Comunicato stampa
L’Ausl Romagna, attraverso le dichiarazioni della dott.ssa Marisa Bianchin direttrice del Distretto Lugo-Faenza, ha annunciato che nel prossimo settembre entrerà in funzione la Casa della Salute nei pressi del centro commerciale “La Filanda”. Arriviamo fra gli ultimi e andrebbe spiegato il perché: in Regione sono decine e decine quelle attive da tempo.
Ciò nonostante, mancano ancora risposte convincenti ai tanti interrogativi che circolano in città. Li riproponiamo:
Le indicazioni in materia fornite dalla Regione prevedono, qualora non risultino utilizzabili o idonei ambienti già esistenti, l’ubicazione di tali servizi in locali di proprietà pubblica. A Faenza ciò sarebbe stato certamente possibile, perché si è scelto invece di pagare un affitto (si parla di 80mila euro annui) a privati)?
Quale ambito territoriale e di utenza farà riferimento a questa struttura? La Regione Emilia Romagna parla di “un unico luogo, vicino e abituale, dove essere assistiti senza dover girare per il territorio e dove si concentrano tutti i professionisti e i servizi”. Ciò vuol dire che nel faentino devono essere previste più’ Case della salute. Come mai si parla di una sola? E come si rapporterà, o si rapporteranno, con altre strutture sanitarie?
Come si realizzerà l’integrazione della Casa della salute con i servizi sociali i quali, com’è noto, rispondono ai bisogni dell’intero comprensorio faentino?
Come sarà possibile ai medici di base continuare a svolgere l’abituale attività nei rispettivi ambulatori e assicurare la presenza anche nella Casa della salute?
Quali prestazioni vi saranno fornite? Come verranno seguite le cronicità? Su quali dotazioni strumentali e di personale potrà contare?
Si tratterà di una struttura che risponde pienamente ai requisiti previsti dalla delibera n. 48/2010 della Regione, oppure del semplice trasferimento dei servizi di cure primarie attualmente in via Zaccagnini e di altri, in particolare i prelievi, ora ubicati nella Palazzina 13 dell’ospedale?
Quale informazione si intende fornire, e quando, ai cittadini circa le modalità di accesso in relazione alle diverse necessità (Casa della salute? Pronto soccorso? Medico di base?) e su ogni altro aspetto utile per agevolare la corretta fruizione dei servizi?
Infine, ma non certo ultimo per problematicità, resta il dubbio circa l’opportunità di aprire la Casa della salute in una zona della città difficile da raggiungere, soprattutto per gli anziani e i disabili, vale a dire le categorie che più di altre vi si dovranno recare (va ricordato che la delibera n. 48/2010 considera la scelta dell’ubicazione della Casa della salute come fondamentale per la sua funzionalità). Già ora il cavalcavia costituisce una strozzatura che determina code e perdita di tempo per chi si reca o torna dal lavoro. Ci si è chiesti cosa comporti un ulteriore consistente incremento di traffico proprio negli stessi orari? Ci si è posti il problema di come potranno raggiungere la Casa della salute quanti vivono nel centro storico e si spostano abitualmente a piedi o in bicicletta?
I faentini aspettano risposte.
Faenza, 28 febbraio 2016
L’Altra Faenza