Palestina/Israele 470 giorni dopo, inizia la "pausa". Ben Gvir si dimette, il premier promette altra guerra. Tra sollievo e caos: l’esercito dichiara off limits intere aree, troppo pochi i camion di aiuti in arrivo
Il lutto per le vittime di un attacco aereo israeliano ieri sulle tende di al-Mawasi – Hani Alshaer /Getty Images
Oggi alle 8.30 in Palestina, le 7.30 in Italia, a Gaza cesserà il fuoco. Entra in vigore la prima fase di 42 giorni prevista dall’accordo di tregua firmato da Hamas e Israele a Doha.
NELLA NOTTE tra venerdì e sabato, dopo una riunione durata sei ore, il governo israeliano ha approvato l’accordo: 24 ministri a favore, otto contrari. Tra questi, oltre ai partiti di ultradestra Potere ebraico e Sionismo religioso, anche due membri del Likud, il partito del premier Netanyahu.
Il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, come già minacciato, si è dimesso. Quello delle finanze Bezalel Smotrich invece ha confermato le indiscrezioni in merito alle promesse strappate venerdì: «Possiamo garantire, grazie a una decisione del governo, che la guerra non finirà – ha detto – Abbiamo ottenuto l’impegno a cambiare completamente il metodo della guerra attraverso la graduale acquisizione dell’intera Striscia di Gaza, l’eliminazione delle imposizioni dell’amministrazione Biden e il totale controllo di Gaza».
Le indiscrezioni le ha confermate lo stesso Netanyahu ieri sera nel messaggio tv con cui ha tentato di vendere una vittoria a quel pezzo maggioritario di opinione pubblica che legge nell’accordo una sconfitta: il cessate il fuoco è temporaneo, Israele ha il diritto (riconosciuto, dice, da Biden e da Trump) di «riprendere i combattimenti se la seconda fase sarà infruttuosa…La campagna non è finita – ha assicurato – Dobbiamo tornare a combattere e lo faremo in nuovi energici modi».
IN ATTESA DI CAPIRE se e quanto la tregua reggerà, oggi pomeriggio saranno rilasciate tre donne dei 33 ostaggi della prima fase. Hamas non ha inviato la lista con i nomi, ha detto Netanyahu minacciando di far saltare tutto.
1.904 i prigionieri politici palestinesi che torneranno liberi di cui 1.167 catturati a Gaza dopo il 7 ottobre 2023, senza accuse. I primi 95 saranno rilasciati oggi, per lo più donne.
Tra loro la politica e attivista femminista del Fronte popolare, Khalida Jarrar, in isolamento e detenzione amministrativa (senza accuse) e Zakaria Zubeidi, leader delle Brigate Martiri di al-Aqsa (Fatah) a Jenin e volto della seconda Intifada, che nel 2021 evase con una fuga spettacolare insieme a cinque compagni dal carcere israeliano di Gilboa.
A Gaza ieri i raid aerei non sono cessati. Non si è fermata nemmeno la conta delle vittime, atroce destino degli ultimi a morire quando la tregua è lì, a un passo. «Ogni famiglia ha un morto, un ferito o un arrestato. Basta», raccontava ad al Jazeera Bilal al-Nahawani, sfollato da Rafah a Khan Younis. Ieri il bilancio ufficiale del ministero della salute ha toccato quota 46.899 uccisi e 110.725 feriti, un numero che – è ormai acclarato – è al ribasso.
GAZA GUARDA l’abisso da un altro abisso. Il ronzio incessante dei droni e il rombo dei caccia si quieteranno, ma l’angoscia no. Le voci che ci giungono dalla Striscia sono specchio della totale incertezza del futuro. Di certo, ci raccontano, nelle tende si impacchetta il necessario per partire subito verso gli scheletri delle proprie case.
La prima settimana non ci si potrà spostare in auto, ma solo a piedi, nell’idea di poter rallentare il flusso di persone in marcia verso nord. La protezione civile si appella ai residenti del nord: non affrettatevi, c’è il timore fondato di ordigni non esplosi e c’è la realtà sul terreno, il 90% delle case nella parte settentrionale completamente o parzialmente distrutte.
Da parte sua l’esercito israeliano ha pubblicato una delle sue ormai famigerate mappe per ordinare agli sfollati di non avvicinarsi alle zone dove sono ancora presenti le truppe di Tel Aviv, pena il fuoco. In particolare il corridoio Netzrarim, che spacca Gaza in due e che, dice l’esercito, non è ancora attraversabile fino al settimo giorno dall’inizio della tregua. Off limits anche il valico di Rafah e il corridoio Filadelfi.
La redazione consiglia:
L’Anp lancia il «piano dei cento giorni» per governare la Striscia senza HamasA Gaza però vogliono muoversi subito per verificare cosa ne è delle proprie case e per riprendersele: c’è il timore, dicono, che possano essere occupate da chi non ha più rifugio o che quel poco di ricordi che resta possa essere saccheggiato.
Una paura che si fonda sulle condizioni di vita di due milioni di persone, private di tutto, e sull’incertezza rispetto alla quantità di aiuti umanitari che davvero entreranno a Gaza: l’accordo parla di 600 camion al giorno, ma si parla già di un massimo di cento al giorno, per lo meno all’inizio.
LO SPETTRO dei saccheggi è concreto in una società privata di beni essenziali per un tempo così lungo. A rischiare assalti, dicono da Gaza, sono soprattutto i camion di tende, non quelli di cibo: pioggia e vento hanno distrutto nelle scorse settimane decine di migliaia di rifugi già provati dal tempo, la gente ne ha bisogno per proteggersi dal freddo che ha già ucciso almeno otto neonati.
Ieri Hamas rassicurava sulla creazione di «team governativi specializzati pronti all’implementazione del piano» e sul coinvolgimento della polizia e dei comuni, seppure la cronaca di questi mesi abbia ridato indietro la devastazione delle forze dell’ordine, decimate dai bombardamenti israeliani.
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Coltelli a Tel Aviv, pietre a Nablus
È stato ucciso dal fuoco sparato dai passanti il 19enne palestinese Salah Yahye, di Tulkarem. Pochi minuti prima, fuori da un bar a Tel Aviv, aveva accoltellato un gruppo di israeliani, ferendone uno (a ieri non era stata resa nota l’identità), tuttora ricoverato in gravi condizioni.
Nelle stesse ore, un gruppo di coloni giunti dall’insediamento di Rahalim ha aggredito con le pietre i residenti del villaggio palestinese di Yatma, a sud di Nablus, ferendo un uomo. In mattinata, un missile lanciato dallo Yemen veniva intercettato prima dell’ingresso nello spazio aereo israeliano.