Ormai ci siamo, domenica 26 maggio si vota per le elezioni europee, elezioni importanti per provare a dare un segnale contro le politiche di austerità portate avanti dagli organismi europei e dagli ossequiosi governi nazionali, ma elezioni snobbate da buona parte dell’elettorato italiano. La scelta per un elettore che si sente di sinistra dovrebbe essere chiara: votare contro le politiche di austerity e neoliberiste e chi le ha appoggiate, sia esso di centro, di destra o di centrosinistra, e nello stesso tempo dare un voto contro chi vorrebbe trasformare l’Europa in una fortezza chiusa, solleticando i peggiori istinti della gente grazie ad un messaggio a base di xenofobia e islamofobia, ai limiti del razzismo.
Di fronte a questo scenario, le forze di sinistra da Liberi e Uguali a Potere al Popolo, dopo i non buoni risultati dell’anno scorso, sono riuscite a fare peggio e a scindersi ulteriormente continuando nella tradizione di Sinistra Arcobaleno, Federazione della Sinistra, Rivoluzione Civile, l’Altra Europa con Tsipras, ecc. Abbiamo visto quindi nei mesi scorsi la morte di LeU per scelta dei soci fondatori (SI, MDP e Possibile) e PaP che ha perso quasi tutte le forze politiche che vi avevano aderito (PRC e non solo), non riuscendo neanche a presentarsi alle elezioni europee.
Abbiamo anche visto il fallimento del tentativo di unire tutta la sinistra portato avanti, più a parole che concretamente, da De Magistris, novello uomo della provvidenza per le forze della sinistra radicale, incuranti delle fallimentari esperienze dei suoi colleghi Ingroia e Grasso, a dimostrazione che se errare è umano, perseverare è non solo diabolico, ma anche demenziale!
Quali sono ora le possibili scelte per un elettore di sinistra che vuole opporsi a liberismo e razzismo e che crede ancora nell’uguaglianza, nella lotta per i diritti sociali e civili, nella pace e nell’integrazione dei migrantii?
Non certo il PD, che è riuscito a fare pessime politiche a base di austerità, precarietà esasperata e riduzione dei diritti dei lavoratori con il jobs act, la Fornero e l’abolizione dell’art. 18, ed il cui segretario Zingaretti, piegato alle ragioni di Calenda e senza alcuna autocritica concreta sul recente passato, ha semplicemente candidato qualche personalità di sinistra, semplici specchietti per le allodole o meglio “utili idioti” per recuperare qualche voto. Escludendo “Europa Verde”, che è molto attenta all’ambiente ma poco altro ed il Partito Comunista, un concentrato di nostalgie il cui scopo sembra ormai solo quello di presentarsi alle elezioni per dare visibilità all’ego smisurato del suo leader Rizzo, resta la lista “La Sinistra”, in cui convergono Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, l’Altra Europa con Tsipras e qualche piccola realtà.
La Sinistra chiede una radicale rifondazione democratica dell’Europa, l’abolizione della Troika, e l’ampliamento dei poteri del Parlamento a scapito di Consiglio e Commissione, la cancellazione del Fiscal Compact e più diritti per i lavoratori a livello europeo, la modifica del Regolamento di Dublino e la creazione di un quadro omogeneo a livello europeo in tema di immigrazione.
Nulla da dire sul programma, ma ricordo bene come i fondatori di questa lista unitaria negli ultimi dieci anni si siano presentati ad ogni elezione a chiedere il voto per coalizioni e liste unitarie, esperienze dissolte sempre dopo le elezioni, alla faccia dell’impegno unitario e disinteressato dei tanti militanti. L’impressione è che anche questa volta potrebbe finire nello stesso modo, e voterò “La Sinistra” anche per scongiurare questo pericolo e sperando che questa volta andrà diversamente, ma sarà un voto senza particolare entusiasmo, pensando anche al vecchio detto di Indro Montanelli. Ebbene sì di fronte ai madornali errori compiuti dai vari stati maggiori dei partiti della sinistra radicale darò il mio voto alla Sinistra ma “turandomi un po’ il naso”.
Raffaele Morani