La direttrice del distretto Donatina Cilla spiega il progetto che vedrà l'inizio dei lavori, del costo di oltre 2 milioni di euro, in autunno: "Stanziati 550mila euro in più per il caro materiali
(da Ravennatoday)
Il padiglione della Fiera dove sarà realizzata la nuova Casa di Comunità
La nuova Casa della salute in zona fiera a Faenza sarà un polo dedicato alla medicina generale, con Cup, ambulatori medici e infermieristici, un’area accoglienza e possibilmente anche uno spazio dedicato allo psicologo di comunità. A specificare nel dettaglio il progetto di Ausl Romagna legato alla nuova struttura è la direttrice del distretto Donatina Cilla: “Quando parliamo delle case della salute parliamo innanzitutto delle case di comunità citate nel decreto 77 (del 2022, che regolamenta la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitari Nazionale, nda) e nel Pnrr - spiega Cilla -. Per il nostro distretto abbiamo previsto la costruzione di una nuova casa di comunità che sarà costruita ‘ex novo’ nell’area della fiera, ampia 820 metri quadri e finanziata da risorse previste nel Pnrr per un milione e 600mila euro”.
A proposito di tale cifra, nel consiglio comunale straordinario tenutosi al Palazzo del Podestà lo scorso novembre fu esplicitato che, rispetto all’idea iniziale, le risorse sarebbero state sufficienti solo per coprire la metà del progetto.
Perché l’area interessata sarebbe stata circa il doppio. Purtroppo in virtù dell’aumento dei prezzi e delle risorse stanziate è stato necessario ridefinire il progetto iniziale. Dopo il completamento dei lavori per i primi 820 metri quadrati, proveremo ad attivare una seconda fase con altri fondi.
Negli ultimi tempi si è assistito a ulteriori pesanti rincari, si riuscirà lo stesso a completare con le risorse già stanziate la nuova casa della salute in fiera?
Purtroppo questo è un problema che ci sta riguardando da vicino. Il Pnrr prevede uno stanziamento che sappiamo essere insufficiente e in continua evoluzione. Sulla base dei tempi che abbiamo per la realizzazione, periodicamente ci sono da fare aggiustamenti rispetto al progetto. Vero è che per le motivazioni legate alle richieste di adeguamento per l’incremento dei prezzi e dei materiali ci è stato concesso un ulteriore stanziamento pari a 550mila euro. Non è tantissimo, ma questo ci permette di portare a termine e completare, se le cose non cambieranno, quanto progettato.
Attualmente la fiera ha due padiglioni, A e B. Il progetto prevede l’abbattimento di un padiglione e la costruzione della casa della salute. Sul piano delle tempistiche, quando è previsto l’inizio del cantiere?
Si spera e si pensa di poter partire con l’apertura dei cantieri in autunno, dopo l’estate.
Cosa andrà a contenere sul piano dei servizi la nuova casa della comunità in fiera?
Indicativamente sarà un polo dedicato alla medicina generale, cosa che nell’attuale sede della casa di comunità (alla Filanda, nda) non era mai stato possibile realizzare. Ci saranno ambulatori per i medici di medicina generale, un’area accoglienza e una per la prenotazione di esami (Cup). Pensiamo anche a un’area dedicata ad ambulatori infermieristici, per l’integrazione dell’assistente sociale e speriamo anche un’area per uno psicologo di comunità. Avrà quindi una modalità di presa in carico diversa, non sarà solamente un’allocazione di ambulatori di medici di base. Sarà una casa hub che prevederà delle sedi satellite.
Che cosa ne sarà invece della casa della salute alla Filanda?
Non sarà smantellata, ma manterrà l’identità che attualmente sta sempre più assumendo: un polo a vocazione materno-infantile. C’è già una pediatria di gruppo con cinque pediatri di libera scelta, c’è la pediatria di comunità, c’è la medicina dello sport, il consultorio materno infantile e c’è un ambulatorio per la presa in carico del bambino obeso, progetto iniziato a febbraio. Questo per dire che sono servizi funzionali l’uno all’altro, che dialogheranno con la casa della salute in fiera vista anche la vicinanza.
A poca distanza da via Risorgimento c’è anche il polo Ausl di via Zaccagnini.
Che sarà mantenuto in quell’area. Via Zaccagnini è la sede dei servizi riferibili al dipartimento di salute mentale. Attualmente lì c’è il Centro di Salute Mentale, la neuropsichiatria infantile e il servizio dipendenze patologiche. Le tre sedi, l’hub Fiera e le due spoke, saranno un aggregato di servizi complementari per Faenza.
Ci saranno cambiamenti nella presa in carico dei pazienti grazie alla casa della comunità?
Si prevede una diversa modalità di presa in carico dell’utenza. I medici lavoreranno insieme nella casa di comunità e svolgeranno un lavoro integrato con gli ambulatori infermieristici. Per questo prevediamo di organizzare anche un servizio di segreteria, proprio per ottimizzare l’accoglienza dell’utenza. C’è poi tutto il tema dell’intervento approvativo all’utenza per la parte riguardante le patologie croniche. Abbiamo necessità di rendere sempre più operativi quegli ambulatori, che sono sì già attivi anche ora nelle case della salute già presenti e nei nuclei di cure primarie; manca però il rapporto diretto con la parte infermieristica, cosa che nella casa della salute, in virtù dell’ambulatorio identificato per le patologie croniche, sarà il punto focale. Anche per la parte specialistica (cardiologia, diabetologia, pneumologia) che è prevalentemente coinvolta nella gestione integrata di queste patologie la casa della salute sarà il punto di riferimento, grazie a una interrelazione più stretta.
Quando entrerà in funzione?
Seguiamo le tappe del Pnrr: entro il 2025 dovremo aver completato i lavori e dovrà essere operativa nel 2026. Ci sono tabelle di marcia molto strette, non andremo molto oltre nonostante i ritardi dovuti ad adeguamenti prezzi e rincari. In ogni caso noi i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali di cui parlavo prima li abbiamo già attivati, compresi i percorsi di prevenzione, che sono molto più attivi in altre case della salute come Brisighella, Castel Bolognese e Valle del Senio. Per Faenza si tratterà di renderla subito operativa, ma è esclusivamente una questione logistica. Abbiamo già coinvolto i medici del distretto, è un’attività che non si vede ma lo stiamo già facendo, anche attraverso la formazione. Non aspettiamo che sia terminata l’opera per attivarci, una volta pronti gli spazi si tratterà solo di portare all’interno i contenuti.
Se ci fossero stati immediatamente i fondi per l’altra metà del padiglione A, come si sarebbe completata la casa della salute?
Si sarebbe ampliata la prima, si pensava adesso di inserire lì i servizi di assistenza domiciliare, e poi completare gli spazi con altri servizi funzionali alla casa di comunità.
In ultimo, sono in corso altri lavori in altre sedi del distretto. A che punto siamo?