Fa impressione che nella nostra "civile" e ricca Faenza, Emilia Romagna, non si trovino i colpevoli di un grande incendio evidentemente doloso scoppiato 3 anni fa.
Come cittadini non si può che rimanere costernati e basiti.
L'incendio all'edificio in via Deruta, che ospitava la Lotras System srl (http://lotras.systems/azienda), grande azienda di logistica con sede legale a Foggia, divampò nella notte tra l'8 e il 9 agosto 2019, andò avanti per giorni, colpendo anche un traliccio di alta tensione. In quel magazzino era stoccato di tutto. I danni ambientali furono enormi: grandi quantità di olio alimentare sversato, fumi tossici e nocivi per giorni, diossina accertata in terra e non si sa nell'aria (mai comunicata), ceneri tossiche, liquidi inquinanti, laghetto inquinato, moria di uccelli e animali anche nei mesi a seguire...
Come riporta il Resto del Carlino, gli esperti indicati dal Tribunale avevano parlato di origine dolosa dell'incendio, scoprendo la presenza di composti legati alla combustione di benzina, nonché più punti di innesco, e un sistema anticendio (stranamente) non funzionante. Gli allarmi anti intrusione però erano scattati quella notte poco prima che divampasse l'incendio. Un testimone aveva visto mezz'ora prima dello scoppio dell'incendio luci accese e voci dentro l'edificio. Anche i Carabinieri Forestali hanno indagato sul disastro ambientale per due anni, ricevendo pure loro l"archiviazione.
Fu la ritorsione per una mazzetta non pagata? O la volontà di trarne vantaggi assicurativi? O ancora altro? Nessuno lo sa e lo saprà mai.
Non sono passati neppure 3 anni di indagini e tutto si chiude, con una evidente sconfitta per la giustizia ambientale.
Con "nessun colpevole" o meglio, con i colpevoli liberi.
Adesso che tutto è archiviato, il Comune potrà essere rimborsato per i 3 milioni spesi durante i giorni dell'incendio per arginare fuoriuscita di olio e prevenire un (ancora più) immane disastro ambientale.
Il rimborso, leggiamo dalla stampa, sarà chiesto ai proprietari dell’area i quali presumibilmente si rivarranno sulle assicurazioni. Inoltre "la proprietà ha l’obbligo di presentare un piano di bonifica e risanamento che dovrà essere inviato ad Arpae", dice Ortolani, assessore all'Ambiente, ai giornali.
L'Arpa dovrà vigilare molto ma molto bene, su questa bonifica, visto che i colpevoli sono ancora in circolazione!
Nel frattempo, il laghetto dove erano state fatte confluire le acque contaminate utilizzate per spegnere l’incendio, (prelevata e mandata allo smaltimento), si è di nuovo riempito per una "bomba d'acqua" e probabile "intrusione di acque di falda dal terreno sottostante", dice l'assessore Ortolani.
Grande attenzione andrebbe posta anche sugli scarichi che potrebbero fare (o potrebbero aver fatto) altre aziende nel laghetto inquinato, usandolo come una sorta di "discarica abusiva" a cielo aperto.
Visto che le istituzioni non sempre riescono a tutelare e rendere giustizia per i crimini ambientali, non resta che attivarci come cittadini "sentinelle" ambientali. Questa pagina continuerà a monitorare la situazione.