Leggiamo quotidianamente (su vari media) firme, anche autorevoli, schierarsi fra coloro che "amano" Matteo Renzi o coloro che lo "odiano". Odio / amore. Suppongo sia stato l' ingegno di uno psicanalista (uno a caso: Massimo Recalcati?) ad immaginare il "format" di questo "gioco".
Odio e amore sono lo stesso sentimento, suggeriscono talune teorie sulla psicologia degli umani. Dunque l'oggetto che catalizza le emozioni sarà in ogni caso lo stesso: la persona di Matteo Renzi. Quale che sia il grado di condivisione dei suoi atti, delle sue scelte, delle sue concezioni da parte di chi si pronuncia.
Ne deriva che "amare" è sinonimo di bene, "odiare" sinonimo di male (ecco di nuovo la mano dello psicanalista), nel senso di propensione d'animo (al bene piuttosto che al male) di chi esprime la propria valutazione. Come la lista dei buoni e quella dei cattivi a scuola.
Anche spinto dalla singolarità di questo gioco ieri ho letto il libro "Avanti", del cui lancio, evidentemente, il gioco amore / odio è parte.
A lettura terminata, innanzitutto ho avvertito la curiosità di sapere quanti lo avessero letto fra coloro che hanno preso parte attiva al "gioco". Curiosità insoddisfatta, evidentemente.
Io l'ho fatto, con diligenza, e cercando di praticare lo spirito critico; né l'innamoramento (questo potrà apparire scontato), né la misantropia preconcetta.
Alcune valutazioni sopra ogni altra:
- la grande parte delle pagine è costituita dal collage dei comunicati stampa, delle conferenze stampa, delle dichiarazioni televisive emessi, nel corso dei "mille giorni di governo", a sostegno delle singole misure via via adottate.
Nulla più, nulla meno. Tecnicamente l'impasto è ben lavorato, ma chiunque conservi memoria del confronto politico degli ultimi 3/4 anni sente riecheggiare, letteralmente, le metafore dell'ex-Presidente del Consiglio, le sue disinvolte prese di posizione, l'irruenza dei suoi giudizi. Tutto esattamente come già sentito. E la sistematica personalizzazione di tutte le decisioni più rilevanti. Nulla è problematizzato. Eppure si tratta di 230 pagine, non di un comunicato stampa. L'unica concessione al dubbio consiste nel "non escludere" l'eventualità di aver compreso in ritardo che "gli altri" avevano già irrevocabilmente politicizzato il dibattito sul Referendum costituzionale.
- La narrazione delle relazioni personali con gli altri capi di stato o di governo è tanto enfatizzata da apparire esibizionistica. Gli episodi narrati in questa chiave sono innumerevoli. Vien da pensare a Zelig (quello della sindrome).
- Infine ho scoperto, leggendo, che esiste un esemplare umano che non conoscevo: "l'homo - sindycùs" (sindaco). Quale che sia il problema - di ordine planetario o di gestione di un piccolo appalto di paese - se vuoi essere certo del buon esito, affidalo all' homo - sindycùs più a portata di mano.
- Infine, a proposito di odio e amore, raramente ho letto giudizi più allusivamente acrimoniosi di quelli contenuti soprattutto negli ultimi due capitoli. Destinatari "gli altri", cioè tutti coloro che non siano Matteo Renzi. Viene fatto anche qualche nome (indovinate chi?), ma anche questo è metaforico; la polemica acrimoniosa è con "gli altri". Chissà che ne pensa lo psicanalista!