Ho letto con interesse l'articolo su il Manifesto degli amici Silvia Zamboni e Paolo Galetti “I Verdi, in Italia ci sono già. E hanno le porte aperte”. Bene! Viene da dire.
E' una apertura verso altre esperienze analoghe: qualcuno che si definisce un po' più di sinistra, altri più attenti ai diritti sociali e del lavoro, insieme alle questioni ambientali e climatiche. Alcuni fanno ancora riferimento a qualche struttura organizzata nazionale, altri operano prevalentemente a livello locale e al massimo si tengono in rete con esperienze simili. Tutti, con maggiore o minore radicalità e coerenza, (ma chi può dire di non avere mai sbagliato?) comunque aspirano a cambiare lo stato di cose presente; vorrebbero una riconversione di questo modello sociale, produttivo, economico, “di sviluppo”.
Il problema della politica non è solo quello di declamare delle aspirazioni, ma di creare i rapporti di forza necessari per realizzarle. Invece non ci stiamo (ancora) riuscendo.
In una piccola realtà locale come Faenza, nella prospettiva delle imminenti elezioni amministrative, da mesi ci stiamo ancora provando. Protagonisti sono cinque aggregazioni politiche: l'Altra Faenza, Art.1 (Mdp), i Socialisti, i Verdi e il M5S, con storie e identità specifiche (in riferimento all’Amministrazione in scadenza, alcune all'opposizione altre nella maggioranza) hanno stretto un patto di consultazione ed hanno elaborato posizioni comuni per fare pesare le idee ecologiste, sociali e dei diritti nella nuova amministrazione della città.
Alla fine questa “Piccola Coalizione” (così si sono autodefiniti) ha stilato con Massimo Isola, candidato del PD, un "Nuovo patto per Faenza" che già nel titolo marca la differenza col passato e si sintonizza con l'attuale delicatissima fase.
Sarebbe stato logico che queste forze avessero anche presentato un’unica lista (al massimo due, tenuto conto dei vincoli dichiarati dal M5S) allo scopo anche di poter pesare di più dentro una alleanza di centro sinistra, che rischia di essere condizionata da posizioni moderate e continuiste.
Non ce l'abbiamo fatta (anche per interferenze esterne) quindi si presenteranno: “Faenza Coraggiosa, Ecologista, Progressista, Solidale” ; ”Verdi Europa”, il Movimento 5 stelle, ma il progetto della “Piccola coalizione” può e deve proseguire.
Interloquendo in particolare con le realtà dell'associazionismo, del volontariato, dei movimenti impegnati in tante battaglie sociali, ambientali, urbanistiche, sulla scuola, ecc. per costruire nella società, ancor prima che nel Consiglio Comunale, una nuova e reale partecipazione, con le necessarie iniziative e mobilitazioni, per un'altra idea di città ambientalmente e socialmente sostenibile, contro le diseguaglianze e a sostegno dei diritti sociali, a partire da quelli dei più deboli.
Pur con tutti i limiti, questa esperienza locale, si inserisce nei tentativi, di tanti altri in Italia, per costruire una convergenza rosso-verde, e una rete eco-solidale; tentativi che hanno bisogno di evitare la propaganda, di abbassare qualche bandierina e costruire, soprattutto, qualche esperienza effettivamente unitaria, pur nel rispetto delle diversità, a partire dai territori.
Proviamoci ancora, allora, ma facciamolo in fretta, “Per non ridursi ad essere un effimero tentativo di riciclare il déjà-vu” , come giustamente ricordano Silvia e Paolo.
Vittorio Bardi