Nel corso della seduta della Commissione 5ª “Servizi sociali e sanità”, tenutasi a fine luglio nella Sala del Consiglio comunale alla presenza di molti cittadini e di operatori dell’informazione, i dirigenti dell’Ausl avevano prospettato il futuro dei nostri servizi sanitari, del nostro ospedale e quindi della tutela della nostra salute, in termini rassicuranti. Chi, come L’Altra Faenza e tanti altri, si batte per un accordo con Lugo per evitare il declassamento dei presidi ospedalieri dei comprensori della Romagna faentina e della Bassa Romagna, aveva inteso che tale prospettiva è concretamente possibile, così da mantenere un ospedale di 1º livello articolato su due presidi. E che non sarebbe continuata la prassi che ha già portato ad un grave svuotamento dell’ospedale faentino, con la perdita di prestazioni e di posti di lavoro.
Messi di fronte alle decisioni assunte dall’Ausl in questi giorni a proposito del punto nascita, dobbiamo ricrederci: o nessuno aveva capito, oppure – e questa è l’ipotesi più probabile – in quella sede non si è detto tutto, neppure su cose già decise, e si è cercato invece di “calmare le acque” con argomentazioni vaghe e non veritiere.
Come altro intendere le assicurazioni sul mantenimento del punto nascita a Faenza quando gli stessi vertici dell’Ausl affermano oggi che il trasferimento a Ravenna dei parti cesarei programmati era stato deciso fin dal 2010? E’ chiaro a tutti che così facendo il numero dei parti diminuirà ulteriormente, scenderà sotto la soglia dei 500 previsti dal decreto Balduzzi e il gioco sarà fatto. Se, come vorrebbero farci credere, si tratta di decisioni dovute esclusivamente a ragioni di sicurezza, allora si dica chiaro e tondo che il punto nascita a Faenza resterà.
Prendiamo atto delle dichiarazioni del PD faentino – per bocca del capogruppo in Consiglio comunale e della coordinatrice comprensoriale – così come abbiamo apprezzato il voto unanime sull’OdG presentato da L’Altra Faenza in difesa del nostro ospedale, ma non dimentichiamo che il PD governa in Regione e in quasi tutti i Comuni dell’Area vasta. Nessuno può credere a “Linee guida per il riordino degli ospedali” e a decisioni importanti assunte dall’Ausl all’insaputa dello stesso PD.
Lo riaffermiamo con forza: la salute è questione troppo importante perché le scelte passino sulla testa di tutti, vengano prese senza confronto né informazione. La “politica del carciofo” deve finire una volta per tutte!
Sono i sindaci e gli amministratori pubblici a dover rispondere ai cittadini in materia di salute e di servizi sociali e sanitari. Quindi i casi sono due: o decidono di assolvere con fermezza e rigore il loro compito fino in fondo, tutelando le popolazioni che rappresentano, oppure le lamentele rischiano davvero di apparire come le lacrime del famoso coccodrillo.
Faenza, 1 settembre 2016
Edward Necki
Consigliere comunale de L’Altra Faenza