ufficiale di Macron, li si vede scambiarsi un saluto caloroso. «È un piacere accogliere il presidente-eletto per la riapertura di Notre-Dame», ha detto, in un salone del palazzo, davanti ai giornalisti. «Era il presidente in carica quando il fuoco è appiccato nella cattedrale», ha ricordato Macron prima di rivolgersi a Trump in inglese: «Welcome back again».
«I francesi sono spettacolari», ha risposto Trump, «li rispettiamo e li amiamo». Il presidente americano ha poi elogiato il «lavoro comune» compiuto dalle due nazioni nei campi della «difesa» e «anche in quello dell’offesa».
DOPO IL BREVE SUMMIT, Zelensky, Macron e Trump si sono recati a Notre-Dame, per congiungersi alla processione guidata dall’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich, accanto a Brigitte Macron e alla sindaca di Parigi Anne Hidalgo. Dentro alla cattedrale, erano già sedute personalità del calibro di Jill Biden, la moglie del presidente americano uscente; reali come Alberto di Monaco; magnati come Bernard Arnault; più tutto un parterre di politici tra i quali la presidentessa della Banca centrale europea Christine Lagarde o l’ormai ex-primo ministro Michel Barnier.
Dopo aver applaudito i donatori, i pompieri e gli artigiani che hanno reso possibile il restauro della cattedrale, è stato rimesso in funzione il più grande organo di Francia. Sebbene risparmiato dall’incendio, aveva dovuto essere completamente smontato, poi rimontato e finalmente minuziosamente reinstallato e riaccordato affinché il suo suono potesse di nuovo invadere le navate dell’edificio gotico.
UNA CERIMONIA FASTOSA, trasmessa in diretta mondiale, durante la quale Macron ha cercato di occupare il centro della scena dal primo minuto. Un’immagine che contrasta con quella di un presidente in preda a una crisi inedita nella storia della V Repubblica.
Giacché quest’ultima è ben lontana dall’essere risolta. Dopo la riapertura della cattedrale, infatti, riprenderà il ballo delle consultazioni: lunedì sarà il turno degli ecologisti e del Partito comunista di essere ricevuti all’Eliseo, il cui inquilino, secondo quanto riportato dall’Agence France-Presse, potrebbe «nominare un nuovo primo ministro» già quel giorno.