Una nuova sfida. Alcuni esponenti lasciano il partito, per provare a dare vita ad allargare il fronte della sinistra progressista e ambientalista
Insieme a iscritt* dirigent* e simpatizzanti di Sinistra Italiana consideriamo esaurito questo percorso, che appare inadeguato a rispondere alla sfida di costruzione di un soggetto radicale, unitario, ecologista, e di sinistra.
Anche il dibattito che si è aperto sul manifesto dopo le amministrative conferma l’opportunità di questa decisione. In questa fase storica segnata dalla pandemia, dalla necessità di una ripartenza del Paese fondata sul rilancio di beni e servizi pubblici di qualità, dalla sfida climatica come occasione di battaglia radicale per la giustizia ambientale e sociale, bisogna investire su un campo largo, plurale, democratico e progressista, competitivo nella sfida delle prossime elezioni politiche per impedire la vittoria del fronte sovranista e conservatore.
Tutte le organizzazioni politiche della sinistra e degli ecologisti, a cui va riconosciuta la coraggiosa resistenza in anni difficili nonché il merito di aver tenuto aperto uno spazio pubblico, oggi appaiono inadeguate: più causa di difficoltà che non soluzione del problema. Organizzazioni politiche spesso poco utili anche per sostenere una nuova stagione di movimenti e mutualismo socio-ecologico che, pur in forme inedite e nuove, attraversa i territori e i posti di lavoro.
È evidente che il Pd, parte decisiva e contraddittoria per qualsiasi ipotesi di coalizione democratica, da solo non ce la fa. Anche nella prospettiva di un accordo con il M5S rimane aperto un vasto spazio pubblico per una proposta politica radicale nei valori, pragmatica negli obiettivi, fortemente collocata nel filone dell’europeismo progressista e ambientalista. Una proposta che assuma la radicalità della conversione ecologica dell’economia e della transizione energetica pulita come leve di una rinnovata battaglia per la giustizia sociale. Fa riflettere in questa prospettiva la mancanza di una forte iniziativa politica nel momento in cui il sindacato decide giustamente di riaprire una vertenza conflittuale sulla legge di stabilità.
Dall’Europa e in particolare dalla Germania ci arriva la conferma che i vecchi schemi non bastano più: una coalizione a traino socialdemocratico si appresta a governare insieme a Verdi e Liberali con un programma molto più avanzato anche del “nostro” centrosinistra: salario minimo a 12 euro, legalizzazione delle sostanze leggere, conferma della fuoriuscita totale da nucleare per citare solo i punti principali.
Questo spazio pubblico è già traversato da moltissime iniziative e animato da una nuova generazione di attiviste (e attivisti) che hanno un ruolo anche nelle istituzioni locali: Elly Schlein, Emily Clancy, Michela Cicculli, Sandro Luparelli, Amedo Ciaccheri, la sindaca di Bertinoro Gessica Allegni, l’assessora toscana Spinelli senza dimenticare Milano, Napoli, Torino. Questa nuova generazione politica e non solo anagrafica è chiamata oggi a fare un passo in avanti e prendere in mano la costruzione di questa proposta che non può essere un nuovo partitino ma deve, a partire da una piattaforma di obiettivi, mobilitare e aggregare il popolo ambientalista, progressista, di sinistra.
Anche l’iniziativa di Pragmatica svoltasi a Roma sabato 27 novembre che allude alla costituzione di una piattaforma nazionale comune della nuova generazione di attivisti e amministratori può liberare energie presenti nei territori, nel mondo del volontariato e del mutualismo sociale.
Le singole esperienze organizzate garantiscono esclusivamente rendite di posizione sempre più deboli e autoreferenziali. La crisi climatica e la necessaria transizione ecologica richiedono invece un nuovo orizzonte di azione in cui la lotta per la giustizia ambientale e quella per la giustizia sociale procedano di pari passo.
Non può esserci cambiamento equosolidale in assenza di una soggettività europeista, ecologista e solidale, concentrata su misure di welfare universale e con lo sguardo rivolto alle grandi contraddizioni globali del nostro tempo.
Tali riflessioni hanno animato in questi ultimi mesi il nuovo spazio partecipato di discussione e di iniziativa pubblica «Italia Verde e Giusta» promosso dal contributo dei parlamentari Loredana De Petris, Francesco Laforgia e Luca Pastorino che ha coinvolto il sindaco di Milano Sala, il leader del M5S Conte, tanti amministratori locali e sindaci civici protagonisti di coalizioni larghe e decisive per la vittoria del centrosinistra in moltissime città. Sono avvenuti atti politici nuovi che meritano di essere tenuti in considerazione, come l’adesione del sindaco Sala alla carta dei valori dei Verdi Europei e quella del M5S di Conte al campo democratico e progressista.
Sono convinto che tornare in campo aperto, considerando esauriti i percorsi delle frammentate forze della sinistra e degli ecologisti, possa darci ancora una volta una possibilità. Non è più tempo di accontentarsi della pur generosa testimonianza. È ora di provare ad attraversare i territori e le istituzioni con la voglia di battersi ancora per «un altro mondo possibile».