MARE NOSTRUM. Il questore di Agrigento: «Devono sbarcare dove dice il governo». Ocean Viking spedita a Genova con la tempesta attesa sul Tirreno. Salvini insiste: «È necessario un nuovo decreto sicurezza già a settembre»
Salvataggio da parte del team dell'Ocean Viking
Centrodestra, sui migranti idee chiare: per Meloni la ricetta è sempre stata blocco navale, impedire la partenza dei barconi, bloccare le Ong. Il suo vice Salvini a novembre ribadiva «Il governo è pronto al pugno duro sugli sbarchi», ad aprile ammetteva «da soli non ce la facciamo». Ieri mattina a Lampedusa si contavano 4mila naufraghi.
L’ISOLA ha un’amministrazione di centrodestra che fa i conti con le politiche dell’esecutivo del suo stesso colore. Il sindaco Mannino: «Non ho capito quale sia la strategia del ministero dell’Interno. E qual è la strategia del ministero per aiutare quest’isola. A gennaio ci era stata garantita una nave che avrebbe dovuto fare la spola con la terraferma. Ad oggi non è in servizio». Furibondo è anche il vicesindaco leghista Attilio Lucia: «Il ministro Piantedosi non si è fatto sentire. Abbiamo più di 4mila immigrati dentro al centro di accoglienza che ne può ospitare 500, abbiamo un Pronto soccorso che tra turisti, locali e immigrati è inagibile. La destra sta diventando peggio della sinistra. Salvini è da un pezzo che non mi risponde».
LA REALTÀ sta presentando il conto: al 25 agosto, gli arrivi nel 2023 sono stati 107.530, nel 2022 52.954. Ma il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, ha deciso di polemizzare con chi fa i salvataggi: «Spero che tutte le Ong rispettino le indicazioni dei porti date dalle autorità italiane. Il buon senso e l’esperienza suggeriscono che un giorno in più di navigazione è poca cosa rispetto a ciò che hanno affrontato. Chi dichiara che ha ‘dovuto’ attraccare in porti come Lampedusa perché il più vicino sa delle criticità che andrebbero a determinare». Stessa posizione del prefetto Filippo Romano, che però usa toni più morbidi: «È importante che le Ong comprendano che non farle attraccare a Lampedusa non significa fare loro un danno. Significa soltanto che Lampedusa ora non è assolutamente in grado di ricevere altri profughi».
IL RIFERIMENTO è alla Ocean Viking di Sos Mediterranée con 439 naufraghi a bordo a cui è stato dato come porto di attracco Genova, dopo averne sbarcati una parte a Vibo Valentia. Il viaggio non sarà una crociera: «L’allerta maltempo nel mar Tirreno solleva preoccupazioni – spiega la Ong -. Tra i sopravvissuti 90 minori non accompagnati, 4 donne incinte e 6 disabili. Dopo il calvario che hanno affrontato, comprese le difficoltà in mare, i team stanno lavorando per offrire assistenza medica» nel mezzo delle attese mareggiate.
ARRIVA OGGI a Brindisi la Geo Barents di Medici senza frontiere con 168 persone, 110 minori non accompagnati. Lontane dai salvataggi altre tre navi Ong per fermo amministrativo. Martedì la Sea eye 4 è stata presa in custodia amministrativa a Salerno per 20 giorni più multa da 3.333 euro: «Solo quest’anno la Sea Eye ha già dovuto pagare 6.666 euro di multa per aver salvato vite umane. Sono almeno 40 i giorni di inattività imposta dal governo». Fermata anche la nave Open Arms, lunedì era toccato all’Aurora di Sea Watch. «La legge italiana – proseguono da Sea eye – prevede sanzioni a più livelli. Ulteriori violazioni potrebbero comportare detenzioni molto più lunghe, multe più elevate o addirittura la confisca delle navi. L’Italia ha creato un costrutto legale che punisce comportamenti umani e cerca di paralizzare la flotta civile».
FERMA ANCHE LA MARE JONIO di Mediterranea: Dopo la conclusione dei lavori di adeguamento e potenziamento dei dispositivi di soccorso, la nave è stata sottoposta a ispezione per ottenere il Certificato di Idoneità necessario per riprendere le missioni. Venerdì l’esito dei controlli: «Non sussistono le condizioni per il rinnovo/rilascio del Certificato d’idoneità». La procedura burocratica, resa sempre più stringente dagli ultimi due governi, rende di fatto impossibile adeguare al servizio di salvataggio un rimorchiatore costruito nel 1972: «In sostanza – scrivono gli attivisti – dagli ultimi due governi è stata introdotta una normativa finalizzata a rendere impossibile che vi sia una nave civile di soccorso con bandiera italiana. Proprio nel maggio scorso la Mare Jonio ha ottenuto dall’autorevole Ente tecnico riconosciuto dalle stesse Autorità di bandiera italiane, il Registro Italiano Navale Rina, la conferma della piena certificazione come “nave Rescue”. Sotto qualsiasi altra bandiera europea, la classificazione del Rina sarebbe più che sufficiente per certificare la Mare Jonio come nave da salvataggio. Tutto questo proprio nella settimana in cui tre navi ong sono state fermate, colpevoli solo di aver salvato vite umane in supposta violazione delle regole del decreto Piantedosi». Da Avs Nicola Fratoianni: «Il capolavoro del governo Meloni: gli unici a poter navigare liberamente saranno gli assetti navali delle milizie libiche».
LA SEGRETARIA DEL PD ha commentato: «Le destre nazionaliste, appassionate del tema dell’immigrazione, adottano leggi ingiuste e illegali, parlano a sproposito e non si ricordano mai di salvare vite». Salvini tira dritto: «È necessario un nuovo decreto sicurezza già a settembre». Da FdI, Tommaso Foti: «Il governo accelererà le espulsioni». Si scorda di aggiungere che le espulsioni non portano quasi mai ai rimpatri