IL LIMITE IGNOTO. Il tempo dell’Ucraina si sta esaurendo? Non lo dice qualche pericoloso sovversivo, oppure Papa Francesco, ma un saggio di Foreign Affairs di Dara Massicot esperta del Carnegie Endowment for International […]
Cerimonia a Irpin nel secondo anniversario dell’invasione - Getty Images
Il tempo dell’Ucraina si sta esaurendo? Non lo dice qualche pericoloso sovversivo, oppure Papa Francesco, ma un saggio di Foreign Affairs di Dara Massicot esperta del Carnegie Endowment for International Peace. Kiev e i suoi alleati fronteggiano un questione fondamentale: come fermare l’avanzata russa e invertire la tendenza. Dopo la conquista di Avdiika, Mosca si sta rafforzando lungo tutto il fronte e la sua industria bellica produce a pieno ritmo mentre l’Ucraina aspetta ancora gli aiuti militari americani bloccati dall’impasse il Congresso. E se gli e europei hanno approvato un pacchetto di aiuti Ue, a Kiev manca ancora la consegna di armi pesanti come i missili tedeschi Taurus: come hanno rivelato le intercettazioni i generali tedeschi sono favorevoli ma non il cancelliere Scholtz che teme un’altra escalation del conflitto.
La realtà è che l’Ucraina deve razionare sia le munizioni che gli uomini da inviare al fronte. Quello cui assistiamo oggi è dovuto essenzialmente al fatto che mentre la Russia ha mobilitato la sua economia di guerra l’Occidente non l’ha fatto e l’Ucraina non è in grado di farlo perché la sua base industriale, dopo due anni di conflitto e distruzioni, è ridotta al minimo. La Russia è riuscita a produrre o importare milioni di proiettili di artiglieria e si è procurata migliaia di droni dai suoi partner (Iran e Corea del Nord) mentre le forniture occidentali non hanno tenuto il passo e si sta raschiando il fondo del barile degli arsenali militari.
Non solo. E qui viene il punto più importante. Nonostante i conflitti siano sempre più tecnologici, la guerra, anche questa, divora la carne da cannone, ovvero i soldati. La Russia ha quindi reclutato militari in tutte le sue provincie mentre Kiev ha fallito la mobilitazione generale: molti uomini in età da combattimento – si parla di circa 300mila – si sono dati alla fuga dal Paese. I soldati al fronte non hanno possibilità di avvicendamento, le truppe migliori sono tenute nelle retrovie e il presidente Zelensky non ha avuto idea migliore di far fuori i vertici militari che erano diventati anche concorrenti politici. Secondo Foreign Affairs se non ci sarà un’inversione a breve di questa tendenza la situazione è destinata peggiorare e raggiungere il punto più basso entro l’estate.
Sia chiaro, neppure i russi stanno benissimo e presentano diverse vulnerabilità, come dimostrano alcuni successi ucraini nel Mar Nero. In generale c’è stata un certa sottovalutazione della capacità della Russia di rispondere alle sfide belliche. Questo giudizio è stato fortemente influenzato dalle sconfitte della Russia a Kharkiv e Kherson ma da allora Mosca si è messa nelle condizioni di affrontare un conflitto prolungato dove il fattore tempo e quello del logoramento dell’avversario giocano un ruolo fondamentale.
Quanto tempo può resistere la Russia? I russi hanno dovuto ricondizionare migliaia di carri armati e blindati che giacevano nei magazzini e anche per loro le riserve non sono infinite: si stima che Mosca abbia ormai bruciato dal 30 al 40% delle sue riserve strategiche migliori. Eppure gli strateghi occidentali stimano che Mosca può resistere altri due anni e due anni per l’Ucraina sono un tempo infinito.
Se è vero che il fronte ci appare in gran parte bloccato ci sono segnali preoccupanti per Kiev: nel Donetsk, occupato dai russi, i due nemici nel 2023 schieravano più o meno lo stesso numero di soldati, da febbraio la Russia ha un vantaggio di due a uno. Certo anche la Russia non può reclutare all’infinito ed evita una mobilitazione generale che possa incidere sulla stabilità interna e la sicurezza del regime.
Ma oggi, come si è visto, il Cremlino è in grado di programmare nuove offensive contro le roccaforti ucraine. L’offensiva ucraina dei mesi scorsi invece è clamorosamente fallita, al punto che neppure i più ottimisti (o creduloni) oggi prestano la minima attenzione alla propaganda bellica di Zelensky. E questo è un altro nodo della questione: il potere del dittatore Putin, che usa tutti i mezzi a sua disposizione, anche i più crudeli, è incontrastato, la cerchia intorno al presidente ucraino si sta sfaldando. Per lui e per l’Ucraina il tempo non è finito ma si sta esaurendo assai rapidamente