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Il Mase deve ancora adottare 58 provvedimenti previsti dalla legislatura precedente. I dati del monitoraggio legislativo-amministrativo.

 

Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) è quello più in ritardo nell’adottare i decreti attuativi ereditati dalla precedente legislatura (la XVIII ha visto in carica tre governi: Conte 1 e 2 e poi Draghi), mentre il governo Meloni deve ancora adottare 135 provvedimenti attuativi riferiti alle sue iniziative legislative.

Questi, in sintesi, sono alcuni dei dati principali che emergono dal monitoraggio legislativo e amministrativo svolto dall’Ufficio per il programma di Governo, dall’insediamento del governo Meloni (23 ottobre 2022) al 10 gennaio 2023.

Per quanto riguarda gli atti normativi della XVIII legislatura, restano in totale 347 provvedimenti attuativi da adottare dalle singole amministrazioni; in testa, come anticipato, c’è il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica con 58 provvedimenti, seguito dal ministero della Salute (57) e da quello delle Infrastrutture e dei trasporti (37).

Ricordiamo che tra i decreti mancanti più attesi, in campo energetico, ci sono quelli del Mase attuativi del decreto legislativo 199/2021 che recepisce la direttiva europea sulle rinnovabili (Red 2), direttiva peraltro già in fase di revisione.

A fine gennaio erano arrivate indicazioni dal ministero sull’arrivo “entro marzo” di questi decreti.

Più in generale, tra i principali provvedimenti attesi dagli operatori delle energie rinnovabili figurano anche: le linee guida sulle aree idonee, il decreto sulle comunità energetiche, il bando Pnrr per l’agrovoltaico, decreto Fer 2 e decreto che sostituirà il Fer 1.

Nei primi tre mesi di attività, si legge poi nel rapporto di monitoraggio, la produzione legislativa del governo Meloni ha portato alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di 16 provvedimenti, di cui sei provvedimenti sono “autoapplicativi” (cioè non hanno previsto il rinvio a successivi decreti attuativi) e dieci invece hanno rinviato, per la loro piena adozione, a 135 decreti attuativi.

Di questi ultimi, la maggior parte (116) è prevista dalla legge di Bilancio 2023, mentre i restanti 9 provvedimenti rinviano complessivamente a 19 decreti attuativi.

Dei 135 decreti mancanti, 40 spettano al ministero delle Finanze (30% del totale), mentre 17 spettano al ministero dei Trasporti e 10 a quello dell’Agricoltura.

In particolare, per quanto riguarda i 14 decreti legge deliberati dal Consiglio dei ministri, si osserva che circa un terzo di essi (4 provvedimenti) ha riguardato interventi di carattere emergenziale connessi alla crisi energetica.

Si tratta dei seguenti decreti legge:

  • n. 176/2022 (cosiddetto “decreto Aiuti-quater”) che ha introdotto misure urgenti in materia di energia elettrica, gas naturale e carburanti;
  • n. 179/2022 con misure in materia di accise e IVA sui carburanti;
  • n. 187/2022 con misure a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici;
  • n. 2/2023 finalizzato a salvaguardare determinati contesti industriali che, anche a causa del caro-energia, si trovano in situazione di carenza di liquidità.

Il decreto più oneroso è il 176/2022 che prevede di impiegare risorse finanziarie complessive, nel triennio 2022-2024, per circa 19 miliardi di euro.