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Marinella Melandri

L’alluvione dello scorso 17 maggio ha inciso molto sul mondo del lavoro. Tanti i danni alle aziende e tanti i posti di lavoro, purtroppo, venuti a mancare. Marinella Melandri, segreteria generale della Cgil di Ravenna, traccia il quadro della situazione attuale nella nostra provincia, a seguito dei fatti di maggio che hanno accentuato un contesto già complicato di suo, dal punto di vista economico. Fra l’altro proprio le Camere del lavoro Cgil hanno animato la grande manifestazione di sabato scorso a Forlì, a cui hanno partecipato oltre 3mila persone.

 
 “È difficile – spiega Melandri – separare l’impatto dell’alluvione da altri fattori connessi al rallentamento dell’economia, ma nel primo semestre in provincia di Ravenna il saldo fra nuove assunzioni e cessazioni è di stato di – 803, l’unico dato negativo della regione, e le nuove assunzioni sono state 1.470 in meno rispetto allo stesso periodo del 2022, con il 91,73% di rapporti precari (contro il 91,59% del 2022).Certamente l’agricoltura è stato il settore più colpito, sia in termini di minori giornate di lavoro sia in termini di indotto: tutta la filiera agroalimentare ne risentirà anche nei prossimi mesi, poi è ancora da verificare l’impatto sulle colture. In questo settore non disponiamo ancora di dati statistici ma l’impatto è evidente. Anche il settore turistico ha subito un calo di fatturato significato, con la stagione turistica partita in ritardo sulla riviera e una situazione drammatica nel Faentino e nell’area collinare, dove tante attività non riapriranno. A Cervia c’è un’azienda cartotecnica con un centinaio di addetti che non sappiamo se potrà riprendere l’attività. Infine sono tantissime le attività commerciali che hanno subito danni con ricadute dirette anche sull’occupazione”.
 

In merito a istituti di sostegno ai lavoratori, come la Cassa integrazione mai attivata e ai fondi stanziati dal Governo ma non ancora arrivati, Melandri aggiunge che “la Cassa integrazione era difficile da utilizzare: non prevedeva né l’anticipo né il confronto sindacale che avrebbe consentito di chiedere l’integrazione al 100% del trattamento economico. Sono poche le aziende che l’hanno utilizzata ed il Governo ha fatto cassa sulle quote stanziate e non spese”.

Solo 370 milioni, su oltre un miliardo stanziato – prosegue la segreteria generale della CGIL – sono stati destinati agli indennizzi, che fra l’altro non sono ancora arrivati a chi ne ha bisogno perché mancano le ordinanze per fissare i criteri per rimborsi e perizie. Sono ritardi inaccettabili, visto che in Emilia-Romagna abbiamo già sperimentato procedure molto più veloci ed efficaci. Per chi è stato danneggiato il trascorrere del tempo senza certezze è un’altra mazzata. Se anche nella legge di bilancio non ci saranno gli oltre 4 miliardi necessari alla ricostruzione sarà evidente che l’alluvione della Romagna non è una priorità di questo governo. Per questo la Cgil continuerà a battersi in tutte le sedi ed a tutti i livelli”.

“Come diciamo fin dall’inizio: bisogna tenere insieme emergenza e ricostruzione. Quindi bisogna partire immediatamente con gli indennizzi a cittadini e imprese: nessuno, anche chi ha la liquidità necessaria, affronta spese ingenti senza una prospettiva chiara. Lo strumento del credito d’imposta garantito dallo stato sarebbe uno strumento efficace. Poi bisogna ultimare al più presto i lavori di somma urgenza per evitare che con l’arrivo del maltempo ci siano nuovi danni e ripristinare interamente la rete infrastrutturale. Infine è necessario progettare la messa in sicurezza idrogeologica del territorio, dalle colline fino alle zone più basse della pianura, considerando che fenomeni così intensi potrebbero diventare sempre più frequenti. Se non si interviene subito e con chiarezza ne risente l’attrattività dell’intero sistema economico romagnolo, disincentivando anche investimenti e nuovi insediamenti produttivi” conclude Marinella Melandri.