SINISTRA E AMBIENTE . Cedere ai rigassificatori vuol dire incatenare il paese al fossile per altri quindici anni, e rinunciare a investire per ridurre le emissioni o per adattare la popolazione agli eventi estremi
Terminale di rigassificazione a largo di Porto Levante, Rovigo - Ansa
Il no di Calenda al Pd non basta a forzare la camicia di forza dell’agenda Draghi. Più che mai servono segnali da parte del Pd e uno dei più significativi può essere rivedere la scelta dei rigassificatori. Si ripete che sono una scelta strategica per il paese.
Al contrario sono una palese dimostrazione che i cambiamenti climatici non sono una priorità. È comprensibile domandarsi come liberarsi dalla dipendenza dal gas russo per evitare di lasciare i prossimi inverni al freddo gli italiani.
Inaccettabile è che nel porsi questo obiettivo ci si dimentichi del rischio più grave che correrà la popolazione nei prossimi anni e cioè l’aumento degli eventi estremi. La nostra comune casa Italia, ha le fondamenta deteriorate e si pensa solo a riparare il tetto. Strategico per l’Italia e l’Europa non può essere cambiare fornitore di gas, aumentando le spese, inquinando i mari e esponendo le popolazioni a rischi, ma risparmiare energia e accelerare finalmente l’inserimento delle energie rinnovabili.
La realizzazione dei rigassificatori, vuol dire
incatenare il paese al fossile per altri 15 anni, e di fatto rinunciare a investire per ridurre le emissioni o per adattare la popolazione alle estati torride e alle bombe d’acqua, fenomeni ormai abituali. Dire che è possibile fare le due cose è una presa in giro. Non ascoltare chi considera una vera follia fare i rigassificatori può spingere molte di queste persone a non votare. Penso alle migliaia di ragazze e ragazzi che si sono recentemente radunati a Torino per reclamare una politica attenta al clima e non i soliti bla bla.
Perché dovrebbero essere attratti da un confronto elettorale che esclude di fatto fra le priorità programmatiche il tema su cui si sono mobilitati e proprio per questo manifesteranno due giorni prima del voto? Il Pd pensa che sia una priorità ascoltarli e renderli protagonisti di una nuova politica o li si considera irrilevanti e si preferisce dare retta alle tante corporazioni che corrompono questo paese? Mi chiedo se sottovalutano loro, politici, industriali, commercianti, agricoltori, operatori turistici o sono io che invecchiando vedo tutto nero e mi angoscio per caldo torrido, incendi, mancanza di acqua, fiumi che si seccano.
Me lo domando perché non vedo traccia né di promesse né di impegni sulle domande di giustizia climatica che molto elettorato, non solo giovane reclama. Forse non ci credono o non sanno che fare, ma invece più probabilmente lo sanno, ma è molto complicato scontentare una potenza come l’Eni, che da un cambio del modello energetico da fossile a rinnovabile ha molto da perdere.
Da mesi la crisi energetica provocata dalla guerra è sulle pagine dei giornali, ma non viene neanche preso in considerazione da politici economisti e giornalisti di sinistra l’idea che è meglio fare qualche sacrificio oggi per accelerare la sovranità energetica del paese che solo il sole, il vento e gli usi intelligenti dell’energia possono garantire.
Per questa classe dirigente sono le cassandre ambientaliste che esagerano e poi se fa troppo caldo ci sono i condizionatori che ci salvano, se c’è qualche bomba d’acqua che provoca disastri, in fondo gireranno soldi per ricostruire e così aumenterà il Pil.
Ovviamente questa propaganda a reti unificate fa presa e di fronte alla minaccia di un taglio di corrente ci si rassegna all’idea che basti mettere un po’ di energia da sole e vento intorno alle navi che rigassificano.
Fantastico il commento del presidente Bonaccini che dice che portare la nave a Ravenna è un servizio per l’Italia anche perché intorno a questa nave faremo anche il parco eolico e solare più grande d’Italia. Grande quanto? Non lo dice, tutto resta nel vago, mentre della nave si sa invece dimensioni, dove metterla e quanto gas rigassificherà e manderà in rete.
Non so se una svolta su questi argomenti sarà sufficiente a rovesciare i pessimi risultati previsti per il centro sinistra dai sondaggi, ma certamente darebbe risposte ai tanti giovani che hanno con passione discusso a Torino e reclamato giustizia climatica. Perché deludere il loro affacciarsi alla politica? Elettoralmente sono una piccola cosa, ma sicuramente se la sinistra non li deluderà potrà contare, nel caso vincesse le elezioni, sul consenso di un soggetto sociale fondamentale per fare una vera transizione energetica e se invece vincessero le destre, su tante e tanti giovani per dare vita a una significativa opposizione alle nel paese.