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Per una occupazione «sociale» delle fabbriche. (di Guido Viale)
Occupazione delle fabbriche, come ha prospettato il segretario della Fiom? La manifestazione del 25
ottobre potrebbe rilanciarla. Sarebbe una risposta forte a una politica senza soluzioni credibili per
l’occupazione, soprattutto quella delle aziende in crisi. Ma gli impianti occupati potrebbero diventare
anche un punto di riferimento per le tante forze disperse nei territori che si oppongono alla
devastazione di occupazione, redditi, ambiente, scuola, beni comuni, servizi pubblici, convivenza
civile; di tutte le cose sottoposte all’attacco dei vincoli europei e del Governi Renzi.
D’altronde, la crisi di molte imprese medio-grandi è il frutto di quegli investimenti esteri che per il
Governo dovrebbero far «ripartire» l’Italia e che sono invece la fossa dell’apparato produttivo
e dell’occupazione del paese: ora la AST di Terni, ma prima di lei Alcoa, Sevestal, Jabil, Nokia,
Alstom, Maflow, e tante altre; tra breve l’Ilva (la compreranno solo per metter piede in Europa,
acquisirne il mercato e abbandonarla al destino già segnato dai Riva spremendo uomini, impianti
e città fino al totale esaurimento). E la Fiat (ora FCA) non è da meno.
Ma poi?

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Il segretario della Fiom Maurizio Landini in un'intervista all'Espresso: leggi qui

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Stop alle spese militariL'appello. Chiediamo al governo sia di bloccare le spese militari che di «tagliare le ali» agli F-35 che ci costeranno 15 miliardi di euro

La guerra imperversa ormai dall’Ucraina alla Somalia, dall’Iraq al Sud Sudan, dal Califfato islamico (Isis), al Califfato del Nord della Nigeria (Boko Haram), dalla Siria al Centrafrica, dalla Libia al Mali, dall’Afghanistan al Sudan, fino all’interminabile conflitto Israele-Palestina.

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