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Viva la Cgil che scendendo in piazza contro il governo di destra, difende il diritto alla salute e il servizio sanitario pubblico.
Da molto tempo il diritto alla salute(art 32) anche a causa di contro riforme sanitarie fatte in passato , di fatto ha perso l’aggettivo “fondamentale” diventando, a spese dell’intero paese, un diritto potestativo cioè un diritto molto flessibile adattabile interpretabile che consente a tutti coloro che si occupano di salute di avere più libertà che vincoli.

Oggi la manifestazione della CGIL ci dice che il diritto alla salute è un diritto fondamentale che deve tornare ad essere fondamentale. All’economia in generale ma anche alle aziende sanitarie non è concesso di interpretarlo al fine di renderlo compatibile ad esigenze diverse da quelle della salute. Cioè la salute ieri come oggi non è negoziabile perché il diritto alla salute non è negoziabile. Se così fosse allora vorrebbe dire che sarebbe negoziabile la giustizia, la forma della nostra coesistenza sociale, il grado di civiltà di un paese, la qualità dell’aria che respiriamo ecc.

Oggi la salute non deve essere compatibile con l’economia ma deve essere compossibile con essa. Oggi non si tratta più di adattare i diritti fondamentali delle persone alle esigenze del profitto ma di rimuovere tutte le contraddizioni che esistono tra la salute e l’economia. Compossibilità al posto di compatibilità vuol dire

rimuovere le contraddizioni che negano la coesistenza tra economia e salute . Oggi l’ economia deve produrre ricchezza economica senza ledere il diritto alla salute quindi senza compromettere l’ambiente di vita e di lavoro. All’’economia non si può riconoscere la libertà di negare il diritto alla salute delle persone.

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Ma la manifestazione della CGIL ci dice anche altre due cose: la prima è che il diritto alla salute non solo è un diritto fondamentale ma è anche un “meta-valore” cioè esso per sua natura implica necessariamente il diritto del cittadino a cambiare tutto quanto nuoce ex ante alla sua salute. Cioè il diritto ad emanciparsi da ogni svantaggio. Meta-valore significa “andare oltre” tutto ciò che ostacola o nega il diritto alla salute. Per questo servono adeguate politiche ambientali, nuove politiche per la salute, nuove organizzazioni nei servizi pubblici nuovi approcci culturali ecc…

La seconda cosa che ci dice la manifestazione della CGIL è che oggi a proposito di salute bisogna aggiornare le definizioni . Non basta più dire che la “salute non è una merce” bisogna soprattutto dire che la salute è una ricchezza speciale che al pari della ricchezza economica fa crescere il paese e fa crescere la sua economia. Se la salute è una ricchezza allora, il governo deve cambiare le sue politiche circa la salute perché esse nella loro globalità rischiano di impoverire il paese proprio colpendo i bisogni di salute delle persone. Oggi la prevenzione prevista dalle leggi è come morta e le malattie crescono e con esse cresce sia la spesa sanitaria per curarle sia la speculazione che attraverso il privato allarga il suo mercato.

Infine la manifestazione della CGIL ha posto oltre i grandi temi della salute e della sicurezza anche le grandi questioni di attualità politica che riguardano la sanità pubblica compreso la proposta dalla Lega e del governo sull’autonomia differenziata. Proposta semplicemente inaccettabile perché eversiva.

Il governo sulla sanità anziché rimuovere le grandi e antiche contraddizioni che riguardano la questione della sostenibilità, ha deciso semplicemente di definanziare la sanità pubblica con ciò dichiarando di fatto che la sanità pubblica è a priori insostenibile e che l’unica strada che resta da percorrere è la sua privatizzazione. Cioè la soluzione neoliberale. Un assioma del tutto infondato perché la sanità pubblica è più che mai sostenibile, sia perché è possibile liberarla dalle tante diseconomie quindi riformarla anche radicalmente .Il problema che il governo non vuole affrontare forse per non pestare i calli a certi interessi è la riforma della spesa storica della sanità. Una riforma necessaria prima di tutto per liberare risorse e per spendere meglio quelle che ci sono. Ma non ha senso che il governo si rifiuti di finanziare adeguatamente la sanità Ciò che non può essere rifinanziato sono le sue diseconomie e le sue pesanti contraddizioni e le sue dannose controriforme.

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Oggi parte dei problemi di sostenibilità della sanità pubblica derivano anche dallo sbilanciamento tra sanità pubblica e sanità privata e soprattutto da una politica fiscale che ha deliberatamente favorito il privato a danno del pubblico

La manifestazione della Cgil chiede giustamente di rifinanziare la sanità ma per rifinanziare la sanità bisogna rimettere le cose a posto come era previsto dalla riforma sanitaria del ’78 quindi prima delle controriforme degli anni ’90.

Il problema vero non è integrare il pubblico con il privato come propongono tutti ma riaffermare il ruolo sovrano del pubblico riconoscendo al privato un ruolo di pura ausiliarietà. Il ricorso al privato non è in discussione ma come dice l’art 46 della 833 chi lo vuole se lo deve pagare cioè non può farselo pagare dallo stato o da qualcun altro

Il diritto alla salute non si garantisce con un sistema a più gambe. Ma con un forte servizio pubblico al quale riconoscere in tema di cura e di assistenza una inequivocabile funzione monopolistica. Perché alla fine solo il servizio pubblico è il vero garante del diritto alla salute