Continuiamo a pubblicare contributi sul caso Arena Borghesi, come su altri di grande interesse: la cultura, l’economia e lo sviluppo del territorio, il lavoro e gli effetti di una crisi che dura ormai da troppi anni, la sanità, i servizi sociali. Il sito ospiterà di buon grado le opinioni che gli perverranno.
Paghi uno prendi due?
di Fabio Mongardi
A proposito della Arena Borghesi e in seguito all'interpellanza comunale del consigliere de L'Altra Faenza Eddy Necki, apprendiamo dal sindaco che quello da noi sospettato corrisponde a realtà: c'è ancora in piedi il progetto di vendere un'ulteriore parte dell'Arena al supermercato Conad.
Senza tanti giri di parole ci dice il Dott. Malpezzi che non c'è scandalo in tutto ciò, è una semplice questione di risorse, cioè di denaro da trovare per il restauro. (guarda la diretta del Consiglio comunale dal minuto 01:17:20)
A parte che gli sprechi che hanno caratterizzato tutte le ultime amministrazioni a Faenza, esistono risorse a livello regionale o europeo proprio per la valorizzazione del patrimonio artistico ambientale del territorio. Ma naturalmente bisogna essere consapevoli di quello che si vuole conservare e della loro importanza. Quello che vediamo purtroppo è che la fantasia dei nostri amministratori non ha limiti. Fino ad oggi esisteva il coinvolgimento del privato che sponsorizzava il restauro o la ricostruzione di un'opera. Bene. Ben venga, diciamo noi, consapevoli che le risorse pubbliche scarseggiano.
Qui a Faenza però si sta facendo un curioso e imprevedibile salto di qualità, le cui conseguenze proiettate nel futuro potrebbero portare ad effetti, direi , quantomeno sconcertanti. Il privato che sponsorizza un restauro non ottiene come benefici sgravi fiscali, agevolazioni o possibilità di sfruttare la cosa come pubblicità, no, qui si va oltre, il privato se ne compra addirittura un pezzo, cioè si compra un pezzo di un bene pubblico.
Questa è la fantasiosa idea che circola all'interno delle stanze comunali. Come se Della Valle per restaurare il Colosseo avesse preteso di prendersene una parte, magari per farne un mega negozio di scarpe. Si potrebbe quindi ipotizzare, ad esempio, di vendere una parte di Pompei a Briatore, che sicuramente saprebbe sfruttare come location per le sue conturbanti feste. Oppure vendiamo un bronzo di Riace, tanto ne abbiamo un'altro. Insomma con questo principio e la follia di noi italiani, può succedere di tutto.
A Faenza con l'aria che tira e visto che c'è di mezzo un supermercato, si potrebbe addirittura arrivare al paghi uno e prendi due?