PREMIO LANGER PER LA PACE. La dissidente bielorussa è intervenuta al Congresso nazionale del Movimento Nonviolento, che si è svolto nei giorni scorsi a Roma, dove ha portato la sua intensa testimonianza
Nella sala Aldo Moro alla Camera dei deputati, si è svolta la cerimonia per il conferimento del Premio internazionale Alexander Langer, quest’anno attribuito a Olga Karatch, l’attivista bielorussa, difensora dei diritti umani, considerata una terrorista dal regime di Lukashenko e che per questo vive esule a Vilnius.
Premiata dalla Fondazione Langer per la sua attività a favore degli obiettori di coscienza e disertori e contro la militarizzazione di bambini e bambine soldato: dal 2022 il Ministero della difesa bielorusso ha organizzato campi di addestramento militare che hanno coinvolto oltre 18.000 minori, di cui 2.000 sono stati selezionati per l’uso delle armi: “siamo arrivati anche a questo” dice Olga Karatch che ha lanciato la campagna “No Means No – No significa No” contro la coscrizione nell’esercito bielorusso e per i diritti delle donne, sostenuta dal Centro internazionale per le iniziative civili Our House-Nash Dom, di cui è fondatrice e portavoce. In Bielorussia la diserzione è punita con la pena di morte e il rifiuto di arruolarsi nell’esercito comporta il carcere.
Nel 2022, circa 400 uomini in Bielorussia sono stati condannati per essersi rifiutati di arruolarsi nell’esercito. Attualmente, la polizia bielorussa ha dichiarato ricercati circa 5.000 uomini bielorussi per aver tentato di sottrarsi al servizio militare scappati nei Paesi dell’Unione Europea: “ma nessuno fornisce protezione a queste persone – prosegue Karatch – che non hanno uno status giuridico e non hanno nemmeno un visto umanitario”. E proprio questa è la richiesta che Olga presenterà nel tour che farà in Italia da oggi fino al 10 marzo, con tappe a Pesaro, Firenze, Verona, Bolzano, Trieste, Venezia e Milano.
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“La Bielorussia è a un passo dall’entrare in guerra contro l’Ucraina – avverte Olga –, dal territorio bielorusso vengono lanciati missili russi, e il pericolo di un secondo fronte d’attacco è costante”.
La dissidente bielorussa è intervenuta al Congresso nazionale del Movimento Nonviolento, che si è svolto nei giorni scorsi a Roma, dove ha portato la sua intensa testimonianza (è stata arrestata più volte, e torturata, prima di abbandonare la Bielorussia e stabilirsi in Lituania), insieme ai video messaggi di altri obiettori e obiettrici dei paesi direttamente coinvolti nelle guerre in corso, Ucraina e Russia, Israele e Palestina: Yurii Sheliazhenko (da Kyiv, Movimento Pacifista Ucraino), Elena Popova (da San Pie-troburgo, Movimento degli Obiettori di Coscienza Russi), Ivan Chuviliaev (Go by the Forest, dall’esilio dalla Spagna), Artyom Klyga (obiettore russo in esilio), Maya Eshel (Coordinatrice Interna-zionale di Refuser Solidarity Network, da Israele), Tal Mitnik, primo obiettore israeliano dopo il 7 ot-tobre, da poco uscito dal carcere (dell’associazione Mesarvot di Tel Aviv), e Tarteel Al-Junaidi (attivi-sta palestinese della Community Peacemakers Team, da Hebron).
I pacifisti israeliani chiedono la condanna Netanyahu per il massacro di civili a Gaza, e gli attivisti palestinesi stanno attuando la resistenza nonviolenta contro l’occupazione e condannano il terrorismo di Hamas. I giovani che rifiutano le armi sono divisi dalle politiche dei loro governi, ma parlano l’unica lingua della pace e progettano insieme un futuro amico.
Al Congresso del Movimento Nonviolento, dal titolo “Obiezione alla guerra, oggi! Le priorità della nonviolenza”, erano presenti, tra gli altri, rappresentanti della Cgil, delle Acli e del Dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale, e hanno portato i saluti anche il vignettista Mauro Biani e l’attore Alessandro Bergonzoni. “La nonviolenza rappresenta quel pensiero forte necessario per affrontare le sfide del presente e del futuro”, dice la mozione conclusiva.
“Dopo i fallimenti delle teorie dell’800 e ‘900, che si sono frantumate proprio sulla questione della guerra, la nonviolenza è l’idea che può muovere il cambiamento necessario per salvare l’umanità”. Domenica il Congresso si è trasferito in Piazza San Pietro dove Papa Francesco all’Angelus ha salutato il Movimento Nonviolento dopo aver denunciato ancora una volta la guerra e la crisi climatica.
* Presidente del Movimento Nonviolento