GERMANIA. Il candidato sindaco dei democristiani al 28,2%, ma a vincere è l’astensione crollata al 63%
Dopo un ventennio di dominio socialdemocratico i democristiani conquistano il Rotes Rathaus, il municipio rosso di Berlino, anche se non riescono a far crollare i tre partiti della coalizione rosso-rosso-verde che resta la prima di tre maggioranze possibili.
A vincere davvero, in modo netto, è stata invece l’astensione come certifica la partecipazione passata dal 75% del 2021 al 63%, mentre fra i perdenti al primo posto ci sono i liberali dimezzati dalle urne ed esclusi dal Parlamento. Proprio il loro flop fa mancare alla Cdu la stampella imprescindibile per sconfiggere il fronte social-ambientalista.
Infatti lo spitzkandidat cristiano-democratico, Kai Wegner, celebra lo storico 28,2% incassato dal suo partito (+10,2% rispetto all’anno scorso) ma fa sapere di voler intavolare già da oggi le trattative per il futuro governo sia con i Verdi che con la Spd, arrivati secondi a pari merito. Appena 105 voti separano il 18,4% raccolto dalla sindaca Spd Franziska Giffey (-3%) dal 18,4% incassato dalla leader dei Verdi, Bettina Jarasch (-0,5%).
«IL MANDATO ESPLORATIVO spetta alla Cdu» rivendica Wegner, supportato dal segretario dell’Union, Friedrich Merz, pronto a usare la ripetizione del voto locale per scardinare il Bundestag. «Spd, Verdi e Linke possono avere ancora la maggioranza matematica, ma quella politica se la sono giocata con il voto di domenica» è la frecciata al cancelliere Scholz. Si conferma invece il “voto-inutile” per Afd: nonostante la lieve crescita (+1,1%) l’estrema destra non supera il 9,1% e si mantiene dietro alla Linke (12,2%; -1,9%), diretto avversario nei quartieri operai di Berlino-Est.
«Abbiamo tenuto, nonostante il focus dei media concentrato solo su Spd, Verdi e Cdu. Ovviamente il risultato non è ciò che volevamo» sintetizza il leader della Sinistra, Klaus Lederer, rilanciando l’alleanza con Spd e Verdi: «Abbiamo ancora la maggioranza dei seggi. Siamo pronti ai colloqui per rifare il governo».
PER LA CO-SEGRETARIA nazionale Janine Wissler l’esito delle urne è in ogni caso un buon segnale. «Dimostra che un partito di sinistra, quando pone l’attenzione sul problema degli alloggi accessibili e del carovita riesce a convincere molte persone. La Linke ha fatto bene a mettere in primo piano la questione abitativa con il sostegno al referendum sull’esproprio delle grandi società immobiliari».
Esattamente il mancato esproprio è stato il punto dolente di Giffey che ha rimandato la questione alle calende greche. «I berlinesi hanno fatto sapere di non essere soddisfatti del mio governo» ammette la borgomastra Spd costretta, come prevede la liturgia post-elettorale, a sondare comunque il terreno per un’eventuale Grosse Koalition con la Cdu.
È la seconda alternativa teorica prima dell’asse nero-verde fra Cdu e Grünen, a imitazione del modello Baden-Württemberg, di cui da oggi discuteranno Wegner e Jarasch (dopo che quest’ultima ha ricevuto il via libera dal partito) nonostante i Verdi preferiscano l’alleanza con Spd e Linke.
Ma conta anche l’aritmetica dei programmi politici: «Come faranno Verdi e Cdu a stare insieme?» chiede polemicamente Giffey alla luce dell’opposta posizione sulla mobilità, per i primi pubblica e sostenibile, per i secondi privata e con motore termico. Il ragionamento vale per tutti esclusa la Linke: la geometria cambia di fronte all’elettorato mobile.
VALE LA PENA analizzare il flusso di voti dietro al boom della Cdu al pari della provenienza geografica del consenso. I quartieri fuori dal “Ring” di binari della metropolitana hanno scelto i democristiani segnalando come la città al di là di ciò che viene considerato il centro fosse un’altra realtà rispetto alla «Berlino Inclusiva» decantata da Giffey.
NON È BASTATO dare il voto ai 16enni né estendere il diritto agli stranieri per costruire la partecipazione della «città di tutti». Non significa solo i rioni disagiati ma anche le ricche periferie dell’Ovest egualmente distanti e distinte dal Municipio Rosso.
Oltre 52.000 berlinesi che nel 2021 avevano votato Spd hanno scelto la Cdu, così come 29.000 ex elettori dei liberali, 14.000 dei Verdi, 10.000 della Linke e 5.000 di Afd.
Pesca a strascico, eccetto per la riserva degli astensionisti. Perfino sul successo dell’Union pesano ben 23.000 suoi simpatizzanti che domenica sono rimasti a casa.