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Vite sospese. La Consulta boccia il quesito sottoscritto da 1,2 milioni di persone sposando le tesi dei cattolici pro-life che chiedono ora altre restrizioni. Bazoli assicura: «Il giudizio non inciderà sull’iter della legge sul suicidio assistito»

«Inammissibile». Era il responso più atteso, quello sull’eutanasia legale. E ieri sera, poco prima delle 19,30, dopo una giornata di voci e smentite sul timing, e dopo poco più di due ore di camera di consiglio, la Corte costituzionale ha deciso a maggioranza che il quesito referendario promosso dall’Associazione Luca Coscioni e supportato da un milione e 240 mila persone con le loro firme, è «inammissibile, perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili».

LA MAGGIOR PARTE dei quindici giudici della Consulta (cinque o sei sarebbero stati favorevoli all’ammissibilità) hanno dunque sposato le tesi delle associazioni Pro vita & famiglia, Movimento per la vita, Scienza & vita (che ha seguito la questione per la Cei), dell’Unione giuristi cattolici italiani, e del comitato «No all’eutanasia legale» (che si è formato prima di quello per il «Sì») e altri comitati appena costituitisi che si sono presentati in udienza contro l’approvazione del referendum. «La Corte costituzionale ha respinto con forza il “populismo bioetico” dei Radicali – è il commento di Pro Vita & Famiglia – che hanno tentato di portare l’eutanasia in Italia con un referendum sull’omicidio del consenziente che avrebbe permesso a chiunque di uccidere amici e parenti al loro minimo gesto di consenso. Siamo grati alla Corte per il coraggio con cui non si è fatta intimidire da pressioni politiche e mediatiche di ogni genere».

EPPURE, il quesito proponeva l’abrogazione parziale dell’art. 579 del codice penale (omicidio del consenziente) lasciando però inalterate «le disposizioni relative all’omicidio se il fatto è commesso: contro una persona minore degli anni diciotto; contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti; contro una persona il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno».

INOLTRE, come spiega al manifesto il costituzionalista Andrea Pugiotto, «il quesito conferma la punizione a titolo di omicidio volontario di chi provoca la morte altrui in assenza di un consenso validamente espresso. E la giurisprudenza sull’art. 579 c.p., sul suo accertamento, è rigidissima. Dunque, per esprimerlo validamente sarebbe stato necessario veicolarlo nelle forme della legge sul consenso informato, la 219/2017, che la stessa Consulta richiama nella sua sentenza del 2019 sul caso Cappato». Infine, sottolinea il professor Pugiotto, ordinario dell’Università di Ferrara, «più che un giudizio sull’ammissibilità del quesito, la Corte sembra (ma per esserne sicuri dobbiamo aspettare il deposito della sentenza) che abbia anticipato il giudizio di costituzionalità sulla normativa di risulta».

IL QUESITO sull’eutanasia legale – decisamente il più popolare degli otto ai quali ieri la Corte costituzionale ha dedicato l’udienza dell’intera giornata – veniva considerato la locomotiva che avrebbe trainato verso il quorum anche tutti gli altri sette referendum (cannabis e i sei sulla giustizia) sui quali deciderà oggi la Corte, sempre che riescano, nel caso, ad arrivare alle urne in primavera. Bocciarlo dovrebbe essere una cattiva notizia per tutti, anche per i leghisti. E in effetti Matteo Salvini si dice «dispiaciuto».

«È UNA BRUTTA notizia», commentano il tesoriere e la segretaria dell’Associazione Coscioni, Marco Perduca e l’avvocata Filomena Gallo che ha discusso le tesi a sostegno del quesito davanti ai giudici della Corte, insieme al collega Massimo Clara. «È una brutta notizia per chi soffre e vorrebbe poter mettere fine alle proprie sofferenze» senza dove recarsi in Svizzera, e «per la democrazia del nostro Paese».

GIOISCE invece Giorgia Meloni e con lei i cattolici pro-life che ora chiedono al parlamento di restringere ancora di più il campo dell’autodeterminazione nella legge sul suicidio assistito che dovrebbe tornare in aula alla Camera domani. Enrico Letta chiede invece di accelerare con l’iter e di portare il testo della legge sui binari già delineati dalla stessa Consulta nel 2019. Giuseppe Conte avverte: «Quelle firme non possono essere gettate al vento». E il capogruppo dem in commissione Giustizia Alfredo Bazoli, uno dei due relatori della pdl, assicura che la bocciatura del referendum «non inciderà sull’iter di approvazione della legge sul suicidio assistito». Sull’iter, non parla di contenuti.

Il lato oscuro della nuova economia. Le infrastrutture dei colossi del digitale richiedono un dispendio enorme di risorse. Al momento in Irlanda esistono circa 70 di questi centri, altri 8 sono in costruzione, che assorbono circa l’11% del consumo elettrico, ed entro il 2030 si potrebbe arrivare al 30%. Ma il governo di Dublino, anche in questo caso, è supino alle multinazionali

Al lavoro in un data center

Al lavoro in un data center © foto di Britta Pedersen/dpa/via Gettyimage

Che il regime fiscale irlandese sia notevolmente agevolato per le aziende multinazionali (12.5%) è un fatto ben noto: si sta trattando proprio in questi giorni di aumentare la tassazione per raggiungere il 15% proposto dal governo statunitense come soglia internazionale minima. Meno noto, tuttavia, è un altro aspetto della politica di Dublino che la rende attraente alle aziende internazionali, ovverosia il suo atteggiamento tollerante nei confronti dei centri di elaborazioni dati (data centres).

I CENTRI DI ELABORAZIONI dati sono infrastrutture informatiche necessarie per un vasto numero di servizi internet. Forniscono, per esempio, la forza computazionale richiesta a mantenere operativi grossi portali internet come Amazon e Google, ma garantiscono anche molti servizi di connettività come la piattaforma Zoom con cui tutti noi siamo diventati familiari durante la pandemia. Tuttavia, è importante osservare che la maggior parte delle attività di questi centri sono dedicate all’analisi dei dati utenti a scopi commerciali (o data mining): la loro grande capacità di calcolo è volta all’estrazione di dati utili alle compagnie per prendere di mira i naviganti con materiale pubblicitario.

In Irlanda si trovano al momento circa 70 di questi centri e altri 8 sono attualmente in costruzione. La necessità di simili infrastrutture è infatti aumentata negli ultimi anni, con un incremento considerevole durante la pandemia: l’espansione dei centri dati è aumentata infatti del 25% solo nel corso dell’ultimo anno.

SEBBENE SU SCALA mondiale questi centri assorbono in media il 2% del totale consumo elettrico, in Irlanda assorbono attualmente circa l’11%; entro il 2030 il tasso potrebbe raggiungere il 30%. Molti altri centri sono attualmente in fase di approvazione. I piani espansionistici della sola Amazon sono da sé sufficientemente allarmanti: se le intenzioni del gigante americano verranno soddisfatte, i centri dati previsti nel futuro prossimo consumeranno da soli il 4.4% dell’intera capacità energetica irlandese, il corrispettivo del consumo di un milione e mezzo di unità abitative. L’esorbitante dispendio di energia richiesto da questi centri è necessario perché possano far fronte a qualunque possibile corto circuito, surriscaldamento, o imprevisto d’altro genere. Alcune delle compagnie fornitrici assicurano un funzionamento ineccepibile per il 99,995% del tempo, vale a dire 27 secondi di indisponibilità l’anno. Per assicurare simili prestazioni, i centri di elaborazione dati vengono costruiti secondo il principio della ridondanza, stipandoli di gruppi elettrogeni di scorta, di enormi sistemi di raffreddamento, e di batterie di riserva grandi come intere biblioteche. Tali centri sono tarati per lavorare normalmente a circa 60% della loro capacità così

Il presidente dell’associazione Ciafani: “Dobbiamo investire subito sulle rinnovabili, abbiamo già le tecnologie disponibili. Il nucleare è morto”

Nella giornata di apertura della Scuola di formazione politica di Italia Viva, a Ponte di Legno, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha affermato che sono quasi mature tecnologie meno inquinanti per il nucleare, aggiungendo: “Gli ambientalisti oltranzisti e ideologici sono parte del problema. Nell’interesse dei nostri figli è vietato ideologizzare qualsiasi tipo di tecnologia. Stiamo ai numeri, quando saranno disponibili prenderemo le decisioni”.

Non si è fatta attendere la risposta del Presidente di Legambiente Stefano Ciafani, che spiega: “Puntiamo sulle rinnovabili e non perdiamo tempo a parlare di cose che non si faranno mai. È inutile spendere risorse pubbliche per una tecnologia che chissà mai se arriverà. Abbiamo già la possibilità di produrre energia elettrica dal sole, dal vento, dall’acqua e dal calore della Terra”.

Sul tema del nucleare prosegue: “Oggi la tecnologia di IV generazione non esiste e quella di III generazione avanzata, che stanno cercando di costruire i francesi, sono due cantieri infiniti che sono costati quasi 4 volte il costo preventivato inizialmente”.

L’Italia e le aziende, secondo il presidente di Legambiente, “dovrebbero ringraziare gli antinuclearisti che nel 2011 non hanno permesso di intraprendere questa avventura disastrosa. Enel, che voleva costruire centrali nucleari, oggi è diventata il principale operatore al mondo di rinnovabili. Bisogna seguire l’esempio di Enel”.

Carissimo Roberto Matatia,
È di recente che ho sentito una conversazione di un mio vicino che ha il vizio di parlare a voce alta al telefono sul balcone e parlando di varie cose, nel mezzo ci finì anche che i comunisti dovevano tutti morire...
Nel 2015 chiesi a tutte le forze politiche - viste le tensioni crescenti in città di intolleranza verso una minoranza etnica - di istituire delle nuove figure professionali come i Mediatori, di Condominio, di Strada, di Quartiere...
Solo il Sindaco Giovanni Malpezzi mi rispose e mi informò sui provvedimenti che la Sua Amministrazione aveva preso...
Nell'ottobre 2019 uscii con una Lettera Aperta pubblicata su un Blog cattolico nazionale, sollecitando a un nuovo paradigma ("Questione di Relazioni") sulla questione dell'Accoglienza dei Migranti.
Consegnata in Curia Vescovile e presa in consegna dal Vicario Episcopale, la mia lettera non ha avuto alcuna risposta.
Caro Roberto, le persone hanno bisogno di confrontarsi e di parlare con qualcuno ed ad essere ascoltate, sui loro bisogni, le loro ansie e le loro paure...
Se le persone sono abbandonate agli umori del politicante di turno e ai tormentoni periodici dei mass media, pensi veramente che possa migliorare la convivenza civile?
Un abbraccio!
Giorgio Gatta

 

UNIONE. Approvato l'avviso per la raccolta delle domande del sostegno economico. Presentazione delle domande dal 3 al 30 aprile 2020.

La Giunta dell’Unione, con propria Delibera n. 38 del 2 aprile 2020 ha approvato l’avviso per l’assegnazione del buono spesa a favore di persone o famiglie in condizione di disagio economico e sociale.

Il buono spesa, visto il protrarsi della situazione emergenziale dovuta alla diffusione del virus Covid-19, è volto a sostenere le persone e le famiglie in condizioni di assoluto momentaneo disagio.

Chi può presentare la domanda

Possono presentare istanza di ammissione all'erogazione di un buono spesa i nuclei familiari, anche monoparentali, residenti nei Comuni facenti parte dell'Unione della Romagna Faentina in gravi difficoltà economiche, senza alcun reddito disponibile e alcuna forma di sostentamento reperibile attraverso depositi bancari o postali.

Termine di presentazione

Le domande possono essere presentate dal 03 al 30 aprile 2020.

Modalità di presentazione della domanda:

Gli interessati dovranno presentare domanda a mezzo posta elettronica all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Solo in caso di indisponibilità del suddetto strumento ed eccezionalmente la domanda può essere presentata al Settore Servizi alla Comunità in via San Giovanni Bosco n. 1 a Faenza (RA) o al protocollo del Comune di Residenza, previo appuntamento telefonico contattando il n. 0546/691800.

La domanda va presentata utilizzando l’allegato modulo in cui andranno indicati i requisiti di ammissione.

Ulteriori specifiche, indicazioni per la compilazione e criteri adottati sono riportati nell'Avviso e nel Disciplinare in allegato.

Per informazioni è possibile contattare i servizi sociali dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 13.30 al n. 0546 691800 oppure e preferibilmente scrivendo all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

fate riferimento al sito dell'URF a questo link: http://www.romagnafaentina.it/Notizie-ed-eventi/Notizie-dall-Unione/Operazione-Buono-Spesa

Il 22 gennaio, partirà il Master universitario di primo livello in Counselling Socio-Educativo, con il convegno di presentazione dal titolo “Nuovi orizzonti del prendersi cura: Gestalt Therapy e Neuroscienze”, dalle ore 18 alle ore 20 presso il seminario diocesano di Forlì, in via Lunga 47.

La “lectio magistralis” sarà tenuta del prof. Giovanni Salonia, psicoterapeuta e teologo, direttore della Scuola di Specializzazione GTK e docente universitario. Seguirà la relazione della prof.ssa Paola Argentino, medico, psichiatra, psicoterapeuta e direttore della Scuola di Counselling INT e docente universitario. Presente e modera il prof. Gilberto Borghi, pedagogista clinico, formatore e docente ISSR Forlì.

Il master è organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, per iniziativa della Facoltà di Medicina e chirurgia “A. Gemelli”, in collaborazione con l’Istituto “Nino Trapani” di Neuroscienze e Gestalt e alla cooperativa educativa Kaleidos.
Si tratta di un corso biennale, con l’esame finale che consente l’acquisizione del titolo di Counsellor di Base e l’accesso al terzo anno di specializzazione per l’acquisizione del titolo di Counsellor Professionale.
Il Corso si rivolge a chiunque abbia conseguito una laurea magistrale o triennale e, solo per il 2020-21, anche per coloro che sono in possesso di diploma di scuola secondaria superiore e a giudizio della Commissione di Valutazione abbiano un curriculum di vita e di impegno nelle relazioni di aiuto valido per l’accesso al percorso di studi.
Il Master in Counselling socio-educativo è indirizzato a chi desidera acquisire la formazione e il titolo necessari a svolgere tale professione, ma anche a tutti coloro che, avendo incarichi di cura e di guida, hanno bisogno di strumenti teorico-pratici per un efficace svolgimento del proprio servizio e delle proprie mansioni relazionali.
Articolato in moduli sui temi del miglioramento e potenziamento (empowerment) delle competenze comunicative e relazionali, del sostegno alle coppie, alle famiglie, ai bambini e agli adolescenti, del saper guidare i gruppi e supportare persone e famiglie in difficoltà relazionale, fornisce anche tutti gli strumenti deontologici necessari per l’avvio della professione del counselling e per la collaborazione con enti e agenzie educative e prosociali. La cornice teorica di riferimento è quella della Gestalt Therapy integrata con le prospettive delle recenti ricerche delle neuroscienze.

Per informazioni e iscrizione: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. / cell +39 328 4186015 / www.neuroscienzegestalt.it

Prof. Gilberto Borghi
Pedagogista clinico