Appello al presidente Obama negli ultimi giorni del suo mandato: conceda la grazia a Leonard Peltier prima di lasciare la Casa Bianca.
Primi firmatari: Alex Zanotelli e Gad Lerner
Leonard Peltier è un attivista per i diritti dei nativi americani. La sua storia è poco conosciuta in Italia, ma rappresenta un’ingiustizia che ancora oggi non è mai stata sanata. Peltier si trova in carcere dal 1976, in seguito a due condanne per omicidio che sono state sentenziate con prove poi risultate non vere. Peltier è accusato di aver favorito l’omicidio di due agenti della FBI uccisi nel 1975. Negli anni 70 Peltier diventò un esponente dell’AIM, il movimento che si batte per i diritti dei nativi americani. In quel periodo si è svolta una dura lotta tra una tribù dei Lakota, che vivevano in una riserva del South Dakota, e lo Stato federale, che voleva controllare i ricchi giacimenti di quei petroli. Uno scontro costato molte vite umane. Durante un’operazione a sorpresa del FBI Peltier fu coinvolto in un prolungato scontro a fuoco, che uccise un indiano americano e due giovani agenti. Tre persone furono accusate d’omicidio, ma solo Peltier fu condannato, dopo che l’estradizione dell’attivista dal Canada dove si era rifugiato. Leonard Peltier ha sempre professato la sua innocenza, e negli anni successivi alla sua condanna sono emerse prove che corroborano questa tesi. Andrea De Lotto, un insegnante italiano che vive a Barcellona e si batte per la liberazione di Leonard Peltier, descrive sinteticamente le contraddizione della sentenza contro l’attivista dei nativi americani. ” Dopo cinque anni, accurati esami balistici riuscono a provare che i proiettili che uccisero i due agenti non appartenevano all’arma di Leonard, e alcuni dei testimoni che lo avevano accusato ritirano le loro dichiarazioni, confessando di essere stati minacciati dall’FBI. A Leonard è stata negata la possibilità di avere una revisione del processo, nonostante le prove che dimostrano la sua innocenza”. Il regime di carcerazione è stato particolarmente pesante nei suoi confronti. ” Per almeno due volte si è cercato di ucciderlo in carcere, mentre le sue condizioni di salute sono difficili. Operato ad una mascella solo grazie alle pressioni popolari, quasi cieco da un occhio, malato di diabete e di prostata, ma Leonard Peltier resiste e non rinnega nulla della sua lotta”. Una battaglia per i diritti del suo popolo che è costata la libertà all’attivista, come rimarca Andrea De Lotto. ” Leonard Peltier è in carcere perché lottava per i diritti del suo popolo e la sua storia è un esempio delle tante ingiustizie che avvengono in ogni parte del mondo e che vengono taciute perché “scomode”. Peltier in Italia è praticamente sconosciuto, la sua storia non riempie le pagine dei giornali. Eppure è una storia che merita attenzione, perché ci parla dell’apartheid oggi, che non si esprime più nelle forme feroci che si sono vissute in Sudafrica, ma che continua ad esistere anche nei paesi cosiddetti civili. L’apartheid non è soltanto brutale e gratuita violenza verso chi ha la pelle di diverso colore”. A questi link si possono firmare le petizioni per la sua liberazione. Bill Clinton fu sul punto di graziarlo, ma l’FBI si rivoltò contro quella decisione. Ora si spera che il presidente Obama, negli ultimi giorni del suo incarico, possa liberare Leonard Peltier dal carcere.
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