Oltre 70 fra membri e partner di progetto del nostro Forum Disuguaglianze e Diversità si sono riuniti il 18 ottobre scorso a Roma in Assemblea (in gran maggioranza in presenza) accolti con calore e professionalità presso la Città dell’Altra Economia. Nelle parole dei diversi invitati, chiamati a reagire e a discutere le tante questioni aperte, siamo apparsi come: “luogo raro di incontro di intraprese sociali e di ricerca… con tempi svizzeri”; “think-tank” o “think-and-do” che “prova a intercettare, legare e fare dialogare il micro-sperimentalismo democratico che attraversa il paese”; “mix di competenze tecniche che di rado si parlano”; “costruttori di proposte concrete in dialogo con i territori” o addirittura “sindacalisti diffusi territoriali”; e poi “prove di un modo diverso di fare politica”; “portatori di un istituzionalismo sperimentale progressista”. Ragioneremo su queste espressioni, ma intanto esse colgono l’amicizia, lo spirito innovativo e il metodo del nostro lavorare e ci confortano. Riflettono la bella aria che si respirava il 18 ottobre. Un’aria di solidarietà, coesione e ragionevolezza, anche nelle difficoltà. Sia nell’apprendere gli uni dagli altri i progressi realizzati o le sconfitte subite. Sia nel toccare con mano i limiti evidenti che abbiamo e nell’interrogarci su come procedere, in un contesto che da cattivo si fa pessimo.
Siamo partiti da una Relazione predisposta dal Coordinamento (cfr. Punto 1). Abbiamo ascoltato e discusso 20 brevi relazioni (5 minuti) raccolte attorno a quattro priorità e campi di azione che parlano alle preoccupazioni e aspirazioni di una moltitudine di persone e che vorremmo vedere al centro del confronto per le prossime, importanti elezioni europee: servizi universali e conoscenza libera; transizione/trasformazione ecologica come volano di sviluppo; sicurezza, dignità e potere del lavoro; “rimuovere gli ostacoli al pieno sviluppo” delle nuove generazioni (cfr. Punto 2). Abbiamo narrato a che punto siamo con il “progetto Scuola”, che mira a dare sistematicità e qualità alle attività formative del ForumDD, con forte attenzione al linguaggio, al metodo e al ruolo delle arti nel formare il senso comune (cfr. Punto 3). E poi, abbiamo ascoltato tre ospiti autorevoli per aiutarci a inquadrare le prossime sfide del ForumDD in un contesto dove il “partito della giustizia sociale e ambientale” di cui avremmo bisogno tarda a fiorire e la dinamica autoritaria avanza con toni odiosi e subdoli (cfr. Punto 4). Il tutto basato su una valutazione del percorso del ForumDD dal 2020 a oggi attraverso le sue Assemblee (cfr. Allegato).
Dalla giornata è emersa una decisione importante, presa all’unanimità. Segnerà il nostro impegno da qui al 9 giugno, quando voteremo con metodo proporzionale per le elezioni europee, e anche dopo quella data: abbiamo deciso di entrare in quella campagna elettorale, non certo presentando liste o candidature, ma con un libro/piattaforma che a inizio Primavera 2024 descriva i tratti dell’Unione Europea che vorremmo e che divenga il metro per giudicare programmi, partiti e candidature. L’insieme delle nostre idee e proposte certo non compone l’intero mosaico di un programma per l’Unione Europea, ma offre un gruppo di tessere del mosaico capace di rendere chiara l’Unione che serve al fermento sociale e operoso del paese, quello che prova ogni giorno a costruire un futuro più giusto: dove il welfare universale sia promosso, con standard europei, non penalizzato dall’austerità; la conoscenza e i dati siano accessibili e a disposizione delle comunità; la trasformazione ecologica sia accelerata nell’interesse prima di tutto dei più vulnerabili per realizzare un modo più giusto di vita e di lavoro; politiche pubbliche e governo societario siano democratizzati; il ruolo internazionale nei processi migratori e come costruttore di cooperazione e pace; ecc.
Nel libro/piattaforma, in Primavera, descriveremo la cornice del mosaico e le tessere su cui il ForumDD ha maturato convincimenti e proposte concrete. Sarà il nostro contributo sia ad un esito elettorale che fermi la dinamica autoritaria che attraversa l’Europa, sia ad assicurare, grazie al meccanismo del proporzionale, la presenza in Parlamento Europeo di figure pronte a battersi con competenza per l’Unione che vorremmo.
|