ROJAVA. Dichiarazione della Presidenza del coordinamento per la democrazia costituzionale
Il Presidente turco Erdogan ha ordinato attacchi aerei che hanno causato morti, feriti e distruzioni nella zona del Rojava dove si trova la città martire di Kobane.
Kobane è stato un centro decisivo di resistenza contro i terroristi dell’Isis, come del resto lo è stata la zona curda dell’Iraq. Hanno subito perdite e distruzioni ma alla fine hanno contribuito alla sconfitta dell’Isis.
Aggredire questo presidio è un’azione odiosa e irresponsabile. Per di più in quel territorio si è sviluppata una realtà politica e sociale di partecipazione molto avanzata che si è concretizzata nella Federazione Democratica della Siria del Nord.
Erdogan annuncia che dopo i bombardamenti arriverà l’attacco di terra per scacciare queste e questi combattenti che hanno resistito all’Isis. L’attentato a Istambul, attribuito a una fazione curda senza prove, non può essere un alibi per giustificare gli orrori che hanno colpito e rischiano di farlo ancora di più questa realtà martirizzata e tante volte tradita, perché la responsabilità penale è personale e quindi non può dar luogo a punizioni collettive.
Non si può mascherare un atto di aggressione contrario allo statuto dell’ONU e allo stesso Patto atlantico contrabbandandolo per un’azione difensiva. E’ inaccettabile che Erdogan utilizzi il suo presunto ruolo di mediazione nel conflitto ucraino per coprire atti di aggressione verso quelli che ritiene suoi nemici.
E’ assurdo che la Nato accetti che un suo importante membro si comporti come la Russia verso l’Ucraina senza ricevere nemmeno un altolà per bloccarne le peggiori intenzioni.
La verità è che il conflitto in Ucraina che ha fatto seguito all’invasione russa non può giustificare in alcun modo le violazioni del diritto internazionale compiute dalla Turchia. La NATO e l’UE non possono condannare la Russia e chiudere gli occhi dinanzi alle azioni odiose del governo turco, fingendo di non vedere.
Chiediamo che il governo italiano condanni decisamente l’aggressione della Turchia contro la Federazione Democratica della Siria del Nord e faccia valere questa posizione in tutte le sedi internazionali.