Nel documento che segue si delibera l’adesione della sezione Anpi di Faenza al costituendo Comitato faentino per il NO alla riforma costituzionale. La mozione è stata approvata all’unanimità. Nessuno degli intervenuti si è pronunciato contro l’adesione al Comitato per il NO.
Palazzo Manfredi, 6 febbraio 2016
Il documento politico predisposto dal Comitato Nazionale per la discussione congressuale è un importante contributo, di alto profilo politico e culturale, che testimonia la capacità di iniziativa, riflessione e dibattito svolta dall’ANPI in questi difficili anni.
La nostra Associazione, unica tra le associazioni partigiane, allargando la partecipazione agli antifascisti di oggi e rivolgendosi in particolare ai giovani, ha mantenuto una operatività ed un’iniziativa di rilievo nazionale.
Anche nel faentino l’ANPI non si limita a svolgere una funzione storico-culturale, ma promuove anche la conservazione di numerose testimonianze della lotta partigiana; tra queste assume un particolare rilievo il “Centro Residenziale di Cà Malanca” – aperto al pubblico grazie all’impegno volontario di tanti iscritti – che è diventato un riferimento importante per la celebrazione del 25 aprile, a livello regionale e quasi nazionale, con la presenza di centinaia di giovani. Per questo importante risultato va ringraziato il presidente uscente Giordano Sangiorgi e siamo certi che Franco Conti, il nuovo presidente del Museo, saprà ancor più valorizzare questo importante presidio. Così come ringraziamo il presidente uscente della sezione ANPI di Faenza Sauro Bacchi per l’impegno fin qui profuso.
Molto importante è stata la collaborazione con la SPI CGIL, anch’esso impegnato nella conservazione della memoria storica del periodo resistenziale e questa collaborazione andrà proseguita.
Un particolare ringraziamento va all’Istituto Storico della Resistenza e dell’età Contemporanea
per la sua insostituibile opera di promozione della ricerca storica.
L’ANPI non è un partito né un’articolazione di un partito o di un sindacato (vedi: documento congressuale, II parte “La politica”). L’ANPI tuttavia, proprio per l’esperienza storica da cui è nata sa che l’antifascismo vive nella vita democratica del Paese, le cui regole fondanti sono scritte nella Costituzione. Il Congresso auspica quindi che si eviti l’ingerenza dei partiti politici nella vita associativa.
Il fascismo e i movimenti xenofobi e populisti, nelle varie forme che oggi assumono, (che) non sono più solo iniziative di nostalgici, ma un vero e proprio impegno politico (come Forza Nuova presente a Faenza) diretto o mascherato in alcuni partiti della destra italiana. Ma il nuovo fascismo – stante la crisi – ha da tempo diffuso un senso comune secondo il quale si può uscire dalla crisi del Paese solo rompendo la solidarietà sociale. Indicando come causa non la finanza internazionale e l’eterna guerra in cui siamo da anni coinvolti, ma – secondo i momenti – le persone che fuggono da fame, siccità e guerre (in cui siamo coinvolti).
Oggi vengono calpestati la dignità e i diritti fondamentali delle persone, a partire dai diritti dell’infanzia, si diffondono il razzismo, le discriminazioni religiose, etniche e sessuali, la violenza terroristica.
In questo contesto generale, la lotta al fascismo deve determinare come priorità assoluta una diffusa e continua mobilitazione unitaria in difesa dei diritti delle persone. Mobilitazione, che non può essere scissa dalla difesa della nostra Costituzione, nei suoi valori, nelle sue libere istituzioni, stimolando la rinascita di quel metodo parlamentare che all’Assemblea Costituente portò ad una proficua collaborazione persone di diverse culture e diversi partiti.
Più passa il tempo e più l’ANPI diventa l’associazione degli antifascisti, soprattutto nell’attuale situazione europea che vede partiti neofascisti al potere in alcuni Stati e vicini ad acquisirla in altri (vedi Le Pen in Francia). Per questo – pur sempre approfondendo le ricerche storiche e non cessando di tramandare alle nuove generazioni il valore della scelta di campo dei giovani partigiani – resta sempre obiettivo primario per l’ANPI difendere e migliorare il frutto migliore della stagione partigiana: la Costituzione della Repubblica italiana. Soprattutto facendo diventare leggi della Stato quelle sue parti che ancora non hanno trovato una maggioranza parlamentare che le trasformi in leggi (per es. la tortura e i diritti civili) ma anche difendendo e rafforzando quei diritti che da più parti si vorrebbero svilire (l’istruzione, la sanità pubblica e le pensioni).
Il 21 gennaio scorso, il Comitato Nazionale dell’ANPI ha ampiamente ed approfonditamente discusso circa la riforma del Senato e la legge elettorale (sulla quale sarà comunque necessaria una apposita discussione politica all’interno dell’Associazione circa il livello di impegno da assumere) e sulla proposta di aderire ai Comitati referendari già costituiti. Sulla relazione vi sono stati molti consensi e sono state manifestate alcune perplessità e preoccupazioni, che hanno contribuito – anch’esse – alla valenza complessiva del dibattito, consentendo di arrivare, alla fine, ad un voto sostanzialmente unitario (solo tre astensioni).
Anche il Direttivo nazionale dell’ARCI si è espresso per la partecipazione al Comitato referendario.
Nella Provincia di Ravenna è stato costituito il Comitato per no alla riforma (di ben 41 articoli) della Costituzione ed è in corso anche a Faenza la costituzione di un Comitato locale al quale anche l’ANPI faentina aderirà nei tempi e nei modi che che il nuovo Direttivo della Sezione indicherà.
L’adesione dell’ANPI, ad ogni livello, dovrà essere effettivamente autonoma privilegiando le iniziative rivolte all’informazione e all’approfondimento dei temi oggetto del referendum, oltre a riservarsi il pieno diritto di organizzare proprie autonome iniziative, in coerenza con documento approvato dal Comitato Nazionale dell’ANPI. Inoltre, dovrà ritenere inaccettabile l’adesione ad iniziative che abbiano chiaramente una connotazione politico-partitico.
All’interno di questa impostazione, le cittadine e i cittadini iscritti all’ANPI esprimeranno secondo coscienza e intima convinzione nello spirito di un sereno confronto, ma senza vincoli di alcun tipo, le proprie personali opinioni.
E’ ormai evidente che l’Unione Europea ha un ruolo internazionale sempre più debole, sia nella composizione dei contrasti politici interni, in cui prevalgono i paesi economicamente più forti, sia nei rapporti con i Paesi esterni all’Unione. Ma dalla crisi dell’Europa si può uscire solo rafforzando i diritti democratici delle cittadine e dei cittadini d’Europa, non stravolgendo le Costituzioni dei singoli Paesi per consentire politiche liberiste. Gli organismi dell’Unione devono avere una legittimazione democratica in gradi rappresentare i diritti e le necessità dei cittadini, non solo i grandi interessi economici.
Purtroppo la cattiva gestione delle questioni europee ha portato molti cittadini a vedere nella UE un pericolo e non un’opportunità di sviluppo delle economie, della conoscenza reciproca e quindi della progressiva caduta dei pregiudizi reciproci. Ma rinchiudersi nei propri piccoli recinti non serve. Anche per questo a Faenza abbiamo organizzato iniziative con il locale Movimento Federativo Europeo e questa attività ci impegniamo a rilanciare.
Infine, questa assemblea congressuale sostiene la proposta di legge di iniziativa popolare proposta dalla CGIL – la “Carta dei diritti universali del lavoro” – per i nuovi diritti del lavoro che le politiche liberiste hanno messo pesantemente in discussione.
L’Assemblea congressuale della Sezione ANPI di Faenza, approvando il documento congressuale nazionale – che sviluppa anche gli argomenti su accennati – auspica un rafforzamento dell’iniziativa politica e culturale al livello delle nuove necessità, anche a livello locale, nell’intento di coinvolgere sempre più giovani nelle proprie iniziative e nella diffusione dei valori dell’antifascismo.