NUOVO GOVERNO. Bocciato anche il secondo tentativo del leader del Partito popolare
Tutto secondo copione. Nel suo secondo tentativo di investitura, Alberto Núñez Feijóo non è riuscito ad abbattere la barriera dei 172 voti. Quelli dei suoi del Partito popolare, e di Vox, più un paio da altri due piccoli partiti. Come due giorni fa. Sarebbe bastata una manciata di astensioni stavolta per farlo presidente del governo spagnolo.
Nella seconda sessione di investitura di ieri, più agile della prima, Feijóo non ha neppure fatto finta di credere nel miracolo, e si è incoronato capo dell’opposizione. «Amnistia sí o no? Referendum sí o no. Io dico no. E lei, signor Sánchez?», diceva rivolto a colui che la settimana prossima (martedì, probabilmente) sarà il nuovo incaricato dal monarca.
Se tutti e 178 i contrari al leader della destra si mantengono compatti, è fatta. Ma i 7 voti di Junts, il partito dell’ex president catalano Puigdemont, a cui si uniscono gli altri 7 di Esquerra Republicana, acerrimi nemici dei primi, ma entrambi indipendentisti, si faranno pregare.
Proprio ieri il Parlament catalano ha approvato una mozione che chiede ai due partiti di non appoggiare Sánchez a meno che questi non si impegni «a lavorare per rendere effettive le condizioni per la celebrazione di un referendum».
Una prospettiva che il leader di Vox Santiago Abascal chiamava minaccioso «aggressione» di fronte la quale «il popolo spagnolo ha il dovere e il diritto di difendersi. Poi non venite a piagnucolare»