L'atomo fuggente. Il leader dem: «Dalla commissione Ue scelta totalmente sbagliata» Chiara Braga: «Da Salvini solo pericolosa demagogia»
Enrico Letta © LaPresse
Sul nucleare il Pd batte un colpo. «Non ci piace la bozza di tassonomia verde che la Commissione Ue sta facendo circolare», spiega Enrico Letta. «L’inclusione del nucleare è per noi radicalmente sbagliata. E il gas non è il futuro, è solo da considerare in logica di pura transizione verso le vere energie rinnovabili».
IL LEADER PD SI SMARCA dunque dalla posizione del premier tedesco Olaf Scholz che aveva fatto un clamoroso dietrofront sulla proposta avanzata da Bruxelles di inserire il nucleare e il gas naturale in una lista di attività economiche considerate sostenibili dal punto di vista ambientale. Se Scholz dunque si arrende alle posizioni nucleariste di Parigi, il Pd prova a far sentire la sua voce in vista della decisione del governo italiano attesa entro il 12 gennaio. Una decisione difficile visto che il ministro della Transizione ecologica Cingolani è aperto al nucleare e il leader della Lega Salvini ne è un tifoso.
«Nella tassonomia proposta da Bruxelles, sul nucleare si dà per scontato che non rechi danno per l’ambiente, ma così non è», spiega Chiara Braga, deputata, responsabile transizione ecologica del Pd. «Ci sono troppi elementi non chiari che riguardano la sicurezza delle centrali, lo smaltimento delle scorie e i costi di produzione. Per noi non è ragionevole inserire questa fonte energetica tra quelle sostenibili».
PER I DEM FANNO ANCORA fede i due referendum del 1986 e del 2011. «Gli italiani si sono pronunciati nettamente, per quanto riguarda il nostro paese la scelta di investire sul nucleare di terza generazione sarebbe anche anti-economica», spiega Braga. «Si tratta di una tecnologia che abbiamo abbandonato da decenni. In altri paesi come la Francia i costi per la realizzazione delle centrali di terza generazione sono schizzati alle stelle, come ha certificato la loro corte dei conti».
Secondo Braga poi «il nucleare di quarta generazione non esiste e non è praticabile». Quanto a Salvini, che agita l’atomo per far fronte al caro bollette, la deputata dem è netta: «Pura demagogia, e anche pericolosa perchè agitare questo spauracchio rischia di rallentare il percorso verso le fonti rinnovabili».
IL LEGHISTA PARLA ANCHE di un nuovo referendum. «Io ricordo che quando il governo Conte 2 si è attivato per realizzare un deposito nazionale delle vecchie scorie nucleari italiane Salvini si è scatenato creando allarme sociale», dice Braga. «In ogni regione dove andava diceva “le scorie non devono venire qui”. Mi chiedo oggi possa pensare di proporre agli stessi cittadini la realizzazione di nuove centrali. Davvero, fa solo demagogia. Non a caso il governo gialloverde non fece nulla per il deposito delle scorie, tanto che siamo in grave ritardo. Già smaltire le vecchie scorie è un processo complesso e costoso.
ORA PERÒ DEVE PRONUNCIARSI il governo italiano. «Il Pd farà sentire la sua voce nelle sedi istituzionali, per noi il nucleare non fa parte del futuro energetico dell’Italia neppure come fonte di transizione», assicura Braga. «Certo, trattandosi di criteri per gli investimenti, dunque di un tema economico, sarà dirimente il parere del Mef».
I dem sosteranno la posizione anche al parlamento europeo, dove il no alla tassonomia proposta da Bruxelles è largamente condiviso dai socialisti. «Ci sarà una discussione, ma mi pare che anche gli altri partner socialisti siano d’accordo nel non considerare il nucleare compatibile con il green deal», spiega la componente della segreteria Pd. «Così la pensa anche il capodelegazione a Bruxelles Brando Benifei: «La proposta di qualificare il nucleare come investimento sostenibile è un grave errore, perché oggi tutti gli incentivi devono andare alle fonti di energia realmente sostenibili. Ora il governo agisca».
L’uscita di Letta piace agli ambientalisti. «Una scelta politica importante», dice Angelo Bonelli di Europa Verde. «L’inserimento del nucleare e gas nella tassonomia verde Ue non tutela il pianeta e nemmeno gli interessi economici dell’Italia, ma solo quelli dell’industria nuclearista francese, fortemente indebitata, che vuole mettere le mani sui fondi pubblici europei e quindi anche nostri. Ora ci sono le condizioni per costruire insieme al Pd e i Verdi nel Parlamento europeo una maggioranza che possa bocciare la proposta di tassonomia».