Il voto di oggi con l’adozione del Patto sulla migrazione in LIBE, dopo quasi quattro anni di intenso lavoro legislativo è la conclusione di un negoziato complesso, reso ancora più difficile dalla maggioranza degli Stati membri a guida conservatrice che siedono in Consiglio, e da una compagine del Parlamento europeo che non vede le forze progressiste avere una maggioranza tale da riequilibrare le posizioni di chiusura e repressive degli Stati membri.
Le rassicurazioni della Commissione sul futuro utilizzo dei fondi che saranno sottoposti ad un attento scrutinio mi hanno indotto ad appoggiare solamente il negoziato finale sul regolamento della gestione di asilo e migrazione (RAMM) ma ho votato contro gli altri quattro regolamenti in accordo con il mio partito e con associazioni e organizzazioni che lavorano sui temi della migrazione e dell’accoglienza.
Non ho potuto associare il mio nome accanto a proposte che sistematicamente contengono deroghe a norme internazionali come la creazione di centri di detenzione alle frontiere destinati a rinchiudere famiglie con minori.
Trovo inumano il rilevamento dei dati biometrici di tutti i bambini di età superiore ai 6 anni, trovo impraticabile la definizione di finzione giuridica del non ingresso in uno Stato membro e sono contrario all’inclusione del concetto di #strumentalizzazione che inevitabilmente porterà ad una #deregolamentazione del sistema di asilo.
Non è questo il sistema che volevamo. E, soprattutto, non è questa la risposta adeguata a chi cerca protezione in Europa.