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L'alluvione che ha colpito la Spagna ha scatenato teorie infondate sul cloud seeding. Antonello Pasini, fisico del clima e primo ricercatore del Cnr, ci spiega cos'è il cloud seeding e perché non può aver causato un evento di tale portata

Valencia_Alluvione

 

L’alluvione che ha colpito la Spagna, causando quasi 220 vittime e 2000 dispersi, ha riacceso i riflettori sul cambiamento climatico e sui suoi effetti sempre più estremi. Tra le preoccupazioni legittime, si sono insinuate però anche teorie del complotto che cercano di attribuire la tempesta ad attività di “cloud seeding (inseminazione delle nubi) condotte in Marocco lo scorso agosto.

Per fare chiarezza, abbiamo interpellato Antonello Pasini, fisico del clima e primo ricercatore al Cnr, che ci ha spiegato perché queste teorie non hanno alcun fondamento scientifico. “L’inseminazione delle nubi è una tecnica sperimentale per far piovere, utilizzata da decenni, ma che non ha mai portato a risultati sicuri“, afferma Pasini. “Di sicuro, la tecnica utilizzata in Marocco in agosto non può causare quello che è successo in Spagna. È una tecnica che può incrementare le precipitazioni del 10, 15 o al massimo 20%, ma non originare un’alluvione così importante, tra l’altro a molta distanza da dove è stato fatto eventualmente il cloud seeding”.

Ma cos’è esattamente il cloud seeding?

Si tratta di una tecnica di modificazione delle nubi che mira ad aumentare le precipitazioni. In pratica, si sparano nelle nuvole, tramite aerei o cannoni, particelle di ioduro d’argento che favoriscono la condensazione del vapore acqueo e la formazione di gocce di pioggia.

Questa tecnica viene utilizzata soprattutto in Paesi con climi aridi, come gli Emirati Arabi Uniti, per cercare di mitigare gli effetti della siccità. Ma come sottolinea Pasini, “fa piovere un po’ di più sul territorio dove la si sperimenta e a valle di quel territorio, semmai, piove di meno. Quindi ci sono eventualmente problemi transfrontalieri per questo fatto, come capita in Medio Oriente dove il Paese che utilizza questa tecnica ne beneficia mentre i Paesi limitrofi si trovano costretti a sperimentare siccità“.

Perché il cloud seeding in Marocco non può aver causato l’alluvione in Spagna?

Ci sono diverse ragioni per cui questa ipotesi è infondata. Innanzitutto, come spiega Pasini, il cloud seeding ha un effetto locale e limitato nel tempo. “Non puoi farlo in Marocco e avere effetti in un altro Paese”, afferma il fisico. “Inoltre, gli effetti di questa tecnica si limitano a qualche decina di minuti dopo le operazioni, al massimo qualche ora: è dunque da escludere che operazioni effettuate giorni o settimane prima abbiano potuto influire anche solo minimamente su quanto è accaduto in Spagna“.

 

In secondo luogo, l’efficacia del cloud seeding è molto limitata, anche nei casi in cui funziona meglio. “Può aumentare le precipitazioni del 10% circa”, spiega Pasini. “Non conosciamo nel dettaglio i risultati degli esperimenti svolti in Marocco, ma anche supponendo un aumento del 10% delle precipitazioni, l’evento di Valencia sarebbe comunque stato catastrofico, vista la quantità di pioggia caduta”.

Infine, è importante ricordare che con il cloud seeding non si può far piovere a comando. “Al massimo si possono aumentare le precipitazioni che già ci sarebbero state per cause naturali”, precisa Pasini.

La vera causa dell’alluvione: la crisi climatica

Le alluvioni che hanno colpito la Spagna sono state causate da una combinazione di fattori meteorologici, tra cui una “goccia fredda” che ha prodotto violenti temporali autorigeneranti. Ma l’intensificatore di fondo è il cambiamento climatico, che sta aumentando la frequenza e l’intensità di questi eventi estremi.

Come ha sottolineato la World Meteorological Organization, “le precipitazioni sono state più abbondanti del 12% circa e 2 volte più probabili rispetto al clima in epoca preindustriale”.

È quindi fondamentale affrontare la crisi climatica con urgenza, riducendo le emissioni di gas serra e investendo in misure di adattamento per proteggere le comunità dagli impatti sempre più devastanti del cambiamento climatico. Diffondere teorie del complotto non solo è inutile, ma distoglie l’attenzione dal vero problema e, soprattutto, ritarda le azioni necessarie per affrontarlo.