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Legambiente e la Rete rifiuti Zero chiedono alle attuali Amministrazioni dell'Unione della
Romagna Faentina, e ai candidati sindaco di quelle future, quando partirà la raccolta porta a
porta e la tariffazione puntuale in cui si pagano solo i rifiuti effettivamente prodotti.


La riorganizzazione del sistema di raccolta, annunciata e partita in questi giorni, da parte di Hera,
rappresenta forse un rallentamento dell'estensione della raccolta porta a porta che secondo la legge
regionale deve entrare in vigore ovunque entro la fine del 2020?

Ce lo chiediamo perché le novità fin qui annunciate si limitano alla riproposizione dei classici, e di
alcuni nuovi, cassonetti stradali, ora raggruppati in “isole ecologiche di base”, che avranno dei
costi di ammortamento che possono rimandare nel tempo la piena realizzazione di un sistema di
raccolta porta a porta, in cui ognuno paga per i rifiuti realmente prodotti.

Estendere, ovunque possibile, la raccolta “porta a porta” in modo da giungere al superamento dei
cassonetti stradali serve anche a contrastare efficacemente gli “abusi” quotidiani che si verificano
ovunque.
Affrontare la gestione dei rifiuti come questione ambientale non è però più un’opzione, ma un
obbligo, reso pressante dal fatto che le questioni ambientali, il cambiamento climatico e lo sperpero
delle risorse molto al di sopra delle possibilità di rigenerazione del pianeta, sono oggi una certezza
conclamata.

Come dimostrano i dati statistici dei comuni della nostra regione, i migliori risultati in quantità e
qualità sono raggiunti dai comuni porta a porta integrale con tariffa puntuale.
“Nel Carpigiano i rifiuti indifferenziati da smaltire, dai 250 iniziali sono ormai sotto i 60 kg per
abitante contro il doppio dei comuni a calotta - ha dichiarato Natale Belosi, coordinatore della
Rete Rifiuti Zero - mentre le impurità e quindi gli scarti delle frazioni differenziate nella calotta o
nei contenitori stradali sono almeno 3 volte rispetto al porta a porta. Risultato: lo spreco di risorse
da bruciare o interrare si moltiplica.

“La situazione richiede che si affrontino le criticità e i costi del sistema, che ricadono sui cittadini
e le imprese. È necessaria una partecipazione attiva e puntuale dei cittadini alla gestione, basata
sul principio “chi inquina paga” - ha dichiarato Massimo Sangiorgi presidente del circolo
Legambiente “Lamone” - l'obiettivo prioritario deve essere infatti la riduzione dei rifiuti prodotti,
che si potrebbe raggiungere penalizzando l'eccesso di imballaggi, ma anche responsabilizzando le
imprese produttrici e distributrici”.

Tra le misure possibili, che chiediamo siano le Amministrazioni Comunali a pretendere – e non
invece delegate a Hera - c'è la creazione di “Centri comunali per il riuso”, dove portare beni che
possono avere ancora una vita utile; c'è la promozione della sostituzione dei distributori di acqua
in bottigliette di plastica con erogatori di acqua microfiltrata, come stanno chiedendo gli studenti
in diverse scuole, anche sull'onda del movimento Friday For Future.

Cosa hanno dunque intenzione di fare i Comuni dell' Unione della Romagna Faentina, dopo le
elezioni del prossimo 26 Maggio, che vedranno il rinnovo di 4 consigli comunali su 6 ?

La Rete Rifiuti Zero Emilia-Romagna e Legambiente chiedono ai candidati a Sindaco e a tutte le
forze politiche di pronunciarsi per confermare la scelta della raccolta porta a porta con tariffa
puntuale su tutto il territorio, meglio se implementata su tutte le frazioni, da attuarsi entro i tempi
stabiliti per legge.

Renderemo note le risposte, in tempi utili prima delle elezioni amministrative, affinché i cittadini
possano valutare la coerenza dei futuri amministratori.

Circolo Legambiente Lamone Faenza, Rete Rifiuti zero