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INTERVISTA AL SEGRETARIO UIL. Il leader sindacale: la patrimonializzazione ha portato a zero gettito. Aiutano i ricchi e tagliano 60 miliardi sulle pensioni. Recuperare la Cisl? Spero, ma senza annacquare le nostre critiche al governo

Bombardieri: «Giorgetti e Meloni fanno i furbi: sugli extraprofitti hanno preparato il No al Mes» Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti - Foto LaPresse

Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, lei è stato il primo a chiedere di tassare gli extraprofitti. Ora scopriamo che in Italia quelli sulle banche daranno gettito pari a zero mentre nel resto di Europa il tema è sempre più all’ordine del giorno e viene legato al Mes e al nuovo Patto di stabilità: l’Italia del governo Meloni e di Giorgetti sembra andare in direzione contraria.
Io penso che il governo Meloni abbia fatto un uso politico del tema degli extraprofitti. In estate la presidente del Consiglio si è intestata la decisione di tassare le banche ma lei e Giorgetti erano già d’accordo a modificare la norma, come poi è stato fatto. La trasformazione in patrimonializzazione delle banche è stata fatta in previsione di un voto negativo sul Mes.

Il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri

Quindi secondo lei visto che le polemiche sul Mes riguardavano proprio il rischio di «salvare le banche tedesche coi soldi degli italiani», come sostengono molti nella Lega, il governo ha voluto rendere più solide le banche italiane, ripatrimonializzandole, per far digerire alla commissione Ue e ai partner europei il No al Mes del parlamento?
Sì, mi sembra evidente. Noi critichiamo il Mes come istituzione privatizzata, ma pensiamo che della partita faccia parte anche il nuovo Patto di stabilità sul quale il governo Meloni e Giorgetti non hanno toccato palla e che produrrà effetti molto negativi. Giorgetti in parlamento è stato sincero quando ha parlato di “mediazione” ma il nuovo Patto ci riporta all’austerità e non punta assolutamente sulla crescita come noi chiedevamo. Anche perché la “flessibilità” sul rientro dei rapporto debito-defici/Pil sono legati a condizionalità precise: le solite riforme richieste da Bruxelles, dal taglio delle pensioni alla riforma dell’Imu sulla prima casa, alla messa a bando delle concessioni balneari.

Sulle pensioni già questa legge di Bilancio ha messo le mani avanti: fra taglio delle rivalutazioni e taglio delle future pensioni di 732 mila dipendenti pubblici (compresi 55 mila medici), voi stimate in 60 miliardi i “risparmi” da qui al 2043. Il tutto mentre Elsa Fornero inizia a parlare di patrimoniale necessaria…
Ho chiesto al governo di confutare i 60 miliardi di tagli sulle pensioni ma nessuno lo ha fatto e soprattutto nessuno ne parla. Mi si risponde: “I tagli riguardano le pensioni sopra i 2mila euro al mese”. Ma si tratta di valori lordi, nette sono 1.500 euro e il taglio futuro sui dipendenti pubblici è del 25-30%. Sono entrambi inaccettabili. Se Fornero finalmente ci dà ragione sulla patrimoniale sono contento ma una battuta nel pollaio dei talk show non la considero una svolta.

La vostra valutazione della legge di Bilancio è molto negativa. I tanti scioperi fatti con la Cgil hanno sortito effetti?
Il mese di scioperi e mobilitazioni hanno convinto il governo a confermare il taglio del cuneo e a fare una piccola marcia indietro sulle pensioni dei medici. Di certo non basta ma le registriamo. Quello che va detto è che il governo Meloni colpisce le pensioni e la sanità mentre non tocca le banche: colpisce i poveri e aiuta i ricchi. La maggioranza festeggia il rating di Moody’s ma è normale che un’agenzia premi un governo che taglia le pensioni e difende le banche.

Intanto la prossima legge di Bilancio è già compromessa dal nuovo Patto di stabilità: il think tank Bruegel prevede 13 miliardi l’anno di correzioni da qui al 2027, con i 10 miliardi per rendere strutturale il taglio del cuneo, Giorgetti e Meloni partono con 23 miliardi da trovare.
Anche se la correzione fosse di 7-8 miliardi i conti sono quelli e di certo il taglio del cuneo non si potrà fare in deficit come quest’anno. Quindi il governo Meloni è atteso da un altro anno di difficoltà, acuite dal suo sovranismo che non porta niente di buono. Servirebbe più Europa, non meno, soprattutto per gestire socialmente la necessaria transizione ecologica. Ma con questo governo mi aspetto solo tagli al welfare e condoni ai ricchi.

A proposito di Europa, venite dalla manifestazione a Bruxelles della confederazione dei sindacati Ces del 12 contro l’austerità: arrivarete finalmente allo sciopero europeo?
Dobbiamo dirci la verità: il problema riguarda i tedeschi. Alla mobilitazione di Bruxelles dal Dgb, la confederazione tedesca, non ha partecipato ed è schiacciata sulle posizioni del suo governo. La mobilitazione però è stata un successo di partecipazione e di visibilità, lo sciopero europeo è il prossimo passo.

Passando in Italia, voi e la Cgil avete già annunciato che la mobilitazione contro il governo va avanti. Nel frattempo il 22 lo sciopero unitario del terziario è stato un successo: può essere un viatico per recuperare l’unità confederale con la Cisl?
Lo speriamo tutti. Noi e la Cgil gli scioperi e la mobilitazione li abbiamo fatti rispetto alla Piattaforma unitaria sottoscritta anche dalla Cisl. Noi andremo avanti a denunciare lo sfascio della sanità pubblica, il taglio delle pensioni, i contratti non rinnovati. Senza dimenticare la strage sul lavoro: ieri a Urbino sono morti quattro lavoratori su un’ambulanza guidata da una nostra Rsu. Dunque per il 2024 io spero tanto di recuperare la Cisl ma non sono disposto ad annacquare le critiche al governo Meloni