E' su tutti i giornali di stamattina, la sinistra è divisa e nel caos sul corteo antirazzista di sabato a Macerata: "la sinistra si spacca sulla scelta di manifestare o meno" - dice l'ANSA.
Ma che strano! - mi dico in maniera ironica - Non l'avrei mai detto!
Poi nei vari TG ho sentito che il sindaco Carancini ha detto che sarebbe meglio che non si manifestasse per il pericolo di disordini: Non ci siamo proprio!
Ma approfondendo la notizia si scopre che: Carancini apprezza la voglia di molti di "esprimere tanti buoni sentimenti generati dalle brutte cose accadute la scorsa settimana", ma in città ci sono ancora smarrimento, paura e dolore, la comunità deve essere "protetta" per poter guarire. Fonte ANSA.
La stessa notizia dettata dall'ANSA poi prosegue: A fianco del sindaco si schierano il ministro Maurizio Martina, che condivide la proposta dell'Anpi di una manifestazione antifascista a livello nazionale, e Anci Toscana. E pure il vescovo Nazzareno Marconi, che propone "preghiere individuali e luci ad ogni finestra come segno di partecipazione civile".
Non mi sembra che Speranza, Fratoianni e Civati e aggiungerei anche Angelo Bonelli, si siano fatti carico dello smarrimento, paura e dolore della comunità maceratese, quando si sono detti pro alla manifestazione di domani a Macerata.
Non si capisce perché Fratoianni oltre che la FIOM, dovrebbero presenziare a una manifestazione antirazzista a Macerata dopo che il Viminale ne ha dichiarato lo stop.
Silenzio del Movimento 5 Stelle che sembra sposi l'adagio: A far nulla, si sa, non si rischia di far danni. E questo è certamente l'unica nota positiva di questo partito/movimento.
Bene hanno fatto l'Anpi, l'Arci, la Cgil e Libera a rinunciare di scendere in piazza a Macerata - accogliendo l'appello del sindaco - rimandando a una manifestazione antifascista a livello nazionale.
Personalmente ho partecipato a molte manifestazioni e a mio modo di vedere, un corteo, una manifestazione, non dovrebbe mai essere fine a se stessa, in nome di un principio e basta.
Se in una comunità come a Macerata, "la tensione si taglia a fette..." - come dice un'agenzia di stampa - l'unica cosa che si dovrebbe fare in questo momento è lasciare decantare la situazione - abbassare il livello della tensione - avviando poi dei processi di elaborazione partecipativi su quanto è successo.
Perché il centro della questione - non dobbiamo mai dimenticarlo - dovrebbe essere il bene delle persone e della comunità, non il prevalere di un'ideologia anziché un'altra.
In questa direzione d'altronde si è mossa l'Università di Macerata, mettendo a disposizione le proprie competenze per "riportare serenità e fiducia tra gli studenti e per far prevalere le ragioni del dialogo e della convivenza civile". Sposo pienamente le dichiarazioni del suo rettore: ora bisogna "riflettere e ricostruire la tranquillità dei giovani, di tutta la città".
Giorgio Gatta