Questo testo forte e commovente mi è stato fatto conoscere da Giulia Marcucci, che insegna Lingua e traduzione russa nella mia università, la Stranieri di Siena. Lo ha scritto ieri un coraggioso cittadino russo: un poeta, di cui Giulia ci parla nella breve nota che segue il testo.
Pubblicarlo oggi, in italiano, ci pare abbia un significato profondo.
Sono parole di Tomaso Montanari che, con questa premessa, pubblica su "Volerelaluna.it" un testo "Russia e Ucraina: le parole e la realtà" di Lev Rubinštejn
Mentre ci viene chiesto di schierarci con una delle nazioni in guerra, a me pare più giusto stare accanto a chi – dentro ognuna delle due nazioni – si oppone alla guerra, la contesta, la denuncia, spesso a costo della vita stessa. Il nostro collettivo ripudio della guerra, scolpito nella Costituzione da chi dovette farla una guerra giusta (quella della liberazione partigiana dai nazifascisti), rimane vivo e vero solo se non accettiamo il gioco di chi dice che parteggiare vuol dire parteggiare per una bandiera, una nazione, un capo.
Non accettiamo di dover scegliere tra la politica zarista e omicida di Putin e quella imperialista e diversamente omicida della Nato e dell’America di Biden. Siamo incondizionatamente solidali con le cittadine e i cittadini dell’Ucraina che sono ora sotto il fuoco russo, senza per questo appoggiare il governo, inquietante e filofascista, del loro paese. Siamo vicini alle donne e agli uomini della Russia, trascinati in guerra da un autocrate sanguinario.
Ci si dice che dovremmo difendere i valori e gli interessi occidentali. Ma quali sono questi valori: quelli scritti nelle Costituzioni o quelli perseguiti dai governi? E di chi sono questi interessi? «L’interesse nazionale – ha scritto Simone Weil – non può essere definito né da un interesse comune delle grandi imprese industriali, né dalla vita, dalla libertà e dal benessere dei cittadini, perché questo interesse comune non esiste». È dunque nel dissenso interno, nelle ragioni del conflitto sociale, nel rifiuto di ogni nazionalismo, nella difesa dei diritti che va cercata la forza per ripudiare l’idea stessa della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, e come mezzo di costruzione del consenso interno ai singoli Stati.
La guerra è sempre e comunque una inutile strage, promossa, provocata, agita dai pochi che la ritengono invece utile ai loro interessi di potere, e che sono separati da abissi sociali e ormai quasi antropologici da coloro che in quella guerra perderanno libertà, beni e vita. Così, più che dalle mille analisi geopolitiche tutte orientate a priori, in queste ore una luce sembra venire dalle parole di un poeta, che riflette sullo strazio delle parole e del loro significato, eterna premessa allo strazio dei corpi nella guerra.
(Tomaso Montanari)
25-02-2022
Il testo lo potete leggere sul sito a questo link: https://volerelaluna.it/in-primo-piano/2022/02/25/russia-e-ucraina-le-parole-e-la-realta-con-una-premessa-di-tomaso-montanari-e-una-nota-di-giulia-marcucci/