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Il parere del costituzionalista Alessandro Pace
intervista di Tommaso Rodano  sul "Fatto Quotidiano" del 04 Marzo 2016

 Tommaso Rodano intervista il costituzionalista  Alessandro Pace sul modo insensato nel quale il governo Rnzi calpesta la Costituzione e il buon senso per condurre, per conto degli USA, la "guerra informale" in Libia. Il Fatto quotidiano, 4 marzo 2016
Professor Alessandro Pace, l’Italia di fatto è entrata in guerra in Libia. Prima ha fornto supporto logistico agli alleati, presto sarà anche sul campo. Il Corriere ci informa che è tutto deciso, dalla linea di comando alle regole d’ingaggio. Tutto determinato in un decreto secretato del presidente del Consiglio del 10 febbraio. Il Parlamento assiste in silenzio. È normale?
« No, sarebbe gravissimo. La missione militare in Libia dovrebbe essere prima essere autorizzata dalle commissioni congiunte Difesa ed Esteri, mediante una risoluzione. Quanto agli aspetti finanziari, in genere è un decreto legge del governo a finanziare le missioni militare e a determinare lo status dei militari, col conseguente controllo parlamentare in sede di conversione del decreto. Questa è la cornice normativa. Ormai sta maturando la spiacevole abitudine a fare guerre praticamente senza dichiararle, ma quando si decide una missione militare il Parlamento non può essere eluso, come sembra stia avvenendo. Purtroppo non è una dinamica sorprendente».

Cosa intende?
«È una tendenza consolidata, quella di indebolire il Parlamento. Si vede anche in questa orrenda riforma costituzionale: la deliberazione sullo stato di guerra, quindi sulla missione militare, spetta soltanto alla Camera dei deputati, mentre avrebbe dovuto essere bicamerale. Una scelta in linea con il percorso intrapreso negli ultimi anni: prima una legge elettorale che trasforma in maggioranza un partito che ha preso il 25 per cento dei voti alle elezioni, poi quella stessa maggioranza manomette il Senato e annichilisce il Parlamento, nel nome di un rapporto verticale con l’esecutivo, privo di equilibrio«.

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Unioni civili, sì del Senato alla fiducia. Renzi: "Ha vinto l'amore"

"Triangolo d'amore" di Norma Rangeri da il manifesto

Unioni civili. L’organizzatore e il fedele custode del patto del Nazareno ha fatto il suo ingresso trionfale in maggioranza comunicando la decisione di votare la fiducia. Come dice Renzi per vincere e comandare non si fa l’analisi del sangue a chi ti vota

Il Senato ha votato una mediocre legge sulle Unioni civili e non è stato un bello spettacolo. Non è stato bello vedere all’opera i nostri talebani contro le «checche isteriche», contro le adozioni proibite ai «contro natura», contro l’obbligo di fedeltà per le coppie gay dovendo restare — la fedeltà — esclusiva prerogativa del matrimonio... LEGGI TUTTO L'ARTICOLO

"In Libia la feluca per mettere l’elmetto" di Francesco Martone da il manifesto

Italia/Libia. Il «governo unitario» che la diplomazia auspica serve solo a chiedere l’intervento armato. E ieri per la prima volta il Consiglio supremo di difesa a Roma ha «valutato l’azione militare»

L’ennesimo rinvio della votazione del parlamento di Tobruk sul governo di unità nazionale di Al Serraj, ed i recenti sviluppi sugli aspetti militari del dossier Libia confermano quel che già si immaginava per il futuro della Libia, ma chiamano ancor di più in causa la politica di casa nostra. ....LEGGI TUTTO L'ARTICOLO

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La legge sulle unioni civili ha ripreso il largo, se ne riparlerà la prossima settimana. Ieri mattina il presidente Grasso ha acceso il semaforo rosso e rimandato tutti a casa.

A chi giovi questa ennesima interruzione rispetto ai solenni, ripetuti impegni ad approvare un provvedimento già molto moderato rispetto al contesto europeo, non si capisce.

Certo non alla legge medesima, e neppure a chi aspetta di sapere se le sue scelte di vita resteranno di serie B. Quel che invece è evidente è la ricerca di un compromesso al ribasso, probabilmente lo stralcio delle adozioni, come richiesto dal centrodestra che infatti festeggia il rinvio insieme ai promotori delFamily day fautori dello slogan «affossiamo la Cirinnà, senza se e senza ma».

Di fronte a questo disastro politico-parlamentare, di fronte a questi giochi da furbetti del parlamento, si è levato un coro unanime: tutta colpa dei senatori a 5Stelle che non hanno voluto ingoiare il «canguro» del Pd. Scambiare la democrazia con i diritti però non sta in piedi. Perché mai avrebbero dovuto digerire un boccone così indigesto quando tutto il gruppo, con poche eccezioni, è a favore delle unioni civili e delle adozioni, non viene spiegato.

Del resto il velo di ipocrisia si è squarciato quando la Lega togliendo di mezzo le migliaia di emendamenti ostruzionistici ha offerto ai grillini l’occasione per invitare l’assemblea di palazzo Madama a votare la legge.

Invece si è alzato il capogruppo del Pd, Zanda, e, a corto di argomenti, ha chiesto il rinvio.

Anziché recitare il «mea culpa» per non essere capace di affrontare le proprie divisioni, il partito di maggioranza trova il capro espiatorio scambiando le proprie responsabilità con l’inaffidabilità dei 5Stelle. Che avranno fatto il loro interesse, ma avendo buon gioco di presentarlo come un voler votare subito la legge una volta caduto l’ostruzionismo leghista.

Venuto meno l’alibi, è apparso il nocciolo della questione: nemmeno il partito di maggioranza vuole votare la legge così com’è.

Alcuni pasdaran, sensibili ai richiami di Bagnasco, sono

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Venerdì a Fiumicello (Ud) le esequie private. Intanto nel Parlamento Ue c'è chi minimizza: Elmar Brok, presidente commissione esteri, definisce l'omicidio «un incidente come tanti»

Nell’accavallarsi di particolari sulla morte di Giulio Regeni, notizie e smentite, sono poche le cose certe. Innanzitutto, dopo la conclusione dell’esame autoptico che si è protratto nella notte tra sabato e domenica, ieri la procura di Roma ha rilasciato il nulla osta per la sepoltura delle spoglie. La salma sarà dunque trasferita su un carro funebre (e non su un aereo militare, come riportato da alcuni organi di informazione) da Roma a Fiumicello (Ud) domani o dopodomani, mentre il funerale si terrà venerdì alle ore 14, ma non sarà di Stato, perché così ha deciso la famiglia Regeni. «Non sarà allestita alcuna camera ardente e le esequie, religiose, saranno aperte a tutti, autorità comprese, ma senza seguire alcun cerimoniale ufficiale – riferisce al manifesto il sindaco di Fiumicello, Ennio Scridel -. La cerimonia si terrà nella palestra comunale, perché la chiesa del paese è troppo piccola per accogliere tutti».

In molti, infatti, tra i tanti amici parenti e colleghi di Giulio, si stanno organizzando da vari punti del mondo per raggiungere il piccolo paese friulano che domenica si è stretto in un abbraccio simbolico alla famiglia Regeni dichiarando il lutto cittadino e chiedendo, con una fiaccolata molto partecipata, che sia fatta giustizia e venga appurata la verità vera sul barbaro omicidio.

E di macabri particolari si arricchiscono le cronache, ma non tutti sono confermati. Ieri «fonti investigative qualificate» dell’Ansa rivelavano dettagli terrificanti delle sevizie subite dal giovane ricercatore che sarebbero emerse dall’autopsia

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Presidio alla Legacoop, Bologna 5 febbraio 2016

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Inps. Il lavoro a scontrino, o "buoni lavoro", cresce a dismisura. In un solo anno: +67%. In aumento anche i contratti a tempo indeterminato (oltre 500 mila), ma la maggior parte sono trasformazioni e non nuove attivazioni. Per Renzi è la prova dell'inutilità delle polemiche sul Jobs Act. In realtà non capisce i numeri e twitta a caso.

L’Inps attesta il boom dei voucher, l’ultima frontiera del precariato in Italia. Per l’Osservatorio sul precariato tra gennaio e novembre del 2015 i «buoni lavoro», detti anche «lavoro a scontrino» da 10 euro di valore nominale sono aumentati del 67,5%, oltre i 102 milioni, con punte del +97% in Sicilia. Servono a pagare gli stagionali dell’agricoltura, camerieri, baby sitter, giardinieri e colf. Per legge non possono percepire dai loro committenti più di 7mila euro all’anno. La soglia è stata aumentata dalla legge Fornero (da 5 a 7 mila). Oggi, questo “buono lavoro” costituisce la forma prevalente per il lavoro precario del futuro: quello stagionale.

Voucher, il lavoro nero istituzionalizzato

Per legge questi lavoratori non possono percepire dai loro committenti più di 7mila euro all’anno.

In un solo anno, sostiene l’Osservatorio Inps, sono stati piazzati il 67,5% di buoni in più. Oltre alla Sicilia, c’è il boom dell’85,6% in Liguria e dell’83,1% e 83% in Abruzzo e in Puglia. Il Nord è l’area del paese dove si utilizzano di più: due terzi del totale.

Il lavoro accessorio coinvolge oltre un milione di persone in Italia, in media di 36 anni in maggioranza donne (517.474, 492.052 sono i maeschi maschi). In sette anni sono stati venduti oltre 162 milioni di voucher, in gran parte con un valore nominale di 10 euro (il 94,1% del totale): 7,5 euro di retribuzione netta e 2,5 di contributi Inps e Inail. Il compenso medio per questo milioni di lavoratori a scontrino è di 500 euro all’anno.

“L’incremento dei voucher può significare problemi futuri ed è bene guardare questo fenomeno con grande attenzione”, aveva denunciato Tito Boeri, presidente dell’Inps. La contribuzione di questi lavoratori alla gestione separata dell’Inps si ferma al 13% del reddito. I loro trattamenti pensionistici futuri saranno veramente minimi. O inesistenti.

Il voucher, nato per fare emergere il lavoro nero, lo ha in realtà istituzionalizzato.

#Renzi: #avantitutta

Sul lato dell’occupazione «standard» si registrano 510.292 posti a tempo indeterminato in più. Subito è scattato il tweet di (auto)celebrazione di Renzi: «INPS dimostra assurdità polemiche su Jobsact #avantitutta».

Ma è vero? Ovviamente no. Renzi (o lo spirito che si è impossessato del suo account twitter) non capisce i numeri, né sa leggere i comunicati. L’Inps precisa che l’aumento dall’occupazione deriva dalla droga degli incentivi alle aziende (l’esonero contributivo) e non dal Jobs act. La metà dei contratti in più deriva dalle trasformazioni contrattuali (+25,8% quelle di rapporti a termine, +25,3% quelle di rapporti di apprendistato) più che da nuove attivazioni (+9,7%).

“Abbiamo la sensazione di essere in presenza, più che di una ripresa strutturata, di un utilizzo utilitaristico delle nuove norme da parte delle imprese, guidate dalla convenienza economica. Ma da qui a dire che si è sconfitto il precariato ce ne vuole” afferma Serena Sorrentino, segretaria confederale della Cgil.

E’ la nuova frontiera del precariato.

#Avantitutta verso l’opportunismo dei capitalisti all’italiana

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