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Destra e sinistra esistono ancora?
Due categorie che rappresentano tuttora una sorta di bussola per orientarsi nel paesaggio politico per una larga parte dei cittadini attivi, ma sembrano perdere di efficacia se ci si avvicina a fenomeni come il movimento di Grillo o il prossimo venturo “partito della nazione” di Renzi.

Di tutt’altro avviso è Luciano Gallino che sulla risposta da dare ha pochi dubbi. Nell’articolo “La differenza visibile tra destra e sinistra”, apparso recentemente su “la Repubblica”, riprende l’annosa questione che Norberto Bobbio rilanciò negli anni ’90. Allora la crisi di identità della sinistra già comunista era precipitata nella concreta e disastrosa sconfitta politica dei “progressisti”.

Lì ebbe inizio il ventennio berlusconiano.

Nel 1994 in un breve saggio edito da Donzelli “Destra e sinistra. Ragioni e significati di una distinzione politica” che merita ancora oggi di essere riletto e consigliato anche ai più giovani, Bobbio conferma la fondatezza della distinzione e trova che “il criterio rilevante per distinguere la destra e la sinistra è il diverso atteggiamento rispetto all’ideale dell’eguaglianza e il criterio per distinguere l’ala moderata da quella estremista tanto nella destra quanto nella sinistra è il diverso atteggiamento rispetto alla libertà …..”

Oggi Gallino applica quella distinzione (la differenza visibile) alle opposte manifestazioni di piazza S. Giovanni a Roma e della Leopolda a Firenze e ne analizza le caratteristiche.

Un articolo da leggere e ricco di spunti di discussione. Lo trovate a questo link

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Lo scontro politico sul Jobs Act sta, con la manifestazione sindacale di oggi, entra nel vivo, ed è dunque opportuno ricordare alcuni punti centrali del conflitto, tenendo conto di ulteriori elementi che emergono dalla legge di stabilità dell’anno 2015:

  1. Il primo punto è ovviamente quello della permanenza, oppure, della abrogazione o, al contrario, dell’estensione a tutti i lavoratori della fondamentale norma dell’art. 18 dello Statuto, della cui valenza prevenzionistica di licenziamenti arbitrari e antiricattatoria, si è detto più volte, sottolineando la sua funzione di garanzia della dignità del lavoratore che rende logica e naturale la sua estensione e non già la politica della restrizione o abrogazione che il governo Renzi persegue con molta aggressività.

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Ambiente, l’ennesima occasione sprecata dall’Europa
Il ciclone Renzi si è abbattuto sul clima in Europa strappando un nulla di fatto. L’esito del Consiglio  europeo su clima e energia 2030 è arrivato a tarda notte ma non ha portato nessuna buona notizia.
Un’ennesima, grande occasione sprecata, frutto della disattenzione con cui il nostro governo ha gestito la partita, limitandosi a svolgere un ruolo notarile di presidente di turno dell’Ue, cedendo alle minacce di veto britanniche e polacche, unendo una scarsa capacità di leadership a una ancor più debole volontà politica di investire nello sviluppo di un’economia europea a basse emissioni di carbonio e cedendo, ancora una volta, alla lobby del fossile.

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Quando ci si riferisce alla disciplina del licenziamento e alla tutela giuridica della parte più debole nel rapporto di lavoro, ossia il lavoratore subordinato dipendente, si cita l'articolo 18 della legge n. 300 del 1970 ,“lo Statuto dei lavoratori”.

Queste norme hanno una storia e una evoluzione, fatta di dure battaglie politiche e sindacali, ma anche di pesanti attacchi: alcuni respinti, come quello di Berlusconi nel 2002 (con la manifestazione dei 3 milioni al Circo Massimo del 23 marzo); altri meno, come le modifiche peggiorative della Fornero del 2012. Oggi siamo al Jobs Act di Renzi.

Di seguito una scheda di Francesca Fontanarosa*, tratta dal n.10 del menabò di Etica e Economia.

http://www.eticaeconomia.it/la-disciplina-del-licenziamento-e-la-tutela-giuridica-del-lavoratore/

*Francesca Fontanarosa è dottoranda in Diritto Pubblico dell’Economia presso il Dipartimento di Economia e Diritto della Sapienza, Università di Roma.

 

 

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“Non ci sono alternative, entro il 2050 dobbiamo cambiare sistema energetico” (di Luca Fazio)
Stefano Caserini è ingegnere ambientale e titolare del corso di mitigazione dei cambiamenti climatici
al Politecnico di Milano. Da anni si occupa delle strategie di riduzione dei gas climalteranti
e della comunicazione del problema dei cambiamenti climatici.
Improvvisamente il mondo si scopre ambientalista e la lotta ai cambiamenti climatici sembra
essere in cima ai pensieri dei potenti.

In realtà quali aspettative genera il vertice Onu di New York tra gli addetti ai lavori?

Purtroppo la lotta ai cambiamenti climatici non è in cima ai pensieri dei potenti, o dell’opinione pubblica.
L’appuntamento di New York si inserisce nei lavori della Convenzione sul Clima dell’Onu, sono

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28 ottobre 2014 
Papa Francesco ricevendo nell'Aula Vecchia del Sinodo in Vaticano gli oltre duecento rappresentanti dei Movimenti Popolari, riuniti da ieri Roma e provenienti da tutti i continenti ......
 
papa
Buongiorno di nuovo,
sono contento di stare tra voi, inoltre vi faccio una confidenza: è la prima volta che scendo qui, non c’ero mai venuto. Come vi dicevo, provo grande gioia e vi do un caloroso benvenuto.
Grazie per aver accettato questo invito per dibattere i tanti gravi problemi sociali che affliggono il mondo di oggi, voi che vivete sulla vostra pelle la disuguaglianza e l’esclusione. Grazie al Cardinale Turkson per la sua accoglienza, grazie, Eminenza, per il suo lavoro e le sue parole.  Questo incontro dei Movimenti Popolari è un segno, un grande segno: siete venuti a porre alla presenza di Dio, della Chiesa, dei popoli, una realtà molte volte passata sotto silenzio.
I poveri non solo subiscono l’ingiustizia ma lottano anche contro di essa!
Non si accontentano di promesse illusorie, scuse o alibi. Non stanno neppure aspettando a braccia conserte l’aiuto di Ong, piani assistenziali o soluzioni che non

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