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Però attraverso i nominati garantisce loro l’asservimento del Parlamento

di Alessandro Messina
Adesso che è diventato legge, avendola imposta con 8 fiducie sia alla Camera che al Senato (caso unico per leggi elettorali nella storia della Repubblica), tutti i padrini del rosatellum, cioè i contraenti del patto politico che l’ha generata, si sbracciano a dire che non è perfetta, che non è quella che avrebbero voluto loro, che è un compromesso, anzi l’unico compromesso possibile.
Renzi non può certamente provare questa affermazione perché ha obbligato il governo Gentiloni (parole, gravissime, di Napolitano, come metterle in discussione?) a impedire con la fiducia qualunque emendamento o miglioria a questa legge. Insomma l’unico compromesso possibile perché altri non se ne volevano!
È stata approvata al Senato con un’ampia maggioranza (213, ne bastavano politicamente 161 e in pratica anche molti meno) il ché è un bene per una legge elettorale ma anche perché in tal modo se ne assume la responsabilità, per il contenuto e per il metodo, l’intera classe politica rappresentativa dell’establishment.
Si può certamente osservare come l’ampio schieramento che la sostiene rende del tutto paradossale l’utilizzo della fiducia che è stata ottenuta, in realtà, con l’inserimento dei verdiniani già stabilmente organici ai governi Gentiloni e Renzi, ma mai esplicitamente riconosciuti, e da ultimo anche con la presenza decisiva in aula per sostenere il governo (mettendolo al riparo dalla mancanza del numero legale) di una pattuglia di leghisti e forzisti.
Si prefigura così una vera e propria nuova (?) maggioranza per la prossima legislatura?
Renzi dice che il rosatellum non è la legge che vorrebbe; ne ha proposte o sparate tante che dobbiamo credergli anche se non si sa bene quale sia il suo ideale.
Tuttavia ce lo ricordiamo bene quale legge ha imposto a sua volta al Parlamento con il voto di fiducia, affermando che quella legge ce la avrebbero invidiata tutti in Europa. Era l’italicum! Peccato che la Corte Costituzionale (composta fra l’altro in modo prevalente da giudici indicati dal Pd) l’abbia giudicata contraria ai principi costituzionali ed in buona parte abrogata! Ma anche il Berlusconi (per bocca di Romani) si affretta a far
sapere che no, non è l’ideale, ma è il miglior compromesso.
Ma anche qui lo sappiamo bene qual era l’ideale berlusconiano in tema di sistemi elettorali: quello che confezionò insieme all’astuto Calderoni, suo compare anche in questa occasione, che fra non molto (ci scommetto) ci farà sapere che si tratta di una nuova porcata. Eh sì amici cari il porcellum è la legge di Berlusconi e della Lega, quella che si approvarono in famiglia con il voto della loro sola maggioranza in via di estinzione in coda alla legislatura. Peccato davvero che la Corte Costituzionale anche quella legge l’ha giudicata (sia pur dopo troppi anni ….) totalmente incostituzionale.

Ecco, abbiamo capito quali sono le leggi elettorali ideali per i nostri campioni del compromesso “rosatellum”: quelle in contrasto con i principi della Costituzione!

Ma se per responsabili di reati gravi (e ad es quelli contro la pubblica amministrazione) si commina spesso come pena accessoria l’interdizione dai pubblici uffici, per quelli che provano a violare la Costituzione non c’è una misura cautelare che li obblighi a stare lontani dalle tentazioni legislative in materia elettorale? Se non altro per evitare la “reiterazione del reato”: rosatellum bis!