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Picco di sbarchi e salvataggi di migranti, le ong percorrono centinaia di miglia per portarli in salvo. Il fallimento delle politiche dei respingimenti

A Lampedusa 20 approdi in 24 ore con oltre 700 migranti sbarcati, in Sardegna sono arrivate via mare 43 persone in 12 ore, la Sea Watch sta portando in salvo 119 persone che stavano naufragando nel Mediterraneo, la Sea-Eye 4 ne porta106. Con le condizioni meteorologiche favorevoli, nonostante le basse temperature in mare, aumentano gli sbarchi di migranti partiti nei giorni attorno a Natale, principalmente dai porti di Libia e Tunisia, i due Paesi con i quali Italia e Unione europea hanno fatto accordi in materia di migranti.

Una nota, quest’ultima, che non è polemica, ma sottolinea solamente l’evidenza. Come un altro dato incontrovertibile è l’ennesima applicazione delle norme del governo Meloni per salvataggio e trasporto dei migranti da parte delle ong: la Sea Watch dalla vigilia di Natale sta percorrendo 1.150 km in mare con a bordo 119 immigrati perché il porto di sbarco destinato dalle autorità italiane è quello di Marina di Carrara, mentre i salvataggi sono avvenuti fra la Sicilia e l’Africa settentrionale.

In un tweet Sea Watch Italy, nel fare sapere di avere soccorso "donne, uomini e bambini (il più giovane ha 3 anni) in pericolo di vita nel Mediterraneo centrale", ha dichiarato: “Lo scopo di questi porti distanti è quello di tenere le navi di soccorso lontane dall'area delle operazioni, in modo da non poter salvare altre persone in pericolo”. La prefettura di Massa Carrara si è già attivata per accogliere i migranti, con procedure che dovrebbero ormai essere collaudate, visto che si tratta del nono sbarco dall’inizio di quest’anno.


Lo stesso vale per la Sea-Eye 4 che ha recuperato i migranti nella zona di ricerca e salvataggio maltese ed è stata indirizzata a Brindisi. Tra le persone recuperate ci sono 40 minorenni, riferisce la ong tedesca, i più piccoli hanno cinque e sei anni e sono accompagnati dai genitori. Un ragazzo di 13 anni della Guinea e un ragazzo di 14 anni del Mali sono soli. Sono partiti dalla Tunisia a Santo Stefano in fuga da Paesi come Eritrea, Guinea, Camerun, Mali, Gambia e Senegal. Secondo quanto riferito dalla organizzazione non governativa il centro maltese di coordinamento dei soccorsi responsabile non ha risposto alle segnalazioni.

Andando a leggere i dati pubblicati dal sito internet del Viminale si legge che gli sbarchi rilevati dal Dipartimento della Pubblica sicurezza dal primo gennaio 2023 al 27 dicembre sono stati 154.526, contro i 102.530 dello stesso periodi del 2022 e i 66.482 del 2021. Tanti i minori non accompagnati, oltre 17 mila solamente quest’anno. Tutti numeri che dichiarano il fallimento delle politiche migratorie del governo.

Potremmo ancora una volta fare il riepilogo dei decreti approvati in materia, ma le conclusioni sarebbero sempre le stesse: provvedimenti fondati su principi sicuritari e non di accoglienza, con provvedimenti che, non solamente penalizzano le ong impegnate nei salvataggi in mare, ma criminalizzano i migranti, stringendo le maglie per i rimpatri con pesanti ripercussioni anche sui minori non accompagnati sottoposti a misure sempre meno rispettose dei loro diritti.