QUALITA' DELLA VITA DI BAMBINI, GIOVANI E ANZIANI.
“Il Sole24 ore” del 28 giugno, ha pubblicato i dati sulla qualità della vita dei bambini da 0 a10 anni, dei giovani tra i 18 e i 35 anni e degli anziani sopra i 65 anni. I ragazzi dagli 11 ai 17 anni non esistono.
Ravenna è prima nella classifica giovani, seconda in quella degli anziani e ottava in quella dei bambini. Il Sindaco di Ravenna, De Pascale, sulla base di quei risultati, esprime soddisfazione. Ovviamente io non contesto i numeri. Ci sono però altri numeri, confrontandosi coi quali, sorge un interrogativo. Nella classifica generale de “Il Sole24 Ore” del 14 dicembre scorso, la quale comprende tutta la popolazione, Ravenna è nella ventiduesima posizione. Nella classifica generale di “ItaliaOggi”, pubblicata il 30 novembre scorso, anch’essa comprendente tutta la popolazione, Ravenna è al cinquantasettesimo posto. Io ritengo più affidabile quest’ultima (vedi allegato), ma facciamo una media tra le due. Siamo intorno al quarantesimo posto. Ora la domanda: se bambini, giovani e anziani stanno molto bene, come stanno i cittadini dagli 11 ai 17 anni e quelli dai 35 anni ai 64? La mia risposta obbligata è: malissimo. In tal caso, meglio abbassare la cresta.
Vediamo ora i dati dai quali siamo partiti. Province 107.
Bambini.
A fronte del primo posto per disponibilità di asili nido, troviamo il cinquantacinquesimo per spazio abitativo, il settantaseiesimo per i delitti denunciati a danno di minori, l’ottantunesimo per la disponibilità di pediatri e il centoquattresimo per affollamento nelle classi delle nostre scuole, le cosiddette classi-pollaio.
Giovani.
La posizione migliore è la quarta: aree sportive all’aperto (sono compresi anche i beach volley-campi pallavolo in spiaggia ?). Ci sono però anche le seguenti posizioni. Laureati e altri titoli terziari: cinquantaduesima. Tasso di disoccupazione giovanile (18-29 anni): cinquantasettesima. Età media parto: ottantanovesima. Gap affitto tra centro e periferia: centotreesima. Tasso di imprenditorialità giovanile: centocinquesima.
Anziani.
Primo posto per dotazione infermieristica. Secondo posto per orti urbani. Vediamo le posizioni negative. Consumo farmaci per malattie croniche: quarantesima. Pensioni di basso importo: sessantacinquesima. Disponibilità geriatri: ottantunesima. Mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso: ottantaquattresima. Spese per assistenza domiciliare: ottantacinquesima. Si sente la mancanza di almeno due indici: medici di base e situazione delle RSA. Per queste ultime, il covid ha evidenziato le loro gravi lacune e la necessità di un loro superamento, evitando le grinfie della speculazione privata, quale che sia la sua forma.
Sulle tre graduatorie, si può osservare che spesso gli indicatori positivi non compensano quelli negativi. Per esempio, la buona disponibilità di asili nido non compensa la carenza di pediatri e l’affollamento delle classi nelle scuole. Anche la graduatoria dei giovani, offre esempi significativi. Guardando la graduatoria degli anziani, ci si chiede: cosa se ne fanno del primo posto per la disponibilità di infermieri, gli anziani bisognosi dell’assistenza geriatrica e dell’assistenza domiciliare, visto che questi due indicatori sono molto negativi?
In conclusione. Diamoci una calmata e affrontiamo i molti punti critici.
ALLEGATO.
Dalla mia analisi del dicembre 2020. “Lunedì 30 novembre 2020, “ItaliaOggi” ha pubblicato la ventiduesima edizione della Classifica sulla qualità della vita in Italia. Come in tutte le altre edizioni, avrebbe dovuto presentarci la situazione dell’anno precedente, in questo caso, il 2019. Invece sono stati inseriti tre indicatori sul Covid-19, il quale, come è noto, si è sviluppato a partire dall’inizio del 2020. In conseguenza di questa scelta, la classifica generale sulla qualità della vita si presenta sconvolta profondamente, e non rappresenta correttamente la realtà del 2019.
Mentre stavo riflettendo su come procedere per articolare e approfondire l’analisi, il 14 dicembre è uscita la trentunesima edizione del Rapporto sulla qualità della vita in Italia, de “Il Sole24Ore”. Questo rapporto è ancora più proiettato sul 2020. Sessanta indicatori su novanta sono aggiornati al 2020. Di questi, venticinque misurano l’impatto dei Covid-19 su economia e società, per cui rappresenta la situazione del 2019 ancor meno del Rapporto di “ItaliaOggi”. Anche per questa ragione, per la mia analisi prendo come base quest’ultimo, senza escludere l’uso di indicatori dell’altro, se utili.”