Il governo approva il decreto che prevede per il prossimo trimestre la conferma di alcune agevolazione per le famiglie e benefici per le aziende
Foto: Frauke Riether da Pixabay
Pochi articoli, decisi a tavolino, e spacciati come sconti generosi per tutti. A guardar bene, invece, il decreto varato ieri dal governo con una dotazione da 4,9 miliardi di euro, conferma alcune riduzioni nelle bollette, ma porterà aumenti per la maggioranza delle famiglie.
"Siamo assolutamente insoddisfatti – dichiara Michele Carrus, presidente di Federconsumatori -, perché avevamo chiesto al governo di prorogare anche per il prossimo trimestre tutti gli sgravi per gli utenti domestici, l’azzeramento degli oneri di sistema per energia elettrica e gas, e la riduzione dell’aliquota Iva, oltre che il potenziamento dei bonus sociali per i nuclei più deboli. Le nostre richieste sono rimaste inascoltate, l’esecutivo ha deciso tutto senza consultare le associazioni dei consumatori e con questo provvedimento di fatto avvantaggia le imprese a scapito delle famiglie”.
Bonus sociali
Partiamo dalle buone notizie. Confermati per altri tre mesi, da aprile a giugno, i bonus sociali rafforzati per le famiglie in condizioni di disagio economico e fisico, così come formulati finora: compensazione totale delle bollette per i nuclei con Isee non superiore a 9.530 euro (o a 20 mila euro per le famiglie numerose cioè con almeno 4 figli a carico) o titolari di reddito o pensione di cittadinanza. Agevolazione ridotta all’80 per cento per quanti hanno un Isee compreso tra 9.530 e 15 mila euro. Il valore dell’agevolazione sarà determinato dall’Arera, Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. Confermato anche il taglio dell’Iva al 5 per cento per gli usi civili e industriali per il prossimo trimestre, che viene esteso al teleriscaldamento e all’energia termica prodotta con il metano.
“Il governo però ha dimenticato due provvedimenti che reclamiamo da tempo – prosegue Carrus -. Una disciplina che dia uno stop ai distacchi per morosità incolpevole, necessaria in questo periodo di crisi, e una norma ad hoc per la rateizzazione delle bollette, che non peserebbe sulle finanze pubbliche ma si sosterrebbe attraverso il sistema bancario”.
Onesi sì, oneri no
Tornano nella bolletta elettrica gli oneri generali sistema, fino a oggi azzerati sia nelle fatture della luce che in quelle del gas per consentire alle famiglie di fare fonte agli aumenti di questi due anni. Una voce che pesa per circa il 20-25 per cento: quindi, una fattura dell’energia che nel precedente bimestre era di 100 euro, nel prossimo sarà di 120 euro.
“Questo vuol dire che ogni famiglia pagherà almeno 300 euro in più da aprile a fine anno - dice Carrus -, sempre che consumi i famosi 2700 kW/h, fascia presa a riferimento ma che non rispecchia più la realtà. La nostra proposta era di proseguire con l’azzeramento degli oneri di sistema e usare questa fase transitoria per ragionare su una riforma complessiva della struttura della bolletta”.
Si tenga presente che alcune voci pensano per un terzo in più, altre per il 50 per cento rispetto al resto dell’Europa. Senza contare che gli utenti pagano l’Iva anche su imposte spesso frutto di retaggi storici, un vero paradosso che andrebbe risolto. Nella bolletta del gas rimane invece la sterilizzazione degli oneri di sistema fino a fine giugno, mentre si riduce il contributo che era stato introdotto a favore dei consumatori fino a 5000 metri cubi.
Più benefici alle imprese
Mentre si riducono gli aiuti alle famiglie, aumentano quelli per le imprese. Fino al 30 giugno lo schema dei crediti di imposta differenziati per tipologia diventa migliorativo: i benefici passano al 40 per cento per le aziende non energivore, per i quali l’aliquota era pari al 35 per cento nel primo trimestre, e rimane al 45 per cento per le industrie energivore, a patto che nel primo trimestre 2023 abbiano registrato un incremento del prezzo delle bollette di luce e gas superiore al 30 per cento rispetto al primo trimestre del 2019.
Alle famiglie viene comunque fatta una promessa nel decreto bollette: un bonus da definire, che partirà dal primo ottobre prossimo e riguarderà tutti i nuclei, eccetto quelli che godono del bonus sociale, se il prezzo del gas supererà una certa soglia. Il beneficio avrà una quota fissa e una differenziata a seconda della zona climatica in cui l’utente risiede.
Tremila euro in più
“Le famiglie hanno bisogno di misure di alleggerimento delle bollette, che pesano sulle nostre tasche non solo in maniera diretta ogni due mesi, ma perché gli aumenti si riverberano sui prezzi di tutti i beni di largo consumo – conclude il presidente di Federconsumatori -. Abbiamo calcolato che il maggiore aggravio dato dai rincari per ogni nucleo è pari a circa 3 mila euro annui, che corrispondono a due mensilità di stipendio medio e a tre mensilità per chi percepisce la pensione. Sei milioni di persone, tra cui tanti bambini, vivono in condizione di povertà energetica, non possono cucinare e raffreddare gli alimenti, far andare la lavatrice, riscaldare casa. Un problema enorme, che il governo non sta affrontando”